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Il Neurologo nell’Ambulatorio Logopedia Adulti

17 Marzo 2022
Il Neurologo nell

Il Neurologo nell’Ambulatorio Logopedia Adulti è necessario. Vi svolge un ruolo di diagnosi e cura senza il quale il lavoro non potrebbe essere completo. Ne scrive la Dott.ssa Maria Grimoldi, Neurologa, nell’articolo che segue e che ci ha messo cortesemente a disposizione.

La Dott.ssa Maria Grimoldi collabora con Politerapica in convenzione con ASST Papa Giovanni XXIII. Qui partecipa al progetto Medicina Vicina che mette a disposizione dei cittadini prestazioni di qualità, senza liste di attesa e a costi accessibili. Nella nostra struttura esegue visite neurologiche ed è impegnata nelle attività degli ambulatori multidisciplinari. In particolare, coordina le attività dell’Ambulatorio Cefalea e partecipa a quelle dell’Ambulatorio Acufene e dell’Ambulatorio Logopedia Adulti.

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Il Neurologo nell’Ambulatorio Logopedia Adulti

Quando si parla di logopedista, nell’immaginario collettivo si pensa allo specialista che segue “i bambini con problemi a parlare” ma questa è una visione parziale. Ebbene sì: anche agli adulti, in alcuni casi, può servire avvalersi della valutazione e delle cure di questo professionista. Per che cosa? Per i disturbi afasici, ossia quei disturbi della forma del linguaggio e della comprensione dello stesso, sia scritto che orale. E anche per le disfonie (alterazioni nell’emissione del suono), la disartria (disturbi nell’articolazione delle parole) e la disfagia (disturbi nella deglutizione).

Tutte queste condizioni patologiche possono essere conseguenza o sintomo anche di patologie neurologiche. Il modo migliore per affrontarle è quello di farlo all’interno di un Ambulatorio Multidisciplinare dedicato.

L’attività dell’ambulatorio multidisciplinare ruota attorno alla figura del logopedista, che dopo aver valutato il paziente ne imposta il programma riabilitativo, e può avvalersi di altri specialisti per consulenze, followup ed eventuali ulteriori indicazioni terapeutiche o diagnostiche

La logopedia ed il neurologo in tre canzoni

“Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa; dovevo dire cose”, cantava Ligabue. Questa è la definizione più semplice del disturbo afasico. Questo disturbo può essere espressivo (non trovare le parole per esprimersi), di comprensione (non abbinare alle parole il loro significato) o globale (entrambi gli aspetti).

È sicuramente un disturbo disabilitante perché complica estremamente la capacità dei pazienti di esprimersi, sia in via scritta che orale, limitando quindi estremamente le possibilità di interazione con altre persone e, nei soggetti più giovani, anche le capacità lavorative.

Mentre al logopedista spetta l’arduo compito di permettere al paziente, tramite esercizi di riabilitazione, il massimo recupero possibile, al neurologo sta il compito di differenziare se il disturbo afasico si presenza come esito di pregresso evento neurologico (ictus, emorragia cerebrale, trauma, evento infettivo, processo neoplastico) o come sintomo, iniziale o meno, di patologia neurologica degenerativa. Per tale ragione, dopo avere visitato il paziente, può proporre ulteriori accertamenti e rivalutarlo nel tempo.

“Trentatre sono i trentini che trottando entrano a Trento, tre dragoni graduati non gradiscono granite”, cantavano e ballavano le gemelle Kessler… Impresa difficile per tutti noi, impossibile per chi soffre di disartria, disturbo che consiste nella difficoltà nell’articolare le parole, e può esprimersi come voce “umida”, strascinata, biascicata, “come se avessi le patate in bocca”. Per quanto riguarda il ruolo del neurologo in questo disturbo, restano valide le medesime osservazioni effettuate per i disturbi afasici.

Non sempre Mary Poppins ha ragione

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, cantava Mary PoppinsProvate ad andare a dirlo a un paziente disfagico! Vi risponderà che “bere un bicchiere d’acqua” non è un’operazione sempre così semplice…non parliamo poi del minestrone con acqua, pasta, verdure di consistenze diverse!

Chi soffre di disfagia, infatti, manifesta gradi diversi di difficoltà proprio nel deglutire: il disturbo può essere più marcato per i liquidi, per i solidi, o per le consistenze miste. In questo caso è indispensabile la collaborazione con i colleghi otorinolaringoiatri, sia perché la disfagia può essere sintomo anche di patologia di loro competenza sia perché sono in grado di eseguire accertamenti volti a confermarne la presenza e a quantificarne la severità.

Rimane comunque vero, anche per tale condizione, che può presentarsi come conseguenza di pregresso evento neurologico o essere sintomo di patologia neurologica sia centrale che periferica, fondamentale resta la valutazione neurologica per un corretto inquadramento diagnostico

Il Neurologo nell’Ambulatorio Logopedia Adulti

“Siamo una squadra fortissimi, fatta di gente fantastici”. Spero di avere sottolineato a sufficienza che, per tutte le condizioni descritte, il lavoro del neurologo deve inserirsi in un lavoro d’equipe con fisiatra, otorinolaringoiatra, logopedista e psicologo. Solo così, infatti, è possibile fornire al paziente un corretto inquadramento diagnostico, terapeutico e di followup.

 

Dott.ssa Maria Grimoldi
Medico chirurgo – Specialista in Neurologia