Lo screening ci salva la vita contro il cancro del colon retto. Ed è gratuito oltre che semplice. Eppure, a Bergamo, meno del 50% delle persone invitate ad eseguirlo risponde alla chiamata. E Bergamo è “un’isola felice”. In giro per l’Italia ci sono situazioni molto più gravi.
Lo racconta e spiega molto bene il Dott. Sergio Signorelli, Gastroenterologo e Medico internista, in un articolo sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo, pubblicato Domenica 25 Settembre 2022.
Qui si può scaricare l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 25.09.2022 – Screening colon-retto, Signorelli – Def
Lo screening ci salva il colon retto
Lo screening ci salva la vita contro il cancro del colon retto, scrivevamo. In realtà, c’è pure un’altra strategia, oltre a quella dello screening che può essere molto utile. Sì, perché questo cancro molto pericoloso ha fattori di rischio legati agli stili di vita. Parliamo di eccessivo consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati. Ci sono poi sovrappeso e ridotta attività fisica, fumo ed eccesso di alcool. Tutte condizioni sulle quali possiamo intervenire. Dipende solo da noi.
Abbiamo qndi a disposzione due strumenti straordinari che non si escludono a vicenda ma che si combinano in modo molto efficace tra loro. Ma fermiamoci sullo screening, seguendo quanto spiega il Dott. Signorelli.
Il cancro del colon retto è tra i più frequenti in Italia e in Europa. Nella maggior parte dei casi, però, si sviluppa da lesioni che non sono ancora tumore. Sono lesioni che si possono intercettare e su cui si può intervenire ben prima che la situazione diventi grave. A questo serve lo screening gratuito che Regione Lombardia mette a disposzione dei cittadini tra i 50 e 74 anni di età. Questa, infatti, è la fascia di età più a rischio.
Si tratta di un’indagine che funziona bene e che, come dicevamo, è semplice da eseguire. Lo screening è basato su due livelli. Il primo livello è quello della ricerca del sangue occulto nelle feci. Parliamo del sangue che non si vede. Il secondo livello prevede invece la colonscopia. Questo si applica solo in caso di risultato positivo del primo test.
Ogni due anni
I cittadini non devono fare niente, potremmo dire. Ci pensa il Servizio Sanitario. Ogni due anni – dice il Dott. Signorelli – ricevono per posta un invito a eseguire il test. Devono semplicemente raccogliere un campione di feci e consegnarlo alla propria farmacia. Sempre per lettera viene poi comunicato l’esito dell’esame. I soggetti con esito negativo verranno nuovamente invitati a ripetere il test dopo due anni.
L’esito può essere anche positivo. Questo però non indica in modo certo la presenza di un tumore. Non deve quindi allarmare. Ci possono essere diverse cause benigne per cui il test ha un risultato positivo. In ongi caso, qui interviene il secondo livello dello screening. Alla persona interessata viene proposto un esame di approfondimento con colonscopia. Sempre gratuito, si intende.
La maggior parte dei casi di tumori del colon retto ha origine da polipi intestinali che non danno disturbi. Si dice asintomatici. Sono polipi ancora benigni. La colonscopia esamina il retto e la sua mucosa con una telecamera. Così è in grado di escludere o confermare la presenza di polipi. Se ci sono, questi possono essere rimossi durante la stessa seduta, prima che si trasformino in tumore maligno.
Quando la colonscopia porta a una diagnosi di tumore maligno, il paziente viene subito preso in carico e sottoposto alle terapie necessarie in modo precoce. Questo permette risultati migliori, interventi meno invasivi e ritorno più veloce ad una buona qualità di vita.
Senza dimenticare
Lo screening, quindi, ci salva la vita contro il cancro del colon retto. Abbiamo visto che è semplice da eseguire ed è gratuito. E’ anche molto efficace. Su 100 persone sottoposte a colonscopia di approfondimento, per 3 è risultata una diagnosi di cancro, per 14 di adenoma avanzato (pericolo di rapida evoluzione in tumore) e per 25 di adenoma in fase iniziale. Eppure, quasi il 50% dei cittadini invitati allo screening non lo esegue.
Allora è necessario fare una riflessione e suggerirla a tutti. Il sistema sanitario deve forse chiedersi se comunica in modo appropriato l’importanza di questo test. Lo stesso, forse, devono farlo i professionisti sanitari che per altri motivi curano i pazienti in età critica. I cittadini, invece, devono chiedersi se non sottovalutino in modo eccessivo e superficiale le raccomandazioni che arrivano loro.
Senza dimenticare poi gli stili di vita. In fondo, si tratta di vivere bene in generale e non solo di prevenire un cancro che può procurare molti danni. Sì, perché non solo colpisce e mette a rischio la vita ma colpisce in una zona tabù che curiamo con fatica. E c’è di più: a volte dopo un intervento chirugico per rimuovere questo brutto tumore, è necessario applicare una stomia. Intendiamo un tubo che dall’intestino porta le feci all’esterno in una sacca che si è costretti a portare addosso giorno e notte.
Insomma, abbiamo a disposzione strumenti potenti di prevenzione e diagnosi precoce per salvarci la vita e difendere la sua qualità. Dobbiamo usarli!
Il Dott. Sergio Signorelli riceve in Politerapica, a Seriate in Via Nazionale 93.
Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468.