Con lo Psicologo, l’Ambulatorio Logopedia Adulti si completa. Già, perché spesso i disturbi nell’età adulta derivano da traumi o malattie. Sono, queste, due condizioni che lasciano il segno anche sulla salute psicologica che ha tutti i diritti di essere curata. Tanto più che la debolezza emotiva potrebbe rendere più difficoltosa la cura del problema fisico. Per prendere in carico in modo corretto un paziente che soffre di questi disturbi bisogna quindi valutare la sua condizione psicologica. E, se necessario, sostenerla. Lo scrive la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta, nell’articolo che ci ha messo a disposizione.
La Dott.ssa Perego collabora con Politerapica come psicologa e psicoterapeuta. Lavora a stretto contatto con i professionisti della struttura per offrire una presa in carico completa dei nostri pazienti. Si occupa in particolare di psicologia perinatale e organizza corsi per genitori, futuri genitori e bambini. Partecipa in modo attivo alle attività degli Ambulatori Multidisciplinari.
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Ambulatorio Logopedia Adulti con lo Psicologo
L’intervento logopedico negli adulti si rende per lo più necessario in seguito a eventi traumatici (come incidenti), a problemi vascolari (come ictus o emorragie cerebrali) o ad interventi chirurgici spesso collegati ad una diagnosi oncologica. Queste situazioni possono infatti causare la perdita della capacità di deglutire, quella di usare correttamente il linguaggio, quella della voce e anche alcune altre.
Tornando alle cause, parliamo di condizioni che, seppure molto diverse tra loro, sono accomunate da un forte trauma non solo sul piano fisico ma anche e soprattutto emotivo. Già solo per questo sarebbe importante e utile prendersi carico di questo aspetto del problema. E ricorrere quindi ad un supporto psicologico utile ad elaborare quanto accaduto, che si tratti di un incidente, di una diagnosi infausta o di un ictus. Stiamo parlando infatti di eventi che mettono a rischio la vita delle persone che ne sono colpite e modificano la percezione di sé e le proprie capacità fisiche e mentali.
Queste diverse situazioni sono spesso improvvise e impreviste. Mettono la persona in contatto con la morte, la fragilità, la finitezza umana, l’essere indifesi e, di conseguenza, possono portare a sentirsi impotenti. Lo stesso accade per i familiari di chi vive sulla propria pelle tutto questo.
Un limite per la cura
Come scrivevamo, queste condizioni cambiano il modo in cui una persona si percepisce. Di fronte a questo, ognuno può reagire in modo diverso. C’è chi reagisce in modo deciso, affrontando terapie e riabilitazione e affidandosi ai consigli di medici e terapisti. Chi invece si abbandona allo sconforto, incapace di reagire o addirittura manifestando rabbia per quanto accaduto. Questi ultimi sono entrambi modi di manifestare uno stato depressivo e possono portare la persona a non volersi far carico del programma riabilitativo necessario a recuperare le funzionalità perdute. Il vissuto della persona riguarda le sue difficoltà ad adattarsi all’evento traumatico e a ristrutturare la sua personalità dopo tali eventi.
Questo vale sia per i disturbi provocati da traumi, sia per quelli che hanno cause oncologiche. Lo stesso, come è ovvio, può accadere in seguito a diagnosi di malattie neurologiche che, in modo diverso, intaccano alcune funzionalità legate all’uso della parola o alla deglutizione. Spesso la persona che ne è colpita è più impegnata ad elaborare e gestire gli stravolgimenti che la diagnosi porta nella sua vita. Anche in questo caso quindi può sentirsi in difficoltà nell’aderire positivamente alla riabilitazione necessaria.
Non è dunque difficile immaginare che queste persone possano soffrire di depressione. Questa condizione è spesso sottostimata perché risulta difficile differenziare i sintomi fisici da quelli psichici. Non riconoscerla però può determinare la compromissione di una buona riabilitazione, se non renderla addirittura inefficace.
Il sostegno psicologico, emotivo e relazionale è quindi fondamentale non solo per il benessere generale della persona, ma soprattutto per un migliore risultato della presa in carico riabilitativa. Può essere necessario intraprendere un percorso psicologico prima ancora della fase riabilitativa, ma anche continuare ad essere sostenuti durante tutto il percorso successivo.
Quando l’origine del disturbo è psicologica
Abbiamo detto che la sofferenza emotiva può essere la conseguenza di una condizione che richiede l’intervento logopedico. Vi sono poi alcune condizioni, in cui la componente emotiva ne è addirittura la causa. La disfonia, per esempio, può avere cause emotive e psicologiche, legate allo stress o a eventi fortemente traumatici dal punto di vista emotivo.
Anche la disfluenza (balbuzie) può avere un esordio su base ansiosa. Capita più frequentemente nei bambini, ma in età adulta condizioni sfavorevoli dal punto di vista emotivo possono farla insorgere nuovamente o determinarne il peggioramento.
Il sostegno emotivo e psicologico è quindi fondamentale per la persona colpita da questi problemi.
Una presa in carico multidisciplinare e a 360°
Se, in molti casi, il sostegno psicologico è necessario per il paziente, lo è anche per i suoi familiari. Il primo aspetto importante è riuscire a prendersi cura di sé e dei propri bisogni per evitare che la cura del proprio familiare esaurisca ogni energia. In secondo luogo, una consulenza psicologica può essere di aiuto per comprendere meglio la situazione ed essere in grado di sostenere adeguatamente il proprio caro.
Il sostegno psicologico si inserisce in una presa in carico della persona e dei suoi familiari che è multidisciplinare. L’individuo è uno solo e non è possibile scindere il corpo dalle emozioni e dalle relazioni che lo definiscono. Lavorare in team è la risposta più completa ai bisogni di ognuno. Lavorare in team, inoltre, non è solo una risposta ai bisogni del paziente ma è anche una risorsa per i diversi professionisti che collaborano tra loro.
Dott.ssa Valeria Perego
Psicologa e Psicoterapeuta
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