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Cefalea qualcosa di più di un mal di testa

16 Settembre 2021
Cefalea qualcosa di più di un mal di testa

La cefalea è qualcosa di più di un mal di testa.

L’articolo che segue ci è stato messo cortesemente a disposizione dalla Dott.ssa Maria Grimoldi, medico chirurgo, specialista in Neurologia.

La Dott.ssa Grimoldi collabora con Politerapica – Terapie della Salute nell’ambito del progetto Medicina Vicina. Qui svolge visite specialistiche e coordina le attività dell’Ambulatorio Multidisciplinare Cefalea. Partecipa attivamente all’attività dell’Ambulatorio Multidisciplinare Acufene e collabora con tutti gli operatori sanitari di Politerapica nella presa in carico della persona.

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Cefalea. Qualcosa di più di un mal di testa

“No mamma, oggi non ce la faccio ad andare a scuola, ho mal di testa.”
“Oggi nessuno mi deve disturbare, ho mal di testa.”
“Vado subito a letto, ho mal di testa.”

Quanti sono i pochi fortunati che non hanno mai detto o non si sono mai sentiti dire una di queste frasi? E quanti se la sentono dire più volte alla settimana, o si trovano costretti a ripeterla più volte alla settimana, magari sentendosi anche rispondere “Ma cosa vuoi che sia? Tutti abbiamo avuto un mal di testa! Non si muore, di mal di testa”

Cefalea. Qualcosa di più di un mal di testa

Che cosa è la cefalea? La parola “cefalea” deriva dal termine greco “kephale”, che significa “testa”, e va ad indicare ogni tipo di dolore che interessa la regione cranica. Per questo motivo, può essere una patologia a sé stante (cefalea primaria) o il sintomo, come un campanello d’allarme, di un’altra patologia (cefalea secondaria).

Tra le cefalee primarie, le più frequenti sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo. L’elenco delle possibili cause della cefalee secondarie è, invece, quasi infinito: nevralgie, infezioni, tumori cerebrali, sinusiti, glaucoma, traumi cranici, ma anche cefalee da abuso di sostanze o farmaci, talvolta degli stessi farmaci antidolorifici che il paziente assume per tentare di controllare il dolore.

Cefalea, le dimensioni del problema

Il primo aspetto da considerare è la frequenza e la durata degli attacchi di cefalea. Si parla di cefalee episodiche quando la durata degli attacchi è inferiore a 15 giorni al mese. Si parla invece di cefalee croniche quando la durata è maggiore di 15 giorni al mese.

L’indicazione all’avvio di un’eventuale terapia di profilassi dipende dalla frequenza degli episodi di cefalea in un mese. “Dando i numeri”, potremmo dire che in Italia la percentuale della popolazione affetta da una qualsiasi forma di cefalea è del 46%. Il 3% di questi pazienti presenta un quadro di cefalea cronica quotidiana. Osserviamo una netta prevalenza di sofferenti di cefalea nel sesso femminile. Si stima che il rapporto tra uomini e donne sia di uno a tre. L’esordio del disturbo in età pre-scolare non è raro, soprattutto per quanto concerne l’emicrania.

Cefalea, il ruolo del Neurologo

La Cefalea è qualcosa di più di un mal di testa, si è detto. La sua presa in carico deve essere accurata. Nella presa in carico di un paziente con cefalea, il neurologo svolge il ruolo di team leader. Il suo intervento inizia con la compilazione del questionario anamnestico. Lo scopo di questo documento è quello di indagare le modalità di presentazione della cefalea. Si pone molta attenzione alla sua frequenza, alle caratteristiche del dolore e alla risposta a terapia antidolorifica. Si indaga anche l’eventuale presenza di altri segni/sintomi associati alla cefalea, la familiarità per questa patologia e l’eventuale associazione del dolore col ciclo mestruale o con l’assunzione di alcuni alimenti.

Lo specialista visita poi il paziente ed esegue il cosiddetto esame obiettivo. In questa fase valuta anche l’eventuale presenza di condizioni che facilitano la comparsa di cefalea. Queste possono essere, ad esempio, contratture muscolari o alterazioni posturali. Ricerca poi la presenza di possibili altri segni o sintomi che rendano indicata l’esecuzione di esami strumentali. Questi sono la TAC – Tomografia Assiale Computerizzata o la RMN – Risonanza Magnetica Nucleare dell’encefalo.

Proprio perché la cefalea primaria ha spesso genesi multifattoriale, è fondamentale un lavoro d’equipe. Questo permette un corretto inquadramento diagnostico, in collaborazione con il fisiatra e il gastroenterologo. Le cefalee potrebbero infatti essere correlate a contratture muscolari o ad intolleranze alimentari. L’approccio multidisciplinare permette anche un trattamento più efficace della patologia. Questo, infatti, non è sempre solo farmacologico. Può comprendere trattamenti masso-fisioterapici o con agopuntura.

L’intervento dello psicologo. Cura e sostegno.

La cefalea è qualcosa di più di un mal di testa. Ha impatti di causa ed effetto su diverse dimensioni della vita delle persone. Anche su quella psicologica. E’ quindi sempre importante il supporto psicologico. Questo è essenziale soprattutto nelle cefalee ad elevata frequenza che risultano poi “invalidanti” in termini di vita sociale e lavorativa. Il suo intervento è focalizzato sulla sfera emotiva di chi ne soffre. Anche su quella relazionale.
Dott.ssa Maria Grimoldi
Medico Chirurgo – Specialista in Neurologia