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La salute respiratoria del bambino
Cosa, come, quando…

6 Maggio 2017

Articolo del Dott. Sergio Clarizia

L’articolo che segue sulla salute respiratoria del bambino è stato messo cortesemente a disposizione dal Dott. Sergio Clarizia, medico chirurgo, specialista in Pediatria a indirizzo Neonatologico e in Anestesia e Rianimazione.

Nel corso della sua lunga attività professionale, in importanti Istituti nazionali e internazionali, il Dott. Clarizia ha maturato una importante esperienza come Pediatra, Anestesista Pediatrico e esperto di Allergologia.


LA SALUTE RESPIRATORIA DEL BAMBINO

Le infezioni respiratorie sono malattie molto comuni nei primi anni di vita del bambino e sono legate sia alla fisiologica immaturità del sistema immunitario, sia alla peculiare struttura anatomica e funzionale delle vie aeree ancora in via di sviluppo. Ulteriori fattori predisponenti sono l’affollamento, inteso come numero di fratelli, densità abitativa domestica e frequenza di comunità chiuse, l’esposizione a fumo passivo, l’eccessivo riscaldamento domestico o microclimi troppo secchi o umidi (<25% o >60% di umidità). Generalmente il sesso maschile è più colpito di quello femminile.
Nella maggior parte degli episodi infettivi sono interessate le alte vie aeree (naso, faringe, laringe), mentre le basse vie aeree (trachea, bronchi, bronchioli, alveoli) sono coinvolte in meno del 20% dei casi, anche se spesso hanno manifestazioni cliniche più gravi.

Malesseri comuni

Ci sono malattie così frequenti che difficilmente un bambino le potrà evitare, sono malesseri e disturbi comuni a tutti i bambini. Del resto fa parte della crescita del bambino anche la malattia, è una sorta di tappa obbligata. A patto che non determinino nel bambino complicazioni ripetute, disturbi come il raffreddore, la tosse, il mal di gola servono a stimolare nel piccolo le difese immunitarie e quindi a costruire un patrimonio immunitario utile in futuro a far fronte con efficacia ai microbi e alle infezioni.

Esistono altri problemi, come l’asma, anch’essa molto frequente, che è causata sia da una predisposizione genetica che dalla presenza di fattori scatenanti.

Il raffreddore

Può succedere che un bambino sia sempre raffreddato o abbia frequenti infezioni delle via aeree superiori. È infatti normale che un bambino contragga il raffreddore almeno 8 volte l’anno, dato che esistono centinaia di virus differenti e i bambini li stanno incontrando per la prima volta. Gradualmente costruiscono le difese immunitarie e a poco a poco si ammaleranno meno frequentemente, in ogni caso la maggior parte dei raffreddori migliora nel giro di una settimana.

Che cosa fare

  • Non somministrate antibiotici, poiché il raffreddore è causato da virus e non da batteri.
    Gli antibiotici non servono.
  • Non ci sono farmaci davvero efficaci per la cura di tosse e raffreddore, la precauzione migliore è quella di mantenere pulito il naso; per sciogliere e lavare via le secrezioni, sono efficaci  le soluzioni saline ipertoniche al 3%  da spruzzare o introdurre nelle narici più volte al giorno.
  • Cercate di far soffiare bene il naso al bambino, tappategli una narice per volta mentre soffia.
  • Evitate i decongestionanti nasali, se non è stato il pediatra a prescriverli; un uso eccessivo e improprio può por tare ad atrofia della mucosa nasale.
  • Fate bere di più il bambino, proponendogli frequentemente sorsi di acqua: l’acqua, anche quella che si beve, aiuta a sciogliere le secrezioni.
  • Mettete un cuscino o una coperta sotto il materasso del bambino piccolo per alzargli la testa in modo da aiutarlo a respirare meglio e di conseguenza a farlo dormire meglio.
  • Se si manifestano anche febbre e dolore, potete trattarli con il paracetamolo o con l’ibuprofene alle dosi consigliate dal vostro pediatra.
  • Esortate tutta la famiglia a lavarsi le mani per evitare il contagio con le secrezioni infette. La maggior parte delle infezioni sono trasmesse attraverso le mani

La tosse

Non si deve aver paura della tosse perché è un’amica della respirazione. Infatti elimina tutto quello che può essere entrato nelle vie respiratorie e che fa male all’organismo, dai virus ai corpi estranei. Non occorre combatterla subito con le medicine. La tosse, quasi sempre, è provocata da motivi semplici come una infezione delle vie respiratorie o da irritazioni quando nell’ambiente c’è molto fumo o l’aria è troppo secca. Quasi tutti i bambini hanno la tosse in alcuni periodi dell’anno, soprattutto quando vanno all’asilo o a scuola e quando frequentano ambienti affollati.

Che cosa fare

  • Date spesso da bere al bambino: le bevande liberano le vie respiratorie e aiutano il “catarro” a sciogliersi. L’acqua è il più efficace ed economico mucolitico. È bene scegliere sempre le bevande che piacciono al bambino, così avrà più voglia di bere. Vanno bene anche quelle calde come latte, tè, camomilla. Se non vuole bere o mangiare non forzatelo. Tossendo, potrebbe vomitare tutto.
  • Umidificate l’aria: quando è acceso il riscaldamento e se l’ambiente è molto secco, è bene tenere sopra i radiatori due asciugamani di spugna sempre bagnati. Evitate di usare prodotti balsamici e profumati da sciogliere nell’acqua perché il loro profumo potrebbe irritare i bronchi del bambino e aggravare la tosse.
  • Non fumate in casa perché il fumo irrita le vie respiratorie.
  • Ricorrete alle medicine solo dietro parere del pediatra: i mucolitici e gli espettoranti quasi sempre sono inutili. Non ci sono prove che dimostrano la loro utilità. Se la tosse è catarrale, si possono instillare nel naso soluzioni saline che servono a sciogliere il muco. Se la tosse è secca, fastidiosa, irritante per il bambino, che non riesce a dormire bene, si possono usare i vapori di acqua calda, bollente, ma fate attenzione che il bambino non si scotti. Se il bambino ha più di un anno potete proporgli da bere acqua, limone, miele; i calmanti della tosse possono essere dati a bambini dai 18-24 mesi in avanti, ma sotto prescrizione medica.

Il mal d’orecchio (l’otite).

È un’infiammazione della parte interna dell’orecchio, che determina spesso dolore ed è dovuta ad accumulo di muco e all’infezione conseguente. Le otiti spesso sono dovute a infezioni virali, in un numero minore di casi dipendono da infezioni batteriche, che si giovano della cura con antibiotici. Spesso sono conseguenti a un raffreddore; può esserci febbre. Il bambino potrebbe avere la sensazione di sentirsi tirare o sfregare in un orecchio, ma i piccoli non sempre riescono a capire da dove viene il dolore e possono anche solo piangere e apparire abbattuti e infastiditi.

Che cosa fare

  • Se vostro figlio ha mal d’orecchio, ma per il resto sta bene, può essere somministrato paracetamolo o ibuprofene ogni 12-24 ore per due-tre giorni.
  • Se c’è febbre il paracetamolo è indicato anche ogni 5-6 ore, alla dose di 10-15 mg per chilo di peso corporeo, in attesa di portare il bambino dal pediatra.
  • Non mettete olio o gocce otologiche nelle orecchie di vostro figlio senza consiglio medico.
  • Effettuate lavaggi nasali con abbondante soluzione fisiologica, poi fate soffiare delicatamente il naso al bambino.

Quando telefonare al pediatra

  • Se c’è dolore e febbre e il bambino appare sofferente.
  • Se fuoriesce secrezione di pus dall’orecchio.
  • Se il bambino è piccolo e piange e si tocca le orecchie.

Ricordate

Dopo un’otite il vostro bambino potrebbe avere problemi di udito per un periodo che va dalle due alle sei settimane. Se il problema persiste ulteriormente consultate il pediatra per approfondimenti.

Il mal di gola

La gola infiammata, detta anche faringite, si presenta con le mucose color rosso intenso, meglio visibili con l’aiuto di una sorgente di luce come una pila. Se vostro figlio è piccolo, potete sospettare un’infiammazione alla gola se rifiuta di mangiare o comincia a piangere durante il pasto. Se è più grande, sarà lui stesso a dirvi che gli fa male la gola quando mangia o deglutisce. La maggior parte delle infiammazioni della gola è causata da virus (gli stessi che causano il raffreddore). In circa il 10% dei casi c’è invece un microbo responsabile della faringite: lo streptococco, che infetta maggiormente i bambini dai 3 anni in su: per scoprirlo si può eseguire un tampone faringeo e mediante l’esame culturale o un test rapido, di pochi minuti, è possibile sapere se questo microbo è presente nella gola del bambino. L’identificazione è importante, poiché senza una terapia adeguata si possono verificare alcune rare ma serie complicazioni (malattia reumatica o glomerulonefrite). Un trattamento tempestivo previene anche il diffondersi dello streptococco a familiari e amici. Associata alla faringite c’è quasi sempre la tonsillite, cioè l’arrossamento e il gonfiore delle tonsille. I bambini con tonsillite dormono con la bocca aperta, spesso si svegliano al mattino con la bocca asciutta e la gola irritata. In questi casi l’uso dell’umidificatore può dare beneficio al piccolo ammalato. Generalmente la malattia dura 3 – 4 giorni. Lo streptococco risponde molto bene agli antibiotici che vanno somministrati per l’intero ciclo prescritto. Dopo 24 ore di somministrazione del farmaco, il bambino non è più contagioso. Può ritornare all’asilo o a scuola non prima di 48 ore dalla scomparsa della febbre, se sta meglio.

Che cosa fare

  • Somministrate cibi semifreddi e semiliquidi, il freddo aiuta a diminuire il dolore.
  • Adottate una dieta leggera per alcuni giorni.
  • Date sollievo al bambino facendogli fare, se è in grado, dei gargarismi di acqua e bicarbonato, oppure spruzzate in gola delle soluzioni antinfiammatorie a base di sostanze naturali o di soluzioni antisettiche.
  • Somministrate per la febbre o per un dolore intenso alla gola del paracetamolo o dell’ibuprofene, alle dosi consigliate dal vostro pediatra.
  • Evitate l’uso di antibiotici su consiglio di parenti o amici; gli antibiotici sono utili solo per il mal di gola dovuto allo streptococco, non hanno effetto sui virus e possono causare danni.
  • Attenetevi alle indicazioni del pediatra, anche per l’esecuzione di esami, come il tampone faringeo.

Quando telefonare al pediatra

  • Se il dolore è molto forte.
  • Se il bambino sbava, sputa o ha grandi difficoltà nel deglutire.
  • Se ha difficoltà ad aprire completamente la bocca.
  • Se la respirazione è difficoltosa e non è dovuta a naso chiuso.
  • Se appare molto prostrato.

Quando fissare un appuntamento per una visita

  • Se è presente febbre sopra i 38° C da 2-3 giorni.
  • Se l’infiammazione e il dolore alla gola durano più di 2 giorni senza migliorare, nonostante le cure locali.
  • Se il bambino ha puntini ravvicinati e diffusi sulla pelle, specie al tronco (sospetto di scarlattina).

L’asma

L’asma è una malattia infiammatoria delle vie aeree (bronchi) collegate ai polmoni. I bronchi trasportano l’aria che respiriamo. Quando un bambino soffre di asma, le vie aeree sono molto sensibili a sostanze che agiscono come fattori scatenanti: la polvere, il pelo di animali, il fumo di sigaretta. Quando si viene a contatto con un fattore scatenante, i bronchi reagiscono, si infiammano e si restringono, si riempiono di muco vischioso che rende difficile il passaggio dell’aria al loro interno: il bambino ha così il broncospasmo. L’asma è in aumento soprattutto nell’infanzia; l’esatta causa della malattia non è nota ma un attacco può essere legato ad allergia (sono maggiormente implicati i pollini, gli acari della polvere domestica, i peli di gatto), a fattori scatenanti aspecifici come inquinamento, polveri, peli, umidità, a reattività a certi virus: nell’infanzia l’asma da malattia infettiva virale è più frequente dell’asma da allergie. C’è predisposizione familiare all’asma, specie se di natura allergica. Fumare durante la gravidanza o vicino al bambino può aumentare il rischio di asma. L’allattare al seno il più a lungo possibile può aiutare a proteggere vostro figlio dallo sviluppo di asma.

Come si presenta

L’asma non si manifesta sempre con gli stessi sintomi: i disturbi possono variare da bambino a bambino. In alcuni può essere presente solo la tosse in altri un respiro affannoso e sibilante. Nelle crisi gravi possono essere presenti entrambi i disturbi. I sintomi spesso peggiorano di notte o con l’esercizio fisico.

Quando telefonare al pediatra

Se il bambino presenta tosse con affanno respiratorio o se pensate che abbia una crisi di asma, interpellate il pediatra per far visitare il bambino in tempi brevi.

Dott. Sergio Clarizia
Medico Chirurgo
Specialista in Pediatria a indirizzo Neonatologico
Specialista in Anestesia e Rianimazione


In Politerapica, il Dott. Sergio Clarizia

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A Bergamo, il Dott. Sergio Clarizia

  • svolge attività di Pediatra di Famiglia, in V.le Giulio Cesare 50 (tel. 345.0328889)