Il laser, in fisioterapia, viene utilizzato a scopo terapeutico, sfruttando gli effetti dell’energia generata da sorgenti di luce.
Il raggio laser produce i suoi effetti sulla membrana cellulare e sui mitocondri, gli organelli cellulari preposti alla produzione dell’energia. Fra essi, vi è la vasodilatazione, l’aumento del drenaggio linfatico e l’attivazione del microcircolo.
Gli obiettivi di una laserterapia sono:
• ANTIDOLORIFICO
l’effetto antidolorifico si ottiene dall’innalzamento della soglia di percezione dei nocicettori, le terminazioni nervose del dolore e dalla liberazione di endorfine, un gruppo di sostanze prodotte dal cervello, dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell’oppio
• ANTIINFIAMMATORIO
l’effetto antiinfiammatorio è dato dall’aumento del flusso sanguigno, dovuto alla vasodilatazione e dal conseguente miglioramento del microcircolo e del drenaggio delle sostanze infiammate.
• BIOSTIMOLANTE
l’effetto biostimolante è provocato dalla stimolazione sul metabolismo che, favorendo la formazione di tessuto fibroso cicatriziale, accelera i processi di guarigione dei tessuti come, per esempio, nel caso di lesioni muscolari.
• DECONTRATTURANTE
l’effetto decontratturante si ottiene in conseguenza dell’aumento della temperatura e dell’accelerazione del metabolismo nella zona trattata.
Il laser trova, quindi, diversi ambiti di applicazione in fisioterapia e, in particolare:
• infiammazioni muscolo-tendinee
• dolori muscolari e articolari
• edemi ed ematomi
• esiti di traumi o lesioni osteo-arto-muscolari
• esiti di interventi chirurgici osteo-arto-muscolari
• ulcere e piaghe da decubito
Una terapia laser segue un protocollo solitamente basato su dieci sedute a frequenza giornaliera. Nel corso di ogni seduta, secondo quanto prescritto dal medico specialista, si esegue l’applicazione che è indolore.
Le controindicazioni sono: gravidanza, neoplasie, epilessia.
L.A.S.E.R. – Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation
E’ una termoterapia endogena (il calore è prodotto dall’interno) che utilizza a fini terapeutici gli effetti dell’aumento di temperatura nei diversi tessuti.
L’effetto terapeutico della Diatermia – o Tecarterapia – è ottenuto da una modulazione elettrica, generata da una corrente alternata ad alta frequenza, che induce una biostimolazione dei tessuti biologici trattati. Stimola l’attività cellulare e la circolazione sanguigna, favorendo l’ossigenazione dei tessuti e la rapida eliminazione dei cataboliti (prodotti di scarto dell’attività cellulare).
La Diatermia produce diverse azioni
• antalgica – riduzione del dolore
• linfodrenante
• antiedemigena – riduzione di edemi e gonfiori
• vasodilatatoria
• stimolazione del microcircolo
Questa terapia fisica trova diversi ambiti di applicazione e, in particolare:
• RIABILITAZIONE
– patologie osteo-articolari
– esiti di lesioni osteo-articolari
– distorsioni
– lesioni tendinee, tendiniti, borsiti
– distrazioni osteo-articolari
– algie e artralgie croniche
– cervicalgia
– lombalgia
– sciatalgia
– artrosi
– ….
• MASSAGGIO
– migliora l’efficacia del passaggio attraverso l’intensa riattivazione del microcircolo, linfatico e sanguigno, provocata nel distretto
• TERAPIA DEL DOLORE
– con diminuzione dell’algia già dalla prima seduta per effetto del riequilibrio dei potenziali di membrana dei nocicettori
La Diatermia/Tecarterapia è indolore e segue un protocollo solitamente basato su dieci sedute a frequenza giornaliera. Nel corso di ogni seduta, secondo quanto prescritto dal medico specialista, si esegue l’applicazione nelle sue diverse modalità, capacitiva e resistiva.
Le controindicazioni sono: presenza di pace-maker, gravidanza, neoplasie, presenza di frammenti metallici nell’area trattata
L’ultrasuono è una vibrazione acustica con una frequenza al di sopra di quelle udibili dall’orecchio umano. L’Ultrasuonoterapia è l’utilizzo terapeutico di questo tipo di energia sonora. Fa parte di quelle tecniche che sono basate su energia meccanica (vibrazione acustica); questa induce l’oscillazione delle particelle dei tessuti con stimolazione di microflussi e micromassaggio e produce anche un effetto termico, come conseguenza della frizione delle strutture cellulari.
Gli effetti terapeutici degli Ultrasuoni sono:
• Antalgico
la riduzione del dolore è prodotta dal calore e dalla stimolazione diretta delle terminazioni nervose sensitive
• Miorilassante
rilassamento dei muscoli contratti, prodotto dal calore e dal micromassaggio tissutale
• Fibrolitica
riduzione di aderenze tra le fibre, prodotta per oscillazione delle particelle dei tessuti
• Trofico
nutrizione dei tessuti, accelerata attraverso la vasodilatazione e la rimozione dei cataboliti
• Stimolazione del microcircolo
L’Ultrasuonoterapia ha vari ambiti di applicazione e, in particolare:
• Patologie delle strutture
– periostali
– tendinee
– capsulari
• In particolare
– tendiniti
– coccigodinie
– contratture muscolari
– artrosi
– tessuti cicatriziali
– edemi
L’Ultrasuonoterapia ha diverse modalità di applicazione
• metodica a massaggio
• metodica fissa
• metodica in acqua
Un ciclo terapeutico è di norma basato su dieci sedute, a frequenza giornaliera.
Le controindicazioni sono: presenza di pace-maker, gravidanza, neoplasie, presenza di frammenti metallici nell’area trattata, osteoporosi ad alto turn-over, tromboflebiti
La Ionoforesi è la terapia fisica che permette l’introduzione di un farmaco nell’organismo, attraverso l’epidermide, utilizzando una corrente continua, prodotta da un apposito strumento. Si tratta del metodo meno invasivo per somministrare un farmaco in una zona specifica.
La Ionoforesi viene utilizzata per il trattamento di patologie che interessano strutture superficiali e i tessuti periarticolari e articolari poco profondi. Più in generale, in funzione del farmaco applicato, può avere effetti
• antalgico
• antinfiammatorio
• antiedemigeno
• antiartrosico
• antireumatico
• miorilassante
in casi di
• artrosi
• cicatrici cheloidee
• reumatismo articolare acuto
• edemi cronici statici, post-traumatici e linfatici
• artropatie traumatiche
• mialgie reumatiche
• infiammazioni
• nevralgie del trigemino
• spasmi e contratture muscolari
La Ionoforesi si applica, di norma, con frequenza giornaliera – anche due volte al giorno – per dieci giorni consecutivi. Le sedute durano dai 30’’ ai 45’.
Tra le indicazioni, vi sono: presenza di pace-maker, gravidanza, lesioni della cute, epilessia, presenza di protesi, osteosintesi o qualsiasi altro mezzo esterno inserito nei tessuti da trattare, bassa sensibilità cutanea, allergia al farmaco utilizzato
L’Elettroterapia usa gli effetti biologici prodotti dall’energia elettrica a scopo terapeutico. Consiste nell’applicazione di correnti elettriche che vengono fatte passare attraverso i tessuti interessati. Ai diversi scopi terapeutici possono corrispondere diversi tipi di corrente, differenti tra loro per direzione di applicazione, intensità e frequenza. Scelta la corrente idonea, all’operatore rimane da regolare la potenza e la durata dell’applicazione.
L’effetto antalgico è determinato dall’azione sulle strutture nervose responsabili della percezione e della trasmissione degli stimoli dolorosi, grazie ai seguenti meccanismi di azione:
• a livello periferico
– rimozione delle sostanze algogene (quelle che procurano dolore) per effetto della vasodilatazione e del conseguente aumento del microcircolo,
• istamine
• prostaglandine
• acido lattico
– blocco periferico delle afferenze nocicettive (viene impedita o limitata la trasmissione degli impulsi del dolore al sistema centrale)
• a livello centrale
– blocco spinale o delle afferenza nocicettive (teoria del Gate Control)
– liberazione di endorfine
Le principali applicazioni di corrente utilizzate nell’Elettroterapia sono
• TENS
• Correnti Diadinamiche
• Correnti di Trabert
• Galvanoterapia
che producono effetti
• chimico
• termico
• vasodilatazione
• trofico
• antalgico
e si effettuano con elettrodi in gomma ricoperti da spugnette o con elettrodi adesivi, applicati in modo trasversale o affiancato e con protocolli che prevedono 10 sedute a frequenza giornaliera.
I principali effetti dell’Elettroterapia sono:
• antalgico
• antinevralgico
• decontratturante
• trofico
• antiedemigeno
Tra le controindicazioni, vi sono: utilizzo di pace maker, epilessia, gravidanza, mezzi di sintesi, soluzioni di continuo della cute
L’Elettrostimolazione eccitomotoria si utilizza sia nei casi di infortunio che producono un deficit muscolare a fronte dell’immobilizzazione di articolazioni, sia in ottica preventiva, rafforzando i distretti muscolari che devono proteggere l’articolazione soggetta a infortunio.
La corrente eccitomotoria si usa in particolare quando il muscolo non può lavorare volontariamente e ha bisogno di un’eccitazione involontaria (tre o quattro giorni di inattività totale possono essere sufficienti per causare la perdita del tono muscolare e della memoria dello stimolo funzione).
In questi casi, le correnti devono essere applicate in modo continuativo, fino a che il muscolo non possa muoversi isometricamente in modo attivo.
Le principali applicazioni di corrente utilizzate nell’Elettroterapia eccitomotoriia sono
• Correnti di Kotz
• Correnti Neofaradiche
e si effettuano con elettrodi in gomma ricoperti da spugnette o con elettrodi adesivi, applicati in modo trasversale o affiancato e con protocolli che prevedono un numero di sedute determinato dal tempo necessario al recupero del muscolo, con frequenza giornaliera (anche di due volte al giorno).
Tra le controindicazioni, vi sono: utilizzo di pace maker, epilessia, gravidanza, mezzi di sintesi, soluzioni di continuo della cute
Le Trazioni sono oggi meno utilizzate rispetto al recente passato ma, in alcuni casi, rimangono un’opzione terapeutica interessante. Devono essere applicate rispettando rigorosamente la metodica.
E’ una terapia fisica che utilizza energia meccanica, altrimenti detta “trazioni vertebrali”. In realtà si tratta di una terapia applicabile non solo alla colonna ma anche ad altri segmenti. Sono utilizzate per diminuire la tensione articolare tra un capo osseo e l’altro. Loro obiettivo è quello di aumentare lo spazio tra i capi ossei/articolari nelle patologie in cui ne esiste la necessità e le condizioni lo permettono.
Le Trazioni vertebrali vengono applicate a diversi segmenti del rachide
• rachide cervicale
• rachide dorsale
• rachide lombo/sacrale
Le Trazioni articolari sono applicabili efficacemente e senza pericolo agli arti inferiori, limitatamente all’articolazione coxo-femorale e a quella del ginocchio.
Le Trazioni si applicano in posizione seduta o supina, a carico crescente sia nel corso della singola seduta, sia nel prosieguo delle sedute
Questi trattamenti possono essere eseguiti solo in presenza di
• capi articolari in condizioni di ottimale fisiologicità
sia per quanto attiene ai tessuti duri, sia per quanto attiene ai tessuti molli,
che possono, quindi, sostenere la trazione
• assenza di alterazioni anatomiche dell’articolazione
Per Bendaggio funzionale si intende un tutore in grado di sostenere, stabilizzare, solidarizzare tra loro le componenti di un’articolazione o di rinforzare o scaricare strutture muscolo/tendinee.
Il bendaggio prevede l’utilizzo di bende elastiche adesive e di diversi materiali accessori che conferiscono alla metodica caratteristiche di adattabilità e comfort.
Nato per soddisfare esigenze specifiche avvertite in ambito sportivo – soprattutto per prevenire i più comuni infortuni di caviglia e di ginocchio – e grazie alla successiva disponibilità di materiali appositamente studiati e a una maggiore specializzazione della tecnica, il bendaggio vede oggi estese le sue indicazioni anche alla cura di traumi e alla riabilitazione in ambito ortopedico-traumatologico.
Le priorità meccaniche, esterocettive, psicologiche e propriocettive sono quelle maggiormente sfruttate da questa metodica e risultano condizionate all’intima aderenza dei materiali al materiale cutaneo del distretto sede dell’applicazione
• Meccaniche
garantite dalla tenuta del materiale
• Esterocettive
contatto mantenuto con l’ambiente esterno
• Psicologiche
sicurezza e sostegno per il paziente
• Propriocettive
micromovimenti permessi: rieducano a valutare e sentire le microvariazioni del contesto
La metodica, in ogni caso, mira a proteggere tessuti coinvolti nell’evento traumatico, siano essi elementi capsulo-legamentosi, tendini o muscoli (tessuti molli, non rotti). Un trattamento funzionale del trauma assicura una mobilità controllata dei segmenti anatomici coinvolti, prevenendo le complicanze di un’immobilizzazione rigida (isotonia, ipotrofia muscolare, narcosi della propriocettività) e garantendo la miglior qualità del tessuto di riparazione cicatriziale. Consente inoltre l’applicazione della crioterapia.
Di norma, il Bendaggio funzionale viene sostituito otto giorni dopo la sua applicazione e viene tenuto per quindici giorni complessivi.
Le controindicazioni sono:
• Sensibilità o allergia ai diversi tipi di massa adesiva
• Fragilità della cute con presenza di abrasioni, escoriazioni o piaghe
• Manifestazioni dermatologiche di vario tipo
• Problematiche vascolari importanti
• Varici
• Problematiche neuro-sensitive importanti
• Fratture
• Edemi importanti