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Mangiando non ci limitiamo a nutrirci. Anzi!

16 Febbraio 2022
Mangiando non ci limitiamo a nutrirci

Mangiando non ci limitiamo a nutrirci. Un motivo in più per farlo bene. Mangiare è importante per diverse ragioni. Farlo male può avere conseguenze spiacevoli. Lo scrive la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta nell’articolo che ci ha messo a disposizione.

Cominciamo a mangiare quando siamo ancora nel grembo materno, dice la Dott.ssa Perego, e continuiamo poi per tutto il corso della nostra vita. Lo facciamo per fame, per riempirci, per gustare. Lo facciamo anche come momento di relazione. Mangiamo per crescere, per vivere e per stare bene. Tutte cose importanti. Eppure non è raro che lo facciamo male. Perché? Con quali conseguenze?

La Dott.ssa Perego collabora con Politerapica. Qui svolge attività di sostegno e di terapia psicologica e psicoterapeutica. Conduce corsi di gruppo nell’area della psicologia perinatale. Partecipa alle attività dell’Ambulatorio Multidisciplinare Obesità e Sovrappeso oltre a quelle degli Ambulatori Multidisciplinari Acufene, Cefalea, Chirurgia Pediatrica e Oncologia Dermatologica – Melanoma. Collabora poi con tutti gli operatori sanitari di Politerapica nella presa in carico della persona.

Mangiando non ci limitiamo a nutrirci
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Mangiando non ci limitiamo a nutrirci. Un motivo in più per farlo bene.

L’amore è il nutrimento dell’anima.
Ciò che il cibo è per il corpo, l’amore lo è per l’anima;
senza cibo il corpo si indebolisce, senza amore l’anima si indebolisce
(Osho)

Noi tutti mangiamo. Mangiamo per soddisfare la fame, mangiamo per il piacere di riempire lo stomaco e di assaporare i gusti e le diverse consistenze dei cibi. Lo facciamo anche per condivisione, per avere uno scambio relazionale e nel farlo compiamo un atto sociale. Le più importanti ricorrenze della vita in quasi tutte le culture sono accompagnate dalla condivisione del cibo e dalla convivialità.

La prima forma di nutrimento che un essere umano sperimenta è quella nel grembo della propria madre. Fin dall’inizio della nostra esistenza, dunque, l’atto del nutrirsi si inscrive dentro una relazione: quella mamma-bambino. E questa è una relazione che soddisfa diversi bisogni di cura: quelli nutritivi e quelli affettivi. Questa relazione continua e si consolida nell’esperienza dell’allattamento che, di nuovo, è un’esperienza di relazione. Possiamo dire che nutrirsi è fondamentale e non solo per il fisico.

Funzione nutritiva ed emotiva

Il cibo è fin da subito una componente fondamentale nella crescita del bambino perché ricopre la funzione nutritiva ed emotiva di vicinanza e benessere da parte delle figure di accudimento. Il bambino, nell’essere nutrito, sperimenta la cura dell’adulto e quindi fa esperienza dell’essere amato.

Per queste ragioni, il comportamento alimentare è veicolo non solo di un bisogno fisiologico ma anche di diversi altri messaggi. Questi messaggi rappresentano una prima forma di comunicazione nella relazione affettiva del bambino con l’ambiente familiare, ma possono continuare ad esserlo anche in età adulta.

La connessione fra cibo, relazione e comunicazione ci aiuta dunque a comprendere come a volte ci sia la possibilità che alcune forme di malessere possano esprimersi anche attraverso un comportamento alimentare anomalo. In altre parole, usiamo anche il cibo per esprimere le nostre emozioni.

Basterebbe una dieta corretta

Se mangiassimo solo per soddisfare un bisogno fisico, basterebbe seguire una dieta corretta. Eppure, capita di ingerire più cibo del necessario e di dover poi ricorrere ad una dieta, nel tentativo di perdere i chili in eccesso.

In molti casi, però, seguire una dieta è difficile. Sovrappeso e obesità derivano da abitudini e comportamenti scorretti, reiterati quotidianamente, su cui a lungo andare perdiamo il controllo e di cui, spesso, non siamo neppure consapevoli.

I fattori che a lungo termine possono determinare il sovrappeso sono molteplici e alcuni di questi hanno una causa e/o un peso emotivo e psicologico importante. Pensiamo ad esempio a quando capita di usare il cibo per compensare le mancanze affettive che abbiamo o per superare le difficoltà che incontriamo. Si parla addirittura di “comfort food”, cibo che apparentemente ci aiuta a stare bene in quel momento, ma che in seguito poi rischierà di amplificare il disagio.

Effetto yo-yo

Quando si eccede si perde il controllo delle corrette abitudini alimentari. Alla perdita di controllo segue il senso di colpa che amplifica ancora di più il problema. Le persone possono ritrovarsi in difficoltà per i ripetuti fallimenti nel seguire una dieta. Assistiamo quindi all’effetto yo-yo che non è negativo e nocivo solo da un punto di vista fisico ma compromette la possibilità di avere una motivazione costante, nel tempo, nel seguire uno stile di vita sano e corretto.

Il contesto culturale poi non aiuta. Ancora oggi i modelli di bellezza imposti dai media sono irrealistici e irraggiungibili e siamo bombardati da pubblicità che continuamente influenzano i nostri acquisti senza avere come prima attenzione quella per la salute e per il benessere.
Essere in forma, quindi, non è solo una questione di estetica e di buona volontà, è soprattutto una questione di benessere. E il benessere appunto, non è solo fisico.

In alcuni casi, poi, i chili di troppo possono essere la manifestazione di un disagio interiore più profondo che, come tale, va affrontato. Un disagio che, nel lungo termine, può divenire stabile e difficile da affrontare da soli. È importante affidarsi ai diversi professionisti medici, senza tralasciare però l’aspetto psicologico.

Lo psicologo non è un di più

Il ruolo dello psicologo in un percorso di dimagrimento può assumere diverse forme. Un sostegno psicologico può essere di aiuto nel seguire in modo corretto una dieta e la giusta attività fisica, senza perdere la motivazione. È importante infatti recuperare un sano rapporto con il cibo e con il corpo, per rendere stabile e duraturo il proprio progetto di dimagrimento. La dieta da sola, poi, non può aiutare le persone a comprendere perché reiterano continuamente gli stessi errori, condannandosi a vivere in un corpo non sano e non amato e che, a lungo andare, può ammalarsi anche gravemente.

In altri casi, invece, è utile una vera e propria psicoterapia che abbia l’obiettivo di andare ad esplorare ed affrontare disagi più profondi della persona.

 

Dott.ssa Valeria Perego
Psicologa e Psicoterapeuta

 

Mangiando non ci limitiamo a nutrirci

Mangiando non ci limitiamo a nutrirci