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Il controllo dei “Nei”
Perché, come, quando

17 Maggio 2016

Articolo del Dott. Giambattista Manna

L’articolo che segue sui Nei o Nevi – quando sono pericolosi, come si controllano, come si curano – è stato messo cortesemente a disposizione dal Dott. Giambattista Manna, medico chirurgo, specialista in Dermatologia.


IL CONTROLLO DEI “NEI”

I “nei” (o per meglio dire nevi, termine più corretto e che si ritrova infatti sui referti delle visite dermatologiche) rappresentano uno dei principali motivi di accesso agli ambulatori dermatologici, per sospetto specifico sulla loro natura o per controllo periodico.
La famiglia dei nevi è molto ampia: con questo termine vengono infatti indicate lesioni diverse. È quindi necessario specificare che quelli normalmente soggetti a confronto e valutazione nell’ottica di una diagnosi precoce del melanoma, ovvero il tumore che può “mascherarsi” da nevo, sono i nevi melanocitici.
Essi sono per l’appunto composti da melanociti, ovvero da quelle stesse cellule che si ritrovano, con una distribuzione uniforme, in tutta la pelle e che sono responsabili della pigmentazione cutanea e della protezione dai raggi solari. Queste cellule infatti producono melanina, il pigmento che “filtrando” i raggi UV, funziona verso di essi come uno schermo naturale a vantaggio delle strutture anatomiche sottostanti.
Nei nevi melanocitici si ritrova una concentrazione maggiore di melanociti ed una loro distribuzione particolare negli strati che compongono la cute: queste caratteristiche determinano il diverso aspetto che essi possono assumere, siano essi congeniti oppure acquisiti.

Melanoma, come si è detto, è invece il nome del tumore che può “mascherarsi” da nevo. Anch’esso è costituito da melanociti, ma si tratta di melanociti atipici, ovvero che da cellule “protettive” per l’organismo divengono invece aggressive ed invasive, moltiplicandosi e diffondendosi orizzontalmente e – caratteristica che rende questo tumore assai pericoloso – anche verticalmente, fino a raggiungere, nei casi più avanzati, i vasi linfatici ed ematici, vie di diffusione delle cellule maligne ai linfonodi ed agli altri organi. Il melanoma può, più frequentemente, insorgere su cute normale o, più raramente, nel contesto di un nevo preesistente. Sono anche possibili melanomi ungueali, in diverse parti dell’occhio, in sedi mucose ed in altri distretti anatomici. I melanomi, inoltre, non sono tutti uguali tra di loro: ne esistono forme più rapidamente aggressive, forme che prediligono alcune sedi cutanee oppure forme più tipiche di alcune età della vita o di alcune etnie specifiche. Tuttora il fondamento per la terapia più efficace dei melanomi passa attraverso la diagnosi precoce e l’asportazione chirurgica completa. Una volta avuta la conferma che la lesione asportata è effettivamente un melanoma, il paziente, sulla base soprattutto delle caratteristiche microscopiche dello stesso, verrà indirizzato in un percorso oncologico specifico che può prevedere ulteriori interventi e/o altre terapie collaterali e soprattutto un programma di visite e controlli strumentali in ambiti specialistici diversi.

Quando ci si sottopone a visita dermatologica per il “controllo dei nei”, il dermatologo osserva tutta la cute del soggetto, sia semplicemente con i propri occhi, per darne una valutazione “clinica”, sia mediante uno strumento detto dermatoscopio, ovvero un sistema di lente combinata ad una fonte luminosa, che permette di osservare il cosiddetto “pattern” (la combinazione, in ingrandimento, di colori, forme e disposizione della pigmentazione), l’aspetto dei margini, la presenza e la forma di eventuali piccoli vasi sanguigni e poi di microsquame/croste/ulcerazioni ed altre caratteristiche.

Nell’ottica di una diagnosi precoce del melanoma, ma anche di altre possibili neoplasie cutanee, è raccomandabile una visita dermatologica per tutti gli adulti, in modo da poter anche programmare il corretto follow-up caso per caso (ad esempio sulla base della eventuale familiarità per tumori cutanei, o per la presenza di nevi o condizioni dermatologiche particolari, che rendono il controllo dermatologico ancor più essenziale). Per i pazienti pediatrici va eseguita anzitutto una valutazione da parte del pediatra, il quale poi indirizzerà al dermatologo i pazienti con lesioni eventualmente sospette per farle valutare.
Oltre alle valutazioni dermatologiche periodiche, imprescindibili, è essenziale l’autovalutazione regolare della propria pelle ed anche la mutua valutazione all’interno dei nuclei familiari: in questo senso, spesso, nelle campagne di sensibilizzazione sulla “questione melanoma” (ovvero il costante aumento di casi registrato negli ultimi anni) si parla della regola dell’ABCDE. Con queste cinque lettere così facili da ricordare ci si riferisce alle iniziali dei più importanti aspetti a cui badare relativamente alle lesioni pigmentate cutanee proprie e dei propri cari:

  • Asimmetria:
    in linea generale un tumore non si sviluppa ordinatamente ed armoniosamente come invece fa una lesione benigna, per cui si può affermare che, mentre la maggioranza dei nevi sono simmetrici nella forma, il melanoma spesso invece non lo è, presentando propaggini ed irregolarità che lo allontanano dalla classica forma grossomodo circolare propria di gran parte dei nevi;
  • Bordi:
    sempre seguendo il ragionamento precedente, mentre un nevo ha generalmente bordi regolari in tutto il suo contorno, il melanoma frequentemente presenta invece punti in cui lo stacco tra la lesione e la cute sana può essere nettissimo, in contrasto con altri punti in cui invece esso risulta assai più sfumato rispetto a un nevo;
  • Colore:
    se, guardandoli, possiamo, per la gran parte dei nevi, descriverli con un colore unico (marrone chiaro, marrone scuro), sovente per un melanoma questo non è possibile, potendo coesistere al suo interno colori diversi con possibili aree nere, bluastre, biancastre, marroni ed anche rosee o rossastre;
  • Dimensioni:
    questo aspetto va considerato in una prospettiva soprattutto dinamica in quanto mentre i nevi presentano una stabilità dimensionale nell’adulto o comunque una lenta evoluzione fisiologica negli anni, il melanoma, nella netta maggioranza dei suoi sottotipi, presenta tipicamente una crescita più rapida, oltre che irregolare: vanno considerati sia rapidi aumenti dimensionali “orizzontali” (la lesione “si allarga”) sia quelli “verticali” (una lesione piana diviene in breve nodulare in una sua parte o nella sua interezza);
  • Evoluzione:
    è forse il punto più importante e che riassume un po’ tutti gli altri: una lesione cutanea che mostri evoluzioni e modificazioni nei suoi vari aspetti in tempi rapidi può meritare un approfondimento (rientra in questo punto anche l’evoluzione più “estrema”, ovvero ad esempio la comparsa di eventuale sanguinamento spontaneo).

Per quanto riguarda lo stile di vita, relativamente alla possibile prevenzione del melanoma e con esso anche di molti altri tumori cutanei, oltre alle generali raccomandazioni valide in ambito oncologico generale (ad esempio astensione dal fumo e corretta alimentazione), va sottolineata l’importanza di una adeguata fotoprotezione fin dall’infanzia (argomento che va discusso anche nell’ambito della visita dermatologica). Alcune regole generali da ricordare sono che le ore centrali della giornata (indicativamente tra le 10 e le 16) sono quelle a maggior rischio di ustione, che alcune sedi corporee (come il volto) risultano generalmente esposte agli UV estate e inverno e meritano dunque una particolare attenzione ed infine che l’esposizione alle lampade UV può costituire un fattore di rischio aggiuntivo.

Dott. Giambattista Manna
Medico chirurgo – Specialista in Dermatologia