Con lo Psicologo, l’Ambulatorio Logopedia Adulti si completa. Già, perché spesso i disturbi nell’età adulta derivano da traumi o malattie. Sono, queste, due condizioni che lasciano il segno anche sulla salute psicologica che ha tutti i diritti di essere curata. Tanto più che la debolezza emotiva potrebbe rendere più difficoltosa la cura del problema fisico. Per prendere in carico in modo corretto un paziente che soffre di questi disturbi bisogna quindi valutare la sua condizione psicologica. E, se necessario, sostenerla. Lo scrive la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta, nell’articolo che ci ha messo a disposizione.
La Dott.ssa Prada è referente provinciale di OPL – Ordine Psicologi della Lombardia. E scusate se è poco! Ma andiamo con ordine. La Dott.ssa Diana Prada è Psicologa e Psicoterapeuta e collabora da tempo con Politerapica. La sua collaborazione con la nostra struttura, peraltro, è una delle diverse attività che svolge.
Una professionista impegnata
Diana Prada è psicoterapeuta sistemico relazionale. Svolge la sua attività principale nell’ambito del Centro di Terapia della Famiglia di Bergamo. Qui, incontra famiglie, coppie e singole persone per percorsi di seostegno e di terapia. Nel Centro è anche referente per i tirocini successivi alla laurea dei giovani laureati in psicologia. Non si deve poi dimenticare la sua attività di docenza presso il Centro milanese di terapia della famiglia, una delle più affermate scuole di formazione in psicoterapia. Da Gennaio 2022 è anche Presidente dell’Associazione ISPS Lombardia con sede a Bergamo. L’ISPS è la sezione italiana dell’International Society for Psychological and Social Approaches to Psychosis.
Nel parlare di sé, la Dott.ssa Prada racconta che nelle sue attività presta particolare attenzione agli aspetti etici della professione e alla relazione tra salute, risorse umane e luoghi. Noi che la conosciamo sappiamo che è vero.
Ora, quasi che non riesca a restare con le mani in mano (come se si potesse dire di lei una cosa del genere!), è pure una dei due referenti provinciali dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Progetto Referenti Territoriali di OPL
Il Progetto Referenti Territoriali è nato nel 2012. Il suo obiettivo è di portare le iniziative dell’Ordine in ogni provincia e di mantenere un dialogo aperto tra l’OPL e i territori.In questo contesto, la figura del referente ha diversi compiti. E’ impegnata a promuovere la professione dello psicologo e funge da punto di contatto per la raccolta di suggerimenti, segnalazioni e proposte.
Sostiene poi lo sviluppo della collaborazione, diremmo della comunità tra psicologi. Per questo organizza momenti di incontro, condivisione e formazione. Un’attività, questa, che viene svolta anche allo scopo di diffondere la cultura psicologica, con un approccio aperto al dialogo e capace di accogliere modelli ed orientamenti teorici differenti.
Fino ad oggi sono stae proposte diverse iniziative. Alcune di queste, in particolare, hanno trovato ragione nella drammatica condizione in cui abbiamo vissuto a causa della pandemia.Psicologia dell’emergenza e lutto al tempo del Covid sono stati alcuni dei temi approfonditi. Da giugno, poi, sono attivi quelli che sono stati chiamati i gruppi di Intervisione. Si tratta di momenti di confronto e condivisione tra psicologi e studenti di psicologia.
Ma i due referenti provinciali non si fermano qui. Hanno già in programma azioni sulla psicologia scolastica e la presa in carico di famiglie multiproblematiche per le quali stanno preparando progetti specifici. A questo si preve di aggiungere un’attività di svuiluppo della collaborazione degli Psicologi con i servizi territoriali, le associazioni e le istituzioni locali. In questo ambito, si pensa a realizzare anche incontri informativi e divulgativi rivolti alla cittadinanza.
La Dott.ssa Prada referente provinciale OPL
Il fatto che la Dott.ssa Diana Prada sia referente provinciale di OPL è per noi una notizia importante. Possiamo dire che lo sia per due motivi. Intanto perché Diana Prada è brava e siamo orgogliosi di quello che fa. Poi perché il lavoro che svolge è rivolto a sviluppare la professione dello psicologo sul territorio. E noi speriamo arrivi presto il giorno in cui sia chiaro a tutti che la salute psicologica ha dignità e importanza vitale, pari a quella fisica.
Bergamo Salute ha dedicato un articolo a Diana Prada e al ruolo del Referente Territoriale di OPL. Lo trovate qui: Bergamo Salute – Febbraio 2022 – OPL e Referenti Territoriali Bergamo, Diana Prada
Il Long Covid non si cura senza lo psicologo. Non si può pensare di curare questa sindrome senza curarne la sofferenza emotiva. Questa è una delle conclusioni cui giunge la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta in Politerapica, sulla Pagina della Salute dell’Eco di Bergamo di domenica 23.1.2022.
Vai all’articolo: L’Eco di Bergamo – 23.01.2022 – Psiche e Covid Perego – Def
Non si può curare il fisico senza occuparsi della mente
Una delle conclusioni, scrivevamo, ma non l’unica, quella cui giunge la Dott.ssa Perego a proposito della cura della sindrome Long Covid. Il ragionamento che propone la Dottoressa riguarda questa malattia ma non solo. Il punto è che non esiste salute fisica senza salute psichica e viceversa. Così come non esiste sofferenza fisica senza sofferenza psichica e viceversa.
Questo è un concetto che Politerapica considera essenziale. Come quello che ne consegue: non prendersi carico della parte emotiva e psicologica della sofferenza sconfina nell’omissione di soccorso. Mente e corpo, infatti, sono indissolubilmente legati e interconnessi tra loro. Su questo punto si sono versati ormai fiumi e fiumi di inchiostro. La medicina occidentale così perfezionata e iperspecializzata non lo può dimenticare. Un paziente affetto da cancro, per esempio, sta male anche emotivamente. E’ inevitabile. Una sofferenza così forte da procurare dolore. E pure da pregiudicare i risultati delle cure fisiche.
Questo vale per il cancro e per ogni altra forma di sofferenza. Lo sanno bene i padri della medicina orientale che dedicano molto tempo alla valutazione della persona nella sua interezza. Compresa la componente psichica ed emotiva. E’ necessario che non lo dimentichiamo noi nella nostra medicina così tecnologica.
Il Long Covid, dunque, non si cura senza lo psicologo
La sindrome Long Covid è la definizione di un insieme di disturbi fisici e, come già detto, emotivi. Tra i sintomi fisici ci sono fatica, stanchezza, difficoltà respiratoria e dolori. Insieme ai sintomi fisici ci sono quelli di sofferenza della sfera psicologica: depressione, ansia, attacchi di panico, insonnia, disturbi alimentari. Questi, peraltro, possono essere a loro volta causa o con-causa di disturbi fisici.
L’impatto psicologico per le persone che hanno avuto il Covid-19, scrive la Dott.ssa Valeria Perego, è forte durante la malattia ma rimane importante anche dopo. I sintomi che lo caratterizzano, in alcuni casi, definiscono un vero e proprio disturbo post traumatico da stress.
Il trattamento della sindrome Long Covid deve essere multidisciplinare, continua la Dottoressa. Deve cioè prevedere la collaborazione tra diversi specialisti sia per l’aspetto valutativo che riabilitativo. Parla del coinvolgimento di pneumologo, cardiologo, dietologo, fisiatra e dei terapisti che hanno in carico la riabilitazione fisica oltre a quella logopedica. E del team deve fare parte lo psicologo.
A loro è affidato il compito di impostare il percorso di recupero e riabilitazione. Quindi eseguirlo e monitorarlo. Anche con la collaborazione del medico di base.
L’intervento dello psicologo, con gli specialisti, anche a sostegno dei familiari
Nella parte terapeutica, lo psicologo interviene con attività di cura e di sostegno, spiega la professionista di Politerapica. Queste possono proseguire per tutta la durata della riabilitazione. Si tratta di favorire un atteggiamento attivo e positivo del paziente. Bisogna lavorare per ridurre lo stress emotivo e riuscire ad affrontare stati ansiosi o depressivi. Il supporto psicologico è uno strumento utile alla persona che ha vissuto la malattia e anche ai suoi familiari.
Non bisogna poi dimenticare il problema dell’elaborazione del lutto. Questo ha colpito molti, malati e non malati. In diverse situazioni non è stato possibile congedarsi dai propri cari o assistere al loro funerale. Ne è derivata ulteriore sofferenza. Una sofferenza presente nella sindrome Long Covid di chi è stato malato e anche in molti che non lo sono stati.
Nel suo articolo, la Dott.ssa Valeria Perego definisce nel dettaglio la sindrome. Si sofferma poi su un problema che ne fa parte ma che le è anche attiguo. Parliamo dello stress da Pandemia. Un tema che merita di essere seguito con attenzione e di non venire sottovalutato. Stress da Pandemia e sindrome Long Covid, infatti, sono due condizioni con le quali probabilmente dovremo fare i conti per un po’ nel nostro futuro.
La Cefalea cronica è una malattia sociale. Lo ha stabilito una legge del Parlamento Italiano. Un problema molto serio, duque. Anche per la pesante sofferenza psicologica e relazionale che procura.
Acufene Larsen per Caparezza. Ne scrive la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa che collabora con Politerapica nell’ambito del progetto Medicina Vicina. Lo fa partendo da qualcosa che solo apparentemente non ha nulla a che fare con l’acufene: una canzone. Una canzone scritta e cantata da Caparezza che di questo disturbo soffre da tempo e a cui ha deciso di dare un nome, Larsen appunto.
In Italia sono più di tre milioni le persone colpite da depressione eppure solo in un caso su due la malattia è diagnosticata (e curata) nel modo corretto. I pazienti tardano a rivolgersi al medico (anche un anno e mezzo dalla la comparsa dei primi sintomi) e la diagnosi di conseguenza arriva in ritardo. Il risultato è che passano un paio d’anni prima di iniziare la cura, con conseguenze sulla salute del paziente e costi non indifferenti per il servizio sanitario (5mila euro l’anno) a cui si aggiungono le ore lavorative perse (stimate in una perdita di 4 miliardi di euro annui).
Lo scrive il Corriere della Sera nell’articolo che trovate qui di seguito https://www.corriere.it/salute/depressione/19_aprile_10/depressione-solo-malato-due-riceve-cure-giuste-58b2b0b8-5b68-11e9-ba57-a3df5eacbd16.shtml#.
A dipingere il quadro della situazione – continua l’articolo – è la Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere ) che il 10 aprile ha presentato alla Camera dei Deputati il Manifesto «Uscire dall’ombra della depressione» allo scopo di promuovere la prevenzione , la cura e la ricerca su questa patologia. Che la depressione rappresenti la prima causa di disabilità nel mondo lo ha riconosciuto anche l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).
Noi aggiungiamo che per una patologia ocsì complessa, delicata e diffusa, le terapie non sono solo farmacologiche. Per questo in Politerapica, nell’ambito del progetto Medicina Vicina, agisce un team di professionisti a sostegno della mente, insieme a quelli che si occupano della parte somatica:
- Dott.ssa Diana Prada
Psicologa e Psicoterapeuta - Dott.ssa Emanulea Benedetti
Psicopedagogista e Dottoressa in Psicologia Clinica - Dott. Mario Tintori
Psicoterapeuta e Psicosessuologo
La salute non va sottovalutata. Mai. Sia che si soffra sul piano fisico, sia che si soffra su quello psichico. Ammesso che i due piani siano separabili.
Da oggi, anche la Consulenza e Terapia Sessuologica tra le prestazioni di Medicina Vicina: inizia la collaborazione del Dott. Mario Tintori – Sessuologo con Politerapica.
Novità rilevante, questa: inseriamo tra i nostri servizi un’attività delicata, la Sessuologia, tanto moderna quanto sempre più necessaria per sostenere quel concetto di Salute cui la nostra struttura fa riferimento: “non solo assenza di malattia ma stato di benessere fisico, psichico e sociale”.
Un’attività, tra l’altro, fortemente connessa a diverse altre già presenti in Politerapica – Medicina Vicina, come Ginecologia e Andrologia per citarne due: perfettamente in linea col modello di approccio multidisciplinare e integrato che ci distingue e che considera la persona nella sua interezza.
La novità è ancora più qualificante per il ricco profilo umano e professionale del Dott. Tintori:
- Laureato in Psicologia, nell’Ottobre 2001, presso l’Università di Losanna, Mario Tintori, ha poi conseguito la
Specializzazione biennale post-laurea in Counseling e Orientamento presso l’Università di Neuchatel. - Si è quindi formato come psicoterapeuta, seguendo un percorso in due fasi: nel 2008, ha conseguito il Diploma di Specializzazione in psicoterapia ad orientamento lacaniano, presso l’ICLeS – Istituto per la Clinica dei Legami Sociali di Milano e, successivamente, ha curato la formazione psicoterapeutica ad orientamento integrato, presso l’Ospedale Psichiatrico Cantonale di Mendrisio.
- Nel Giugno 2009 ha concluso il Corso di Specializzazione in Clinica Psicoanalitica dell’Anoressia-Bulimia e Obesità presso ABA – Associazione per la Ricerca sull’Anoressia, la Bulimia, l’Obesità e i Disordini Alimentari.
- Ha concluso nel 2012 il Corso di Formazione in Psicoterapia Mansionale Integrata, presso il CIS – Centro Italiano di Sessuologia, svolto sotto la Direzione del Servizio di Sessuologia Clinica del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna e successivamente quello di Psicosessuologia Clinica a Cremona.
Membro del Forum Psicanalitico Lacaniano Praxis – Roma e del Forum Psychanalique du Champ Lacanien – Svizzera, è iscritto all’Albo degli Psicologi Italiani – sezione Lombardia, dal 2005.
Nel corso della sua attività professionale, il Dott. Tintori ha collaborato con diversi centri in Lombardia e in Svizzera e ha svolto attività di ricerca con la Clinica Psichiatrica Cantonale di Mendrisio e l’Ospedale San Gerardo di Monza.
Ciò che però distingue più di tutto Mario Tintori è la sua straordinaria simpatia e umanità e la sua forte capacità empatica.
In Politerapica, il Dott. Mario Tintori svolgerà attività di Consulenza e Terapia Sessuologica, farà parte attiva e integrante del team che comprende Diana Prada e Vera Zanchi, lavorerà in sinergia con gli specialisti di Medicina Vicina che incontrano le problematiche sessuali nel corso della loro attività.
Per informazioni e appuntamenti:
Segreteria di Politerapica, Tel. 035.298468
Il 25 Novembre ricorre la Giornata Internazionale contro la violenza selle donne. Il Comune di Cavernago e la sua cittadinanza partecipano alla giornata con due giorni di iniziative dedicate a questo delicato e purtroppo attualissimo tema, aperte a tutta la cittadinanza e a chiunque voglia partecipare.
Organizzano l’attività il Comune di Cavernago con la Polisportiva di Cavernago e la Consulta Pari Opportunità Cavernago. Politerapica contribuisce.
Si comincerà Sabato 25 Novembre, alle ore 10,00, con l’installazione della panchina rossa. Si prosegue Domenica 26 Novembre, dalle ore 16,00 presso la Palestra delle Scuole, con un evento rivolto a tutti, uomini e donne, dal programma intenso e vivace:
- Ore 16,oo – Dimostrazione di Krav Maga
Con l’istruttrice Lara Lancini di Italia Krav Maga - Orse 16,30 – Dimostrazione di difesa personale
Con l’istruttore Gianluigi Locatelli della Polisposrtiva di Cavernago - Ore 17,00 – “Dialoghi con la violenza. Contesti e modi in cui si esprime”
Incontro e dibattito a cura di Dott.ssa Diana Prada e Dott.ssa Vera Zanchi,
Psicologhe e Psicoterapeute di Politerapica – Terapie della Salute
Il programma prosegue con altri due appuntamenti:
- Ore 18,00 “Partita della solidarietà”
In campo le atlete della seconda divisione Volley 2 C - Ore 19,00 Apericena
Offerto dalla Italia Krav Maga
In segno di solidarietà, gli organizzatori suggeriscono di indossare qualcosa di rosso.
Riprendiamo dalla locandina dell’iniziativa:
Perché il 25 Novembre?
La data è stata scelta per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto nel 1960, nella Repubblica Dominicana. Il dittatore Trujillio le considerava rivoluzionarie e decise di torturarle ed ucciderle. Gli assassini buttarono il loro corpo in un burrone per simulare un incidente ma la verità venne fuori. Nel 1981, un gruppo di donne di Bogotà chiese all’ONU di ricordare questa tragedia e nel 1999 l’ONU dichiarò il 25 Novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Perché le scarpe rosse?
Le scarpe rosse sono diventate il simbolo della lotta contro il femminicidio e la violenza contro le donne, grazie all’artista Elina Chauvet che il 27 Luglio 2012 le utilizzò in un’installazione artistica davanti al Consolato Messicano di El Paso, in Texas (USA). Da quel giorno le scarpe dello stesso colore del sangue versato da tantissime donne in tutto il Mondo è divenuto il simbolo di questa giornata.
Perché la panchina rossa?
La panchina rossa, collocata in uno spazio pubblico, vuole rappresentare il posto occupato da una donna vittima di femminicidio, segno tangibile di un’assenza nella Società causata dalla violenza. (Karim Cherif).
“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”. (Isaac Asimov)
In allegato la locandina dell’iniziativa: Cavernago 25/26 Novembre 2017 – Brochure