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Categoria: Dicono di noi

23 Luglio 2023
La persona si cura anche con il sostegno psicologico

La persona (soprattutto quando malata) si cura anche con il sostegno psicologico. Lo racconta molto bene la Dott.ssa Marta Roncalli, Psicologa clinica in Politerapica, sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo del 23 luglio 2023.

Qui l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 23.07.2023 – Salute psicologica, Roncalli – Def

Mente e corpo. Occorre occuparsi di tutto

Nella malattia spesso accade che tutte le attenzioni siano per il corpo del paziente. È l’involucro esterno (la parte visibile e concreta) della persona a ricevere la maggior parte delle cure. Dimentichiamo che esiste una dimensione interiore, quella della mente che è parte integrante dell’individuo e ha la stessa dignità e lo stesso diritto alla salute. Per questo motivo è essenziale occuparci di tutte e due le componenti. Se non stiamo bene, non è solo la parte fisica a risentirne ma anche quella mentale. E viceversa.

Va subito al punto la Dott.ssa Roncalli. “Spesso – dice – diamo alla parola “cura” il significato di “rimedio”, un intervento che ha lo scopo di guarire, un’azione limitata nel tempo, come la somministrazione di un farmaco. “Cura” ha però significati più ampio e complessi. La sua origine evoca premura, preoccupazione e interesse. Descrive uno spazio condiviso, un tempo continuato, un percorso e una relazione a servizio del bisogno, attraverso il sostegno verso l’altro. Un sostegno fondamentale quando pensiamo a tutte le diverse forme che può assumere la sofferenza di un essere umano (vulnerabilità, debolezza, malattia) e a quanto sia importante capire come accettare, accogliere, stare in contatto con le nostre parti più fragili“.

Tanto più che la malattia” – prosegue la Psicologa – (temporanea, cronica, o terminale) si presenta spesso inattesa e pretende molto da noi: accettazione di limiti che non eravamo disposti a considerare, fatiche da sopportare, cambiamenti nel modo di vivere e di agire. Anche nel modo di pensare e di pensarci, la malattia mette in discussione chi siamo e cosa facciamo“.

La persona si cura anche con il sostegno psicologico

Il punto è che tra mente e corpo non ci sono confini. E la Dott.ssa Roncalli lo chiarisce bene. “Tumore al polmone, fibromialgia o deficit erettile (per citare alcune condizioni molto diverse tra loro) manifestano sintomi differenti; possono però produrre (la stessa) ansia, rabbia, stress, paura. Occuparsi delle emozioni negative di un paziente non significa solo offrirgli sostegno psicologico ma anche metterlo nelle condizioni per ricevere supporto medico (per la sua malattia fisica)”.

La sofferenza non ha confini tra mente e corpo: per questo necessita di un intervento che racchiuda tutti gli aspetti della cura, a cominciare dal sostegno psicologico fornito da professionisti della salute mentale. Si tratta di un supporto con diversi obiettivi: sviluppare e potenziare risorse personali, esplorare bisogni e aspettative, imparare a gestire emozioni negative. Il sostegno psicologico ha lo scopo di sostenere la persona nella presa in carico dei suoi bisogni e dei suoi desideri; di aiutare l’individuo ad assumere un ruolo attivo nella sua vita perché non si senta sopraffatto o addirittura bloccato dalla patologia. Infine, restituire la responsabilità di ciò che può fare ciascuno, per se stesso e attraverso se stesso“.

Sostegno psicologico

Dalla prevenzione, alla diagnosi precoce, alla presa in carico, fino alla gestione consapevole della malattia, ognuno di noi, per tutta la vita, è inserito nel circuito della cura e dispone di strumenti per essere sostenuto dal punto di vista fisico, psichico, sociale. In un contesto focalizzato sulla patologia, restituire una posizione centrale alla persona permette di porre le basi per una cultura della salute psicofisica che non abbia il solo scopo di curare, ma anche di avere cura dell’essere umano in quanto tale“, conclude Marta Roncalli.

 

La Dott.ssa Marta Roncalli, Psicologa clinica, riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468.

Politerapica è Medicina Vicina. Vicina alla persona nella sua interezza. Ed è vicina perché ritiene che salute sia completo benessere fisico, psichico e sociale. Per questo noi trattiamo il paziente come entità unica, fatta di corpo e di psiche. Lo facciamo con professionisti di alto livello. Sono psicologi, neuropsicologi, psicoterapeuti, pedagogisti, sessuologi che lavorano insieme tra loro e insieme agli altri professionisti di Politerapica.

Sliste di attesa, con servizi di qualità elevata a prezzi accessibili.

 

10 Febbraio 2023
Abbiamo parlato di vita e di cura e anche di morte

Abbiamo parlato di vita e di cura e anche di morte. Lo abbiamo fatto in modo serio e in modo sereno. Con coraggio e semplicità. Lo abbiamo fatto in pubblico, davanti a tutti e con tutti, in presenza e in diretta streaming. Abbiamo parlato di quella fase della vita che inizia quando non ci sono più cure per la malattia. E abbiamo parlato della cura che non è vero che finisce ma che continua in un modo diverso.

E’ stato il 2 febbraio, presso la Sala Lombardia di ATS Bergamo. Qui abbiamo tenuto un incontro più che un convegno. Cura quando non c’è cura. Vita fino in fondo è stato il suo titolo. Il coraggio di esserci, il sottotitolo. Era aperto a tutti. E la partecipazione è stata molto alta. La sala era piena mentre in tanti erano collegati alla diretta. Lo avevamo annunciato come “due chiacchiere sulla vita e la cura oltre la cura“. E così è stato. Perché si può parlare di cose molto serie anche in modo semplice e sereno.

E’ stata un’esperienza intensa. Ricchi i suoi contenuti. Delicato il modo in cui sono stati trattati. Chi lo desidera la può rivedere qui:

 

Abbiamo parlato di vita e di cura e anche di morte

“Quando finiscono le possibilità di cura per una malattia, non finisce la vita. Inizia una fase nuova, spesso ancora ricca di esperienze, idee, sentimenti ed emozioni. Anche di problemi e sofferenze via, via crescenti che necessitano di essere affrontati e gestiti. Non finisce la cura. Inizia una cura nuova. Che può diventare un’opportunità. Il punto è saperlo. Il tema culturale intorno alla salute è ancora il tema centrale. Riguarda i singoli individui, la comunità, le istituzioni. La Società in tutte le sue componenti e i suoi strati.

Parliamo della cura di una fase della vita che ha piena dignità e che merita di essere vissuta in questa sua pienezza. Da parte di tutti. Con il coraggio di guardare le cose per quello che sono e di esserci. Diremmo, di viverle. E da vivere c’è molto. C’è la cura fisica e quella emotiva. C’è la relazione. Ci sono le molte cose pratiche della vita di tutti i giorni che riguardano la persona malata e chi le sta intorno.

Ma questa fase della vita ci fa paura. E non ce ne prendiamo cura. La deleghiamo ad altri. Da diversi punti di vista e quello medico – sanitario è solo uno di questi. Vivere la parte finale della vita però è ancora esercizio del vivere. Lo è per la persona interessata e per i suoi cari. Lo è anche per la comunità e per il sistema. E c’è molto da fare e molto che si può fare. Per questo ne parliamo”.

Così scrivevamo nel comunicato stampa con cui abbiamo dato notizia dell’appuntamento. E così abbiamo cercato di fare. Abbiamo posto l’attenzione sulla persona e sui suoi cari. Sulla vita dell’una e sulle vite degli altri. E lo abbiamo fatto guardando il tema da diversi punti di vista.

Ne abbiamo parlato in modo ampio

Con noi c’erano il Prof. Silvio Garattini, Presidente dell’Istituto Mario Negri e la Dott.ssa Paola Savoldelli, Psicologa presso l’Associazione Cure Palliative di Bergamo. C’era poi il Dott. Edoardo Manzoni, Direttore Generale dell’Istituto Palazzolo e la Dott.ssa Laura Mantegazza nella duplice veste di membro della Direzione Sanitaria di ATS Bergamo e di medico palliatore.

C’erano Don Tullio Proserpio, Cappellano dell’Istituto Nazionale dei Tumori e il Notaio Maria Campeggi dell’Associazione Cure Palliative di Bergamo. La Dott.ssa Sara Previtali, medico palliatore presso l’ASST Papa Giovanni XXIII e l’Ass. Marcella Messina, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo e Presidente del Collegio dei Sindaci della provincia di Bergamo.

Un contributo notevole è stato quello di Castigliano Licini, volontario di ACP Bergamo. Non meno notevole quello di Lucia De Ponti, Presidente di LILT Bergamo Onlus.

Insieme, tutti, col coinvolgimento del pubblico e col contributo di persone presenti in sala, hanno offerto una visione globale di un tema che era difficle. Diremmo più difficile per chi ascolta che per chi parla. E per questo, tutti si sono impegnati per parlarne in modo chiaro. Ha aiutato anche la formula adottata per gestire l’evento. Non una sequenza di interventi ma un dibattito tra tutti i presenti. E ci pare che abbia funzionato. Soprattutto grazie a loro e al fatto che avessero idee chiare e capacità di raccontarle in modo semplice e conciso.

Insieme si può. Insieme funziona – 2023

Questo era il primo appuntamento del progetto Insieme si può. Insieme funziona – 2023. Un progetto voluto da sei associazioni di volontariato impegnate in salute e da una struttura sanitaria privata impegnata nel sociale per promuovere la cultura della salute sul territorio e, con essa, favorire la prevenzione e la diagnosi precoce oltre che la corretta presa in carico:

Un progetto importante com eimportanti sono gli enti che infatti gli hanno concesso il loro patrocinio:

  • ATS Bergamo
  • ASST Bergamo Est
  • ASST Papa Giovanni XXIII
  • Humanitas Gavazzeni
  • Fondazione Angelo Custode
  • Collegio dei Sindaci della provincia di Bergamo
  • Ambito Territoriale di Seriate
  • Comune di Bergamo
  • Città di Seriate
  • CSV Bergamo

Senza contare la collaborazione che hanno poi voluto assicurare:

  • Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo
  • Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo

Un progetto che quest’anno prevede ben nove appuntamenti. In occasione di ognuno di essi, sono in programma attività di informazione e divulgazioni. Non solo, però. Ci sono anche attività di sensibilizzazione: incontri sul territorio, banchetti informativi, iniziative divertenti. Inoltre, sempre in ogni occasione, sono previste visite di prevenzione e diagnosi precoce messe a disposizinoe dei cittadini.

Abbiamo parlato di vita e di cura e anche di morte

L’incontro è durato un paio d’ore. Ci pare che abbiamo detto molto nel tempo relativamente breve che ci eravamo dati. In molti ci hanno ascoltato e la stampa ha dato molto risalto all’iniziativa.

Documenti

1. Cura quando non c’è cura – Presentazione
2. Cura quando non c’è cura – Comunicato
3. Cura quando non c’è cura – Convegno 2.2.2023
4. Cura quando non c’è cura – Bergamo, Febbraio 2023 – Attività
5. Cura quando non c’è cura – Locandina

Stampa

1. L’Eco di Bergamo – 01.02.2023
2. BergamoNews – 01.02.2023
3. L’Eco di Bergamo – 2.2.2023
4. Corriere Bergamo – 3.2.2023
5. L’Eco di Bergamo – 4.2.2023

Video

A questo link è disponibile una Playlist con diversi contributi: https://www.youtube.com/playlist?list=PLu2-8BMyaDinW_5eJbaO8FcqhvGCt3Bap:

  • videoregistrazione integrale del convegno del 2.2.2023
  • sigla di apertura
  • intervento a margine dei lavori del Prof. Silvio Garattini: 8 microfilmati
  • intervento a margine dei lavori del Dott. Edoardo Manzoni: 4 microfilmati
  • intervento a margine dei lavori di Don Tullio Proserpio: 1 microfilmato
  • intervento a margine dei lavori dell’Ass. Marcella Messina: 2 microfilmati
  • servizio TG Bergamo TV – 31.1.2023
  • servizio TG Antenna 2 – 1.2.2023

Foto
Abbiamo parlato di vita e di cura e anche di morte

19 Maggio 2022
Abbiamo conosciuto la tiroide e non solo

Abbiamo conosciuto la tiroide e non solo. Lo abbiamo fatto in occasione dell’incontro/convegno dello scorso 6 maggio, a Seriate. Abbiamo parlato della tiroide, di cosa sia, a cosa serva, del fatto che si ammali e del perché. Tra le sue malattie c’è il cancro. Non è molto pericoloso, è vero, ma c’è. Poi, ci sono gli altri problemi. Molti. Non ci siamo fermati qui. Parlando di gola, abbiamo parlato anche dei tumori della testa e del collo.

Seguire la videoregistrazione completa dei lavori non annoia di certo:

La tiroide. Una piccola farfalla molto potente

Quando un paziente si espone in pubblico per raccontare la sua storia, il messaggio è chiaro. Ha sperimentato sulla sua pelle la necessità di sapere e di essere correttamente informati. E anche quando un paziente raccomanda la prevenzione e la diagnosi precoce, il messaggio è chiaro. Lui che attraverso la malattia ci è passato o ci sta passando, ha sperimentato sulla sua carne quanto stiamo parlando di comportamenti necessari.

Ce ne sono stati due di pazienti che hanno partecipato al convegno La tiroide. Una piccola farfalla molto potente che si è tenuto Venerdì 6 maggio, a Seriate. E che lo hanno fatto anche con fatica fisica. L’iniziativa si teneva in occasione della Settimana Mondiale della Tiroide 2022 che quest’anno aveva per tema “Tiroide e salute: io mi informo bene”.

L’hanno organizzata LILT Bergamo Onlus, Ailar OdV – Associazione Italiana Laringectomizzati, A.I.Stom OdV – Associazione Italiana Stomizzati, Anvolt Onlus – Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i Tumori, Fincopp Lombardia OdV – Fed. Naz. Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico, Insieme contro il Sole dentro OdV e Politerapica di Seriate, insieme all’Ambito Territoriale di Seriate.

Abbiamo conosciuto la tiroide e non solo

E’ stato il terzo appuntamento del progetto Insieme si può. Insieme funziona, realizzato insieme da queste strutture con lo scopo di promuovere la corretta cultura della salute sul territorio e tra i cittadini. L’obiettivo è quello di favorire prevenzione e diagnosi precoce, le due armi più potenti di cui disponiamo soprattutto contro il cancro. .

E il convegno di Venerdì è andato proprio in questa direzione. Non solo sulla tiroide, però. Come abbiamo detto, abbiamo allargato il discorso ad un altro argomento di grande importanza, quello dei tumori della testa e del collo. E, ancora, abbiamo capito che non possiamo sbagliare. Ancora dobbiamo – dobbiamo! – fare prevenzione e diagnosi precoce.

Abbiamo conosciuto la tiroide e non solo – Documenti

1 – Settimana Mondiale della Tiroide – Sintesi dei lavori del convegno
2 – Settimana Mondiale della Tiroide – Comunicato – 02.05.2022
3 – Settimana Mondiale della Tiroide – Spunti di discussione
4 – Settimana Mondiale della Tiroide – 28.04.2022
5 – Settimana Mondiale della Tiroide 2022 – Dichiarazione Presidente A.I.T a Askanews

Stampa

L’Eco di Bergamo – 18.05.2022 – Convegno tiroide – Def

Foto

 

25 Ottobre 2021
Tumore alla prostata. Prevenzione ai sacerdoti.

Tumore alla prostata, prevenzione ai Sacerdoti o, meglio, per i Sacerdoti. L’Eco di Bergamo titola così un articolo sulla Pagina della Salute di Domenica 24 Ottobre 2021. Nell’articolo, il giornale riferisce dell campagna in corso per la prevenzione e la diagnosi precoce del cancro alla prostata, dedicata ai preti della Diocesi di Bergamo. LILT Bergamo la sta curando con Fincopp Lombardia e Politerapica. La Curia di Bergamo partecipa alla sua gestione.

Vai all’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 24.10.2021 – Screening prostata diocesi – Def

L’Eco di Bergamo attento a territorio e salute

L’Eco di Bergamo è sempre molto attento a quanto accade sul territorio. Il giornale bergamasco ha la capacità di occuparsi di questioni internazionali e nazionali, di economia, di cultura e di lavoro, senza trascurare la realtà quotidiana delle città e dei centri della nostra provincia.

Riferisce puntualmente e tiene aggiornati i suoi lettori su quanto accade e intorno a loro. Anche sulla salute. Questo è un argomento che segue con cura dalle sue colonne. Gli ha addirittura dedicato una Pagina che in realtà sono due, pubblicata ogni Domenica. La Pagina della Salute è affermata da tempo come riferimento qualificato per tutti. In particolare per i cittadini verso i quali svolge una efficace funzione di educazione alla salute. Educazione e informazione che rendono possibili la cura responsabile di sé insieme all’attenzione alla prevenzione e alla diagnosi precoce.  Da qui, poi, la promozione da comportamenti sani e orientati al benessere tra la popolazione.

Tumore alla prostata. Prevenzione ai sacerdoti.

Una campagna per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della prostata rivolta ai sacerdoti della Diocesi di Bergamo, dunque. Vi possono accedere gratuitamente tutti i sacerdoti dai 50 ai 78 anni di età.

E’ una campagna di prevenzione oncologica. Quello della prevenzione oncologica è un tema molto importante. Lo è soprattutto ora in un momento in cui, a causa della pandemia da Covid, molte delle attività di prevenzione sono state sospese. E’ facile quindi comprendere come Lilt Bergamo, Politerapica e Fincopp Lombardia  abbiano risposto con entusiasmo all’idea, nata durante un colloquio tra il Vescovo di Bergamo, Mons. Beschi, e la Presidente di LILT Bergamo, Lucia De Ponti.

Si sono infatti subito attivate insieme a Don Michelangelo Finazzi, Direttore della Patorale della Salute della Diocesi. Durante l’Estate hanno definito i dettagli della campagna che è ora in pieno svolgimento. Le visite vengono eseguite dal Dott. Oreste Risi e dal Dott. Michele Manica presso la sede di Politerapica, in Via Nazionale 93. I due medici sono esperti specislisti in Urologia. Collaborano da tempo con Politerapice e sono membri di Fincopp Lombardia. Qui fanno parte del suo comitato tecnico scientifico.

Il cancro della prostata

Il cancro della prostata è un tumore molto diffuso. Secondo la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, il cancro della prostata rappresenta il secondo tumore più frequente in molti Paesi occidentali. Ogni anno in Italia si registrano circa 37.000 nuovi casi.

25 Luglio 2021
Eriksen era morte cardiaca improvvisa

Il malore che ha colpito Christian Eriksen era morte cardiaca improvvisa. E’ successo sotto gli occhi delle televisioni di mezzo Mondo. Durante una partita dei recenti campionati europei di calcio, l’atleta si è improvvisamente accasciato al suolo. L’intervento immediato dei compagni di squadra e poi del personale sanitario ha permesso di salvarlo. Non è andata nello stesso modo con altri due giovani calciatori. Piermario Morosini e Davide Astori non ce l’hanno fatta. Erano giovani, erano atleti ma non è bastato.

Parte da qui l’articolo pubblicato oggi sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo che tratta di questa patologia. Lo ha curato il Dott. Fernando Scudiero, Cardiologo interventista, uno degli specialisti di Politerapica. Il Dott. Scudiero è uno straordinario cardiologo. Ha anche la dote di sapere scrivere molto bene. Qui ci racconta di un problema molto più diffuso di ciò che si pensi. Un problema che colpisce senza distinzioni di sesso, età e condizione fisica.

Vai all’articolo del Dott. Scudiero: L’Eco di Bergamo – 25.7.2021 – Morte cardiaca improvvisa – Def

La morte cardiaca improvvisa non solo di Christian Eriksen

La morte cardiaca improvvisa che ha colpito Christian Eriksen non è un fenomeno così raro. Spesso si nasconde dietro uno stato di apparente buona salute. Può essere causata da malattie del muscolo cardiaco che hanno come conseguenza una gravissima aritmia. Parliamo della fibrillazione ventricolare. In questa condizione, il cuore cessa di avere la sua normale attività ritmica. Inizia invece a «vibrare» ad una frequenza elevatissima. Cessa così di pompare il sangue al corpo e al cervello in maniera efficace. Questo evento porta inesorabilmente alla morte se si verifica in assenza di testimoni o di persone in grado di garantire una rianimazione. 

Incidenza preoccupante. Molteplici fattori.

L’incidenza della morte cardiaca improvvisa è di 1 caso per ogni 1000 abitanti. In Italia si stimano 50mila decessi ogni anno. Può essere provocata da molteplici fattori che rendono questo evento difficilmente prevedibile. Questi possono essere diversi in funzione dell’età del paziente.

Nei giovani, le cause più comuni sono anomalie cardiache genetiche. In queste condizioni, lo sforzo fisico rischia di essere “la scintilla che accende la miccia di una polveriera sconosciuta”. Tra queste ricordiamo le cardiomiopatie ipertrofica, dilatativa e aritmogena. Ci sono poi numerose sindromi congenite come quella del QT lungo e di Brugada.

Negli, adulti con età superiore ai 35, anni la patologia più frequentemente responsabile della morte cardiaca improvvisa è la cardiopatia
ischemica. Si verifica quando un coagulo interrompe improvvisamente il flusso di sangue all’interno di un’arteria coronaria. L’interruzione del flusso di sangue, con il passare dei minuti e delle ore, danneggia parte del muscolo cardiaco. Si innesca così un’aritmia maligna come la fibrillazione ventricolare.

Attenzione e capacità di intervento

Il 50% dei casi di morte cardiaca improvvisa si verifica in assenza di precedenti cardiologici di nota. Sono conseguenza di una cardiopatia silente. E’ importante misurare il rischio cardiovascolare individuale. Per farlo ci si deve basare sulla presenza di fattori di rischio. Tra questi ci sono tabagismo, ipertensione arteriosa, dislipidemia e diabete. E’ quindi utile proseguire con una valutazione cardiologica di base. Nei pazienti con uno o più sintomi sospetti, è necessario eseguire innanzitutto un elettrocardiogramma ed un attento esame ecocardiografico. Successivamente può essere eseguito un test da sforzo.

Quando ci si trova ad affrontare un caso di morte cardiaca improvvisa come quello di Christian Eriksen c’è una sola misura da adottare. Si tratta della rianimazione cardiopolmonare. Insieme a questa bisogna attivare subito la catena della sopravvivenza, tramite il servizio di emergenza territoriale.

Ad oggi sappiamo che anche il solo massaggio cardiaco può servire a mantenere le condizioni vitali e dare modo ai soccorritori di intervenire. Dovremmo essere tutti essere disponibili alla cultura della rianimazione cardiopolmonare. Chiunque, infatti, può salvare una vita.

Dott. Fernando Scudiero – Cardiologo interventista

Il Dott. Fernando Scudiero si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con il massimo dei voti con lode e menzione alla carriera accademica, discutendo una tesi di laurea sperimentale. Si è poi specializzato in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Università degli Studi di Firenze ancora con il massimo dei voti e la lode.

Le sue esperienze di studio lo hanno visto impegnato non solo presso le Università italiane dove si è laureato e specializzato ma anche presso l’Instituto di Ciencias Biomédicas Abel salazar dell’Universidade do Porto, Portogallo. Vanta notevoli competenze in Imaging cardiovascolare e alta intensità di cure.

Ricopre il ruolo di Dirigente Medico presso l’U.O.C. di Cardiologia dell’ASST Bergamo Est. E’ tra gli specialisti di Politerapica. Collabora con noi per effetto di una convenzione tra le due strutture. Nella nostra struttura esegue visite e esami. Lo fa nell’ambito del progetto Medicina Vicina.

Dott. Fernando Scudiero - Cardiologo interventista

Dott. Fernando Scudiero – Cardiologo interventista

 

Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93
Per informazioni e prenotazioni, tel. 035.298468

23 Maggio 2021
La pelle è una protezione da proteggere

La pelle è una protezione da proteggere. Crediamo di saperlo. Lo sentiamo dire in continuazione alla televisione. Lo ripete la pubblicità di questa o di quella crema, di questo o di quel sapone. Il punto è sapere se lo sapiamo davvero. Intendiamo dire: lo sappiamo in modo corretto? Ci è davvero chiara questa nozione?

8 Maggio 2021
Unite contro il Melanoma a Bergamo

Unite contro il Melanoma a Bergamo. Politerapica – Terapie della Salute, LILT Bergamo Onlus e Insieme con il Sole dentro agiscono insieme sul territorio nella Giornata contro il Melanoma 2021. Le tre strutture hanno messo in campo diverse iniziative per la prevenzione e la diagnosi precoce.

25 Aprile 2021
Il Dott. Perrucchini racconta le vene varicose

Il Dott. Giovanni Perrucchini racconta cosa siano le vene varicose sulla pagina della Salute dell’Eco di Bergamo del 25.4.2021. Qui si può scaricare l’articolo integrale, in formato .pdf: L’Eco di Bergamo – 25.4.2021 – Vene varicose – Dott. Perrucchini

Giovanni Perrucchini è un professionista di notevole esperienza, specialista in chirurgia generale che da tempo collabora con Politerapica. Qui svolge attività medico-specialistica di chirurgia vascolare e esegue visite, eco-colordoppler arteriosi e venosi e interventi di piccola chirurgia ambulatoriale. Svolge inoltre attività chirurgica presso la Casa di Cura Palazzolo di Bergamo.

Le vene varicose

L’articolo inizia in modo un po’ provocatorio: “Tutti sanno (o credono di sapere, che è ben diverso!) cosa siano le varici degli arti inferiori, ma è sempre utile fare chiarezza. Bisogna innanzi tutto dire cos’è la patologia varicosa: una dilatazione delle vene superficiali delle gambe e delle cosce”.

E’ una patologia molto frequente nell’età adulta e arriva addirittura a colpire il 70% delle persone che hanno più di 60 anni. Interessa uomini e donne anche se si manifesta in modo maggiore nel sesso femminile. Ci sono alcuni fattori che predispongono alla malattia: fattori genetici, ambientali e lavorativi. Se per i primi le possibilità di intervento sono pressoché nulle, si può agire in modo significativo sugli altri due per prevenire l’insorgere di un disturbo che può portare problemi seri.

Peggiora in modo progressivo

Spiega il Dott. Perrucchini: “La malattia si manifesta inizialmente con una minima dilatazione superficiale cutanea, i cosiddetti «capillari». Progredendo, giunge a dilatazioni maggiori del tronco venoso, le vere e proprie varici. Si passa quindi da strie verdi-bluastre sottocutanee che crescono fino a vere e proprie estroflessioni della cute palpabili direttamente”.

“I sintomi della patologia varicosa” – prosegue lo specialista – “iniziano con pesantezza agli arti inferiori, comparsa di teleangectasie (ancora, i «capillari »), dolori durante la stazione eretta, crampi notturni, fino ad arrivare al gonfiore delle caviglie, che possono poi degenerare in flebite, trombosi e ulcere, creando problemi ancora più seri”.

E ancora: “Come sempre, è fondamentale intervenire in fase precoce. Arrivare tardi, infatti, significa spesso dover correre ai ripari su situazioni complesse che si sarebbero potute evitare”.

Diagnosi e cura

Bisogna innanzi tutto dire che per valutare correttamente un quadro di varici è necessario esaminare bene il sistema venoso profondo. Attraverso questo sistema avviene il trasporto maggiore di sangue dalla periferia al cuore. Lo si studia in modo approfondito con l’eco-color-doppler. Questa è una tecnica che “utilizza solo ultrasuoni e serve a verificare sia la normalità del circolo venoso profondo (e quindi l’assenza di trombosi e/o flebiti, che controindicano eventuali trattamenti), sia la presenza di varici e incontinenza del circolo venoso superficiale”.

“Alla diagnosi” – spiega ancora il dottor Giovanni Perucchini – “si arriva con una visita specialistica e l’ecocolordoppler. Da qui si definisce il  piano dei trattamenti che possono essere preventivi, para-estetici e terapeutici”.

“Gli interventi preventivi e para-estetici includono trattamenti con laser transdermico e iniezioni sclerosanti. Con questi si porta notevole beneficio alle gambe con ottimi risultati anche estetici, senza la necessità di procedure più pesanti e maggiormente aggressive. Quando le vene varicose hanno invece raggiunto dimensioni ragguardevoli si deve ricorrere a trattamenti terapeutici che si dividono in chirurgici tradizionali e mini invasivi endovasali con laser. L’intervento chirurgico tradizionale viene praticato solo in casi estremi. Prevede un’anestesia di solito spinale e lo «stripping» o rimozione della grande safena stessa. Sono però necessarie incisioni cutanee maggiori ed un decorso post-operatorio un po’ più pesante”.

Bisogna prevenire!

“La prevenzione” – conclude il dott. Giovanni Perrucchini – “rimane un’arma potentissima per una patologia così diffusa che spesso deve essere curata in modo chirurgico. Stili di vita corretti, alimentazione sana e giusto movimento sono la ricetta ideale, insieme a controlli periodici”.

 

Il Dott. Giovanni Perrucchini visita in Politerapica.
Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93.
Per informazioni e puuntamenti: tel. 035.298468.

 

 

23 Aprile 2021
Bergamo Salute - Aprile 2021 - Politerapica - Immagine paziente al centro

In Politerapica la persona sta al centro dell’attenzione del team multidisciplinare. Specialisti e terapisti, insieme, prendono in carico il paziente e non la malattia, lo accolgono e lo accompagnano attraverso tutto il percorso di diagnosi e cura. Poi… continuano a restare un riferiemento per lui e per i suoi cari. Questo e pure di più scrive Bergamo Salute in un articolo pubblicato sul numero di Marzo-Aprile 2021.

Il paziente è una persona

Pare un’affermazione ovvia ma forse non è sempre così. Il paziente non è la sua malattia e non è neppure semplicemente un “paziente”: il paziente è una persona fatta di corpo, di mente, di emozioni, di sentimenti, di relazioni. Quando ha un problema, soffre per quel disturbo ma quel disturbo è una parte della sua vita e della sua quotidianità. Questa è la convinzione di Politerapica.

“Il paziente per noi è una persona nella sua interezza, non limitata al suo specifico disturbo. Su questo principio si basa il nostro approccio multidisciplinare, in cui il paziente è accolto, preso in carico posto al centro dell’attenzione della struttura dove professionisti delle diverse specialità medico-chirurgiche, professionisti sanitari, sicologi e collaboratori lavorano insieme per assicurare un percorso di diagnosi e cura attento e completo”. Lo racconta nell’articolo Pasquale Intini, direttore di Politerapica – Terapie della Salute, struttura sanitaria che
opera dal 2008 a Seriate.

Politerpica sta nel territorio

Il secondo punto chiave della missione aziendale di Politerapica è il ruolo della struttura sul territorio. Un ruolo fondato su principi di responsabilità sociale di impresa e sulla necessità di rispondere ad esigenze dei cittadini. Ne deriva una relazione costante col territorio, le amministrazioni pubbliche, le strutture socio-sanitarie e, soprattutto, con le persone.

Continua Pasquale Intini: “La nostra attività è incentrata su tre pilastri: il primo è la responsabilità sociale di impresa, cioè non poniamo attenzione al solo profitto ma svolgiamo un ruolo nel tessuto socio-economico in cui operiamo, attraverso il secondo pilastro che è la sinergia con strutture, enti e professionisti socio-sanitari presenti sul territorio. Il terzo pilastro è la risposta alle esigenze di salute dei cittadini e del territorio: la struttura deve avere la capacità di organizzarsi rapidamente per far fronte in modo efficace alle esigenze dei cittadini. Le nuove attività nate durante la pandemia ne sono una prova tangibile”.

Ambulatori Covid

L’articolo di Bergamo Salute spazia sulle diverse attività di Politerapica

  • ambulatorio polispecialistico Medicina Vicina
  • riabilitazione neuromotoria
  • riabilitazione pelvi-perineali
  • sostegno gravidanza e neonatalita. bambini e genitori
  • ambulatori multidisciplinari specifici

e si concentra poi sugli ambulatori avviati durante la pandemia per contribuire a combarrete il Covid.

Ancora, la rivista riporta le parole di Pasquale Intini: “…sono nati l’ambulatorio test Covid-1,9 in collaborazionecon Synlab, per offrire diversi esami (tamponi ed esami sierologici) e l’ambulatorio di recupero e riabilitazione dopo Covid-19. È ormai chiaro che la malattia in forma grave non si esaurisce con la dimissione dall’ospedale o un test negativo. I pazienti che sono stati affetti da Covid-19 hanno bisogno di assistenza per favorire un più rapido ed efficace recupero, in primis attraverso un supporto psicologico esteso anche ai familiari che hanno vissuto lutti o sono stati coinvolti nella sofferenza del malato.

Il team multidisciplinare di questo ambulatorio comprende diverse figure professionali: anestesista rianimatore, fisiatra con esperienze di riabilitazione cardio-polmonare, fisioterapisti, dietologo e psicologo”

Ambulatorio Chirurgia Pediatrica

Tra i diversi ambulatori multidiciplinari specifici di Politerapica, quello dedicato alla Chirurgia Pediatrica è un fiore all’occhiello. Bergamo Salute lo pone in evidenza in un box a margine dell’articolo principale.

“Sono diversi i problemi che dalla nascita all’adolescenza possono colpire il neonato prima, il bambino poi e infine il ragazzo. Possono essere patologie congenite o acquisite, presenti già alla nascita o evidenziate nei primi anni di vita. Spesso si tratta di patologie relativamente comuni ma da non sottovalutare perché, se non trattate, possono avere conseguenze anche gravi nel presente e poi nell’età adulta. Tra queste:

  • reflusso gastro esofageo nel lattante e nel bambino più grande
  • ernia inguinale o della parete addominale
  • idrocele
  • fimosi ed aderenze balano-prepuziali
  • testicolo ritenuto
  • varicocele
  • neoformazioni cutanee o sottocutanee
  • molluschi contagiosi
  • onicocriptosi.

A questi disturbi si aggiungono quelli del pavimento pelvico: incontinenza, enuresi, stipsi per citarne alcuni. Questi problemi devono essere  0pportunamente affrontati anche per prevenire la perdita di autostima del bambino, con ripercussioni fino all’età adulta.

Sono problemi che devono essere curati in équipe, anche in questo caso con un corretto approccio multidisciplinare. Le principali figure coinvolte sono il chirurgo pediatrico, lo psicologo, il fisioterapista riabilitatore pelvico e l’ostetrica riabilitatrice pelvica ai quali si possono
affiancare pediatra, fisiatra, dietologo, endocrinologo, dermatologo  tutti gli altri specialisti di Politerapica.

L’ambulatorio si pone come struttura di primo livello per le patologie trattate, prendendo in carico il paziente pediatrico in sinergia con le strutture di livello superiore presenti sul territorio. In particolare, l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dotata di un’équipe di eccellenza”.

Non bastano due pagine

Per parlare di Politerapica, della sua missione aziendale e del suo approccio, delle sue attività e dei suoi professionisti non bastano certo due pagine. In questo spazio, però, Bergamo Salute è riuscita ad esprimere bene l’idea di quello che è la nostra struttura e la sua visione.

Trovate qui l’articolo: Bergamo Salute_59_doppie 36

 

Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93
Per informazioni e prenotazioni, tel. 035.298468

 

28 Marzo 2021
Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina

Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina sulla Pagina della Salute dell’Eco di Bergamo del 28.3.2021. E non solo questo. La Dott.ssa Maria Enrica Daniela Pina è un chirurgo di notevole esperienza. Opera presso l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Alzano Lombardo che fa parte dell’ASST Bergamo Est e visita in Politerapica per convenzione tra l’Azienda ospedaliera e la nostra struttura. Svolge attività professionale da oltre vent’anni, curando sempre il rapporto diretto con le persone che si rivolgono a lei. Grande competenza, dunque, la sua, e anche grande umanità. Sono questi gli ingredienti che le permettono di scrivere articoli su temi complessi della chirurgia con cognizione di causa, per le persone comuni.

Dott.ssa Maria Enrica PinaColecisti o cistifellea?

Colecisti e cistifellea sono sinomimi e indicano un organo dell’apparato digerente. Parte da qui la Dott.ssa Pina. La sua funzione – continua – è quella di “immagazzinare la bile prodotta dal fegato e di rilasciarla nel duodeno durante il processo della digestione”.

Fin qui tutto bene. Il fatto però è che, come tutte le altre parti del corpo umano, anche questa si può ammalare. “La calcolosi della colecisti è una malattia che colpisce quest’organo. E’ dovuta all’aumento della concentrazione di colesterolo nella bile con formazione di cristalli (microcalcoli). Questi successivamente aumentano di volume, da pochi millimetri fino a 4-5 cm”. Parliamo di una malattia che “colpisce maggiormente le donne, 4 volte di più rispetto ai maschi. Le gravidanze, l’obesità, le malattie infiammatorie dell’intestino e l’ereditarietà sono fattori che predispongono a questa patologia”.

135.000 nuovi casi all’anno

“Una malattia diffusa”, spiega la dott.ssa Maria Enrica Pina. “La malattia è presente in circa il 10-15% della popolazione adulta nei Paesi occidentali e ogni anno una parte di queste persone (tra l’1 e il 4%) diventa sintomatica. In Italia ci sono 135.000 nuovo casi all’anno per un totale stimato di 2,5 milioni di persone portatrici di calcolosi della colecisti”.

Finché rimane silente, la calcolosi della colecisti non dà problemi. Quando però cominciano a manifestarsi i sintomi, possiamo ben dire che sono dolori! “Può manifestarsi improvvisamente – scrive la Dottoressa – con colica biliare caratterizzata da dolore alla bocca dello stomaco e sotto l’arcata costale destra. A volte può manifestarsi direttamente con una malattia più complicata come la colecistite acuta, cioè l’infiammazione della colecisti. Oppure con l’ittero, dovuto alla migrazione dei calcoli dalla colecisti nella via biliare che si ostruisce; ciò provoca aumento di bile nel sangue (itterizia). O, ancora, con la pancreatite acuta, una grave infiammazione del pancreas, dovuta alla migrazione dei calcoli nella via pancreatica”.

A quel punto si opera

Quando ci sono i sintomi, si opera. L’intervento chirurgico consiste nell’”asportazione della colecisti e dei calcoli in essa contenuti. Si rimuove così l’organo malato evitando complicanze per la possibile migrazione dei calcoli”. La colecistectomia, come si dice in termini medici.

Questo è un intervento che viene eseguito da oltre un secolo. Può essere praticato “con tecnica tradizionale, attraverso un taglio sull’addome, o per via laparoscopica, detta tecnica mininvasiva. Fino agli anni 90 si adottava la sola tecnica tradizionale. Dal 1990 in poi si è iniziata a diffondere la tecnica laparoscopica che oggi rappresenta la metodica migliore e più adottata per l’intervento in elezione, cioè programmata”.

La laparoscopia una rivoluzione

Vent’anni di esperienza professionale presso l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Alzano Lombardo, diretta dal Dott. Pierpaolo Mariani. Circa 5.000 interventi eseguiti. Con questi numeri, la Dott.ssa Pina può descrivere in modo semplice e chiaro una procedura che ha rivoluzionato la chirurgia generale.

“Si esegue in anestesia generale. Si insuffla anidride carbonica nella cavità peritoneale in modo da poter ottenere uno spazio necessario ad operare dal suo interno. Sulla parete addominale si praticano quattro piccoli tagli: uno da 1 cm sovraombelicale e altri tre da 5 mm nella parte superiore dell’addome. Qui si inseriscono una particolare telecamera e gli strumenti necessari per procedere. Si isola quindi la colecisti, sezionando il dotto cistico e l’arteria cistica che la collegano al nostro corpo; successivamente la colecisti viene staccata dal fegato ed estratta, con tutti i suoi calcoli all’interno, attraverso il taglio sopra l’ombelico”.

Dura di meno e guarisce prima

La tecnica laparoscopica è più rapida di quella tradizionale e guarisce prima. “È poco invasiva” – racconta ancora la Dott.ssa Pina – “procura minore dolore, permette un decorso più rapido e una ripresa migliore. La rapidità del decorso ha raggiunto livelli notevoli. Nel reparto in cui opera, per esempio, da circa un anno, in casi selezionati, la dimissione può avvenire anche il pomeriggio successivo all’intervento. Di regola avviene comunque in seconda giornata post-operatoria”.

Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina

Qui è possibile scaricare l’articolo integrale in fomrato .pdf: L’Eco di Bergamo – 28.3.2021 – Cistifellea, Marika Pina – Def