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Categoria: Rassegna Mediatica

9 Giugno 2024
Indagine SWG sul fumo in Lombardia

L’indagine SWG per Lilt sul fumo, in Lombardia e nelle singole province, propone risultati che fanno riflettere. Soprattutto per quanto riguarda i giovani. La ricerca è stata eseguita in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2024. A commissionarla, per il secondo anno consecutivo, è stato il coordinamento regionale della Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L’indagine è stata svolta su un campione di 2.317 persone tra i 18 e i 74 anni ed è capace di restituire una fotografia nitida anche sulla Bergamasca.

L’Eco di Bergamo le ha dedicato due pagine intere in apertura della cronaca, curate da Luca Bonzanni, con un richiamo in forte evidenza sulla prima pagina del giornale. Più sotto ne riportiamo alcuni estratti.

Qui si possono scaricare

Indagine SWG sul fumo in Lombardia per Lilt

Secondo SWG, in Lombardia fuma il 41% e in bergamasca il 42%. Un fumatore su quattro, ha iniziato tra i 14 e i 15 anni. Lo racconta bene il giornalista Luca Bonzanni sulle pagine de l’Eco. L’età media in cui si comincia nella nostra provincia è 17,8 anni (in linea con la media lombarda di 17,7 anni), e lo si fa quasi sempre con una sigaretta tradizionale (nell’84% dei casi) e in compagnia di amici (nel 70% dei casi).

Fumano di più le donne (qui si raggiunge il 35%) e soprattutto nelle fasce d’età più elevate (si arriva al 48%, a prescindere dal genere).
Il 47% dei fumatori lombardi dice di averlo fatto «per curiosità». E’ così soprattutto tra chi oggi è più giovane (si arriva al 53% nella fascia 18-34 anni). Un altra ragione è stata quella di sentirsi grandi (12%, ma con una punta del 17% tra chi oggi ha 55-74 anni).

Poca fiducia nei divieti

Solo qualche settimana fa – continua Bonzanni – la stretta sul fumo all’aperto aveva animato il dibattito politico in diverse grandi città d’Italia, da Torino a Milano. E a Bergamo? Il tema al momento appare fuori dal perimetro di scelte amministrative e campagna elettorale. Il parere dei bergamaschi segnala più freddezza rispetto alla media regionale.

Si dice favorevole a un qualche divieto di fumo nei parchi giochi l’85% dei bergamaschi, contro l’88% dei lombardi. Nelle aree esterne degli ospedali è favorevole al divieto il 79% dei bergamaschi, poco al di sotto dell’81% di media regionale. La forbice è più ampia rispetto alla possibilità di divieto di fumo nelle aree esterne dei ristoranti, condivisibile per il 70% dei bergamaschi contro il 75% di media regionale.

Da un’altra prospettiva, solo il 26% dei bergamaschi ritiene efficace il divieto assoluto di fumare all’aperto (in Lombardia il consenso è del 29%); analogamente, il 27% dei bergamaschi considera poco importante l’obiettivo di una città «smoke free», mentre in Lombardia lo pensa solo il 22% degli intervistati.

Ci pare – concludiamo noi – che ancora siamo di fronte ad un tema culturale. Mai come in questo caso, di cultura della salute. Quella individuale e quella collettiva.

20 Maggio 2024
I rischi delle esposizioni solari senza protezione

I rischi delle esposizioni solari senza protezione. Questo il titolo di un articolo curato dal Dott. Andrea Di Buduo, Dermatologo in Politerapica per la rivista Bergamo Salute. Qui l’articolo completo: Bergamo Salute – 05-06.2024 – Di Buduo. Esposizione al sole – D

Argomento attuale e importante

Stiamo parlando di un argomento importante e attuale. L’Estate è alle porte e, con essa, la bella stagione e la possibilità di esporsi al sole più a lungo. Stare al sole è bello. Avere la pelle un po’ colorata, pure. E’ necessario però starte attenti. Il sole fa bene ma può anche fare male. Molto. Si deve quindi goderne in modo responsabile. Esporsi ai suoi raggi in modo consapevole. Di questo e di molto di più parla il Dott. Di Buduo. Lo fa in modo chiaro, semplice e pacato nella forma. Lungi da lui è, infatti, l’idea di spaventare i lettori. Lo fa però anche in modo rigoroso per quanto riguarda il contenuti perché l’informazione e la conoscenza sono gli strumenti basilari per prenderci correttamente cura della nostra salute. Anche di quella della pelle.

I rischi delle esposizioni solari senza protezione

L’azione dannosa dei raggi solari sulla pelle è legata principalmente alla quota di radiazioni Ultraviolette che compongono lo spettro luminoso. Comincia così l’articolo. Si tratta – prosegue – della componente a maggiore energia, in grado di causare danno alle cellule e al DNA. Per questo motivo, l’esposizione al sole o a lampade abbronzanti, inserite dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) nella lista dei fattori carcinogeni, rappresentano uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei.

Il danno cellulare e tissutale dipendente dal sole, inoltre, è strettamente implicato nell’invecchiamento cutaneo con sviluppo di inestetismi in regioni corporee cronicamente fotoesposte (macchie solari e rughe), dovute alla riduzione dell’elasticità dei tessuti profondi. Al di là del rischio oncologico e del fotoinvecchiamento, che si manifestano a distanza di tempo dall’esposizione solare, le radiazioni sono in grado di causare anche disturbi immediati e acuti alla pelle: da ustioni e scottature più superficiali come l’eritema solare, fino alle più gravi ustioni di II grado, con vescicole e  bolle su pelle arrossata. In  individui predisposti, inoltre, sono possibili vere e proprie forme immunomediate di orticaria solare, con prurito e lesioni cutanee rilevate (pomfi).

Da qui parte per toccare diversi punti di un argomento che peraltro è molto grosso. Parla dell’importanza – necessità! – della protezione e di come il rischio cambi a seconda del fototipo (il colore della nostra carnagione). Spèiega poi come dovrebbe essere regolata l’esposzione dei bambini – importantissima! – e dell’attenzione che bisogna porre ai primi raggi.

Non vogliamo dire di più e invitiamo piuttosto a oleggere l’articolo. Ne vale la pena!

Il Dott. Andrea Di Buduo riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468

 

29 Febbraio 2024
Per mangiare bene bisogna imparare da piccoli

Per mangiare bene bisogna imparare da piccoli. Prima però occorre, forse, capire bene i motivi e i modi. Intendiamo i motivi per cui si deve imparare da piccoli e i modi migliori per farlo. Senza sorvolare sulle difficoltà ma cercando, anzi, di comprenderle per trovare le soluzioni più efficaci. Un tema ampio, di cui ha parlato la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta in Politerapica, negli studi di Bergamo TV, ospite della trasmissione Fattore Bergamo: la salute.

Qui il video completo della trasmissione:

Per mangiare bene bisogna imparare da piccoli

E’ importante imparare da piccoli la corretta alimentazione perché, come tutte le cose, prima si inizia e meno fatica si fa. Se ci insegnano correttamente mamma e papà cosa sia sana alimentazione e buone abitudini, questo insegnamento entra più facilmente e rimane dentro. E’ poi importante che questo avvenga in famiglia perché l’alimentazione è un gesto al centro di una relazione tra genitore e bambino che va oltre la sola assunzione di cibo.

Siamo di fronte ad un tema, quindi, che riguarda, da una parte, la corretta alimentazione nel senso di corretta assunzione dei giusti elementi nutritivi e, dall’altra, tocca tutto quello che riguarda l’interazione e la relazione. Oltre al “cosa” si dà al bambino c’è quella del “come” si dà. E qui si aprono altri grandi temi. L’attenzione del genitore ai tempi e ai momenti giusti per cambiare l’alimentazione in funzione della crescita del bambino e poi quella dell’autoregolazione.

L’adulto quando si passa ai cibi solidi pensa di sapere quanta sia la quantità di cibo che deve per forza assumere il bambino ma, in realtà, il bambino ha una sua capacità di autoregolazione. Riconoscere al bambino questa capacità, significa riconoscere il suo ruolo nella relazione. Altra questione non meno importante è quella di evitare le distrazioni. Televisione, tablet, smartphone tolgono al bambino la consapevolezza del gesto dell’alimentazione e perde il senso di ciò che sta facendo. Alla fine del pasto, potrà anche avere mangiato tutto quello che il genitore ritiene fosse necessario per lui ma lui lo avrà fatto senza consapevolezza.

Argomento ampio e complesso

Un argomento ampio e complesso. Cosa si deve mangiare, come si deve mangiare, quando bisogna cominciare ad impararlo, quali effetti avrà tutto questo nella vita adulta. La relazione bambino/genitore. Il ruolo dell’adulto e del bambino. L’occasione per la famiglia di regolare anche la dieta degli adulti mentre sui insegna al bambino quali siano i cibi (e le quantità) migliori. I capricci intorno al cibo e le ansie dei genitori. Senza dimenticare l’effetto di piacere che produce il nutrirsi.

E poi c’è la scuola, la mensa scolastica, la relazione intorno al cibo che si sposta ai compagni e all’insegnante, un adulto diverso dai genitori.

Un argomento tanto vasto quanto affascinante e utile da capire e approfondire. La Dott.ssa Perego ci accompagna in questo viaggio attraverso l’alimentazione e le modalità di imparare ad alimentarsi correttamente da piccoli, come è necessario che sia. Merita di essere visto. Per capire cose che riguardano anche gli adulti e per scoprire aspetti di un gesto così scontato com e il mangiare (e lo stare bene!) che molto spesso non sappiamo neppure che esistano.

Al tema dell’alimentazione è dedicato il 2° appuntamento di “Insieme si può. Insieme funziona – 2024”, quel progetto di promozione della cultura della salute che giunge al suo terzo anno di attività.

 

La Dott.ssa Valeria Perego riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e prenotazioni, tel. 035.298468

 

 

3 Febbraio 2024

La piccola chirurgia ambulatoriale è una cosa seria e deve essere eseguita con le stesse procedure di sicurezza di quella più impegnativa. Ne parla in modo chiaro alla trasmisisone di Bergamo TV, Fattore Bergamo – La Salute, il Dott. Annibale Casati, chirurgo generale e chirurgo plastico che collabora con Politerapica.

Conduceva in studio, come sempre, Alberto Ceresoli, direttore de l’Eco di Bergamo, giornalista esperto di sanità e salute.

Qui la videoregistrazione completa:

3 Febbraio 2024
Si chiama pubalgia e sono dolori

Si chiama pubalgia e sono dolori! Sono i dolori che colpiscono la zona pubica. Hanno diverse cause e queste devono essere capite per scegliere la cura giusta. Sì, perché la pubalgia si cura. Anzi, si deve curare, altrimenti può diventare cronica. Lo spiega in modo molto chiaro all’Eco di Bergamo il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra in Politerapica.

Chi volesse scaricare l’articolo completo, lo trova qui: L’Eco di Bergamo – 28.01.2024 – Pubalgia, Agostini – D

Molte cause

Nella maggior parte dei casi, la pubalgia è dovuta a microtraumi da movimento intenso, ripetuto troppe volte. Da qui la ragione per cui spesso si manifesta negli sportivi (agonisti e dilettanti) ma anche in chi svolge quotidianamente attività che necessitano della ripetizione continua di alcuni medesimi movimenti. Vi sono poi molte altre possibili cause, aggiunge il dott. Agostini. Tra queste, l’artrosi dell’anca, problemi ai piedi o agli arti inferiori, problemi lombari o del bacino, disfunzioni muscolari e, nelle donne, anche la gravidanza, soprattutto dal sesto mese.

Tra le molte cause della pubalgia, il Dott. Agostini si concentra su tre di esse (che sono tra le più frequenti), per capire da cosa possono essere a loro volta prodotte, quali siano i loro disturbi, come si riconoscano e come si curino

  • la tendinopatia inserzionale, anche associata a infiammazione dell’inserzione inferiore dei muscoli addominali e che è chiamata anche sindrome addomino/adduttoria
  • la presenza di una punta d’ernia che produce un ingombro del canale inguinale dell’intestino
  • l’infiammazione del nervo ileo-inguinale

Si chiama pubalgia e sono dolori

Publagia è un’espressione che significa dolore alla zona del pube. Quindi, quando si parla di publagia, si parla di dolore, indipendentemente da quale ne sia la causa. La questione è ancora un po’ più complessa. Ogni causa dei publagia, infatti, può essere provocata a sua volta da altre cause. E il Dott. Agostini spiega tutto in modo molto chiaro e semplice così come spiega quali siano le cure possibili delle diverse forme di questo problema. Soprattutto, però, racconta che la pubalgia è un problema che potremmo facilmente evitarci.

La pubalgia, infatti, si può prevenire. O si può evitare che si manifesti nuovamente. Ci vuole qualche attenzione che sappiamo non è sempre facile avere. Gli sportivi, per esempio, dovrebbero fare riscaldamento e allungamento muscolare prima e dopo l’attività sportiva. In realtà dovrebbero farlo anche, idraulici, piastrellisti, muratori per citare alcune delle professioni a rischio. Si risparmierebbero così, oltre alla pubalgia, anche altri frequenti disturbi a carico della schiena, delle anche e pure delle spalle.

Poi sarebbe opportuno mantenere un buon equilibrio posturale e muscolare nel corso delle attività quotidiane che interessi in particolare dorso, bacino e arti. Certo qui si va un po’ sul difficile, conclude il dott. Pietro Agostini. Sappiamo quanto la cura della salute non sia cosa così comune. Eppure, prendersi cura della salute prima di perderla, può risparmiare davvero tanti dolori. Anche quelli della pubalgia.

 

Il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra, riceve in Politerapica a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468

15 Gennaio 2024
Sei incontri a Seriate su salute e benessere

Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere rivolti alla cittadinanza. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali insieme a Politerapica. E l’Eco di Bergamo ne parla. Qui l’articolo L’Eco di Bergamo – 12.01.2024 – Pensa alla Salute – D

L’obiettivo è quello di promuovere la cultura della salute per vivere bene e anche per favorire prevenzione e diagnosi precoce. Perché la salute è un bene prezioso di cui ci si deve prendere cura prima di perderla.

E poi, diciamolo: stare bene serve a noi ma anche alle persone che ci stanno intorno. E serve pure alla comunità. Una persona in salute è una risorsa preziosa per tutti. Anche quando si è anziani. Bisogna quindi imparare a vivere e a diventare anziani in salute.

Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere

Diciamo che ci sono ancora sei incontri perché in realtà l’iniziativa è già in corso da ottobre 2023 e gli incontri, in tutto, sono nove. Tre li abbiamo già tenuti. Tutti molto partecipati e apprezzati e tutti presso la sede del Centro Diurno Anziani di Via Paderno. Un incontro al mese, sempre di venerdì, sempre alle 16. E continueremo così fino a giugno.

Abbiamo cominciato a ottobre, appunto, parlando di mal di schiena (che tormento!). Abbiamo proseguito a novembre, parlando del cuore (che, abbiamo detto, non è solo amore). Poi, a dicembre, è stata la volta del diabete (una dolcezza amara).

Ora proseguiamo. Già venerdì 19 gennaio, saremo lì a parlare di digestione (quando non va giù). A febbraio toccherà all’artrosi (chi non ce l’ha?). L’incontro di marzo lo dedicheremo a vene e arterie (una questione idraulica). Quello di aprile all’attività fisica e al cammino. Poi ci sarà maggio con la tiroide. Infine, giugno con il mal di testa (soprattutto, quando non passa più).

Qui la locandina con il programma completo che avevamo pubblicato già qualche tempo fa:

 

 

 

2 Gennaio 2024
La chirurgia ambulatoriale eseguita bene

La piccola chirurgia ambulatoriale deve essere eseguita bene, con la stessa attenzione alla sterilità, alle procedure da seguire e alla disponibilità di attrezzature e di farmaci d’emergenza che si mette nella chirurgia ospedaliera. La piccola chirurgia ambulatoriale, infatti, è una cosa seria come quella più “grande”. Allo stesso tempo, però, permette di eseguire gli interventi indicati, senza le liste di attesa e degenza, comodamente in ambulatorio. E potendo tornare a casa al termine della procedura chirurgica.

Lo spiega a l’Eco di Bergamo, il Dott. Annibale Casati, sepcialista in Chirurgia generale e in Chirurgia Plastica, ricostruttiva ed estetica che collabora con Politerapica.

Qui l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 24.12.2023 – Piccola chirurgia, Dott. Annibale Casati

La chirurgia ambulatoriale – Cos’è

Il Dott. Casati inizia spiegando che la  «chirurgia ambulatoriale» detta anche «piccola chirurgia» è la cura e il trattamento di lesioni che necessitano non solo di cure mediche ma anche di interventi chirurgici. Parliamo di quegli interventi che possono essere eseguiti in anestesia locale, in massima sicurezza, in un ambulatorio medico attrezzato, senza dover ricorrere ad un ricovero. I pazienti così operati, dopo un breve periodo di osservazione, possono tranquillamente rientrare al loro domicilio sapendo che possono contattare la struttura o lo specialista in caso di bisogno o di imprevisti.

La chirurgia ambulatoriale eseguita bene

Ogni intervento, grande o piccolo che sia, deve assicurare al paziente una metodica corretta basata su professionalità, deontologia e rispetto del paziente stesso da parte del chirurgo e della struttura in cui viene svolta la prestazione, dice subito il Dott. Casati. Questo significa anche massima attenzione alla sterilità e alle procedure da seguire e disponibilità di attrezzature e farmaci d’emergenza per ogni evenienza.

Per questo la Piccola Chirurgia Ambulatoriale deve essere gestita e considerata al pari di quella «maggiore » che prevede interventi in anestesia generale o altro, a livello ospedaliero. E dovere del chirurgo rimane sempre quello di fare il meglio per la salute del paziente.

Tre ambiti di intervento

La Chirurgia ambulatoriale ha tre ambiti principali di intervento:

  • Chirurgia generale
  • Chirurgia dermatologica
  • Chirurgia plastica/estetica.

Nell’ambito della Chirurgia generale, ci sono i trattamenti per cisti sebacee, lipomi, unghie incarnite, rimozione di corpi estranei superficiali (vetro, schegge…), angiomi e condizioni simili.

Nella Chirurgia dermatologica rientrano i trattamenti per tutte le «macchie» cutanee. Queste possono variare da una banale patologia benigna (Cheratosi) ad altre lesioni benigne come papillomi, dermatofibromi, nevi semplici pigmentati o no, fino ad arrivare ai tumori cutanei maligni (carcinomi basocellulari, spinocellulari, squamocellulari, cheratoacantomi, eccetera). Questi termini spaventano ma non devono destare preoccupazione. Infatti, se l’esame istologico, che in questi casi deve sempre essere eseguito, dice che la lesione cutanea è stata asportata completamente e i suoi estremi non sono intaccati, il paziente è da considerarsi guarito perché sono lesioni he non danno metastasi a distanza.

Discorso diverso se si tratta di melanomi. In quel caso si deve eseguire un allargamento chirurgico e ulteriori approfondimenti e si esce dal campo della chirurgia ambulatoriale.

Chirurgia plastica ed estetica

In questo settore potrebbe rientrare tutto quello che si è descritto ai punti precedenti. In particolare, tutte le lesioni del viso, zona molto delicata, sono di competenza del chirurgo plastico. Ed è facile spiegare il perché: il viso è la parte più «in vista» ed è la parte del corpo che per prima guardiamo e che ci guardano. Ne consegue una particolare attenzione ed esigenza del paziente ad avere una cicatrice non visibile o il meno visibile possibile. Questa richiesta è la croce e delizia di tutti i chirurghi perché la cicatrice esterna è la sua  firma ed è la prima cosa che si nota indipendentemente dalla complessità di ciò che c’era sotto.

Tra gli interventi di chirurgia plastica ed estetica ambulatoriali, si possono inserire almeno due interventi prettamente estetici: la blefaroplastica per il trattamento di cadute e borse adipose delle palpebre, e l’otoplastica per il trattamento delle orecchie a ventola. Questi due
interventi possono essere eseguiti tranquillamente a livello ambulatoriale, con le dovute attenzioni, e con soddisfazione dei pazienti.

 

Il Dott. Annibale Casati riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468.

2 Gennaio 2024
Un

Può bastare un’ecografia alle carotidi per evitare guai seri. E si parla di Ictus, la principale causa di diabilità grave e la terza causa di morte, in Italia. Lo spiega in modo pacato e chiaro il Dott. Davide Foresti, Chirurgo vascolare in Politerapica, ospite di Bergamo TV.

Qui il video completo:

Giovedì 21 dicembre 2023, il Dott. Davide Foresti, Chirurgo vascolare in Politerapica, è stato ospite della trasmissione “Fattore Bergamo – La Salute” di Bergamo TV per parlare di ictus cerebrale e carotidi. Soprattutto, per parlare di prevenzione attraverso una semplice ecografia o un ecocolordoppler.

Carotidi e Ictus

Controllare lo stato di salute delle carotidi è molto importante. Serve per fare prevenzione contro patologie molto gravi. E per salvare la vita in molti casi. La carotide è l’arteria che parte dal cuore e porta sangue al cervello. E’ piccola: non è molto lunga e è larga 6-7 mm. E’ però di importanza fondamentale per la vita e la salute delle persone.

La prevenzione, in questo caso, è fondamentale. La chiusura o il restringimento di questo tubicino, infatti, può portare al TIA (un piccolo Ictus) o all’Ictus vero e proprio. Non si parla di una banalità: l’Ictus, in Italia, è la principale causa di disabilità grave e la terza causa di morte.

Un’ecografia alle carotidi per evitare guai seri

L’ecografia o ecocolordoppler è un esame di pochi minuti, non invasivo, non doloroso e facilmente ripetibile tutte le volte che risulti consigliato farlo. Attraverso l’ecografia si vede esattamente se all’interno della carotide c’è una placca.

Per capire cosa sia una placca si può immaginare un tubo d’acqua al cui interno si forma un’incrostazione. L’incrostazione è la placca. Questa produce l’impossibilità del sangue di fluire o di fluire in modo normale. La placca può subire dei distacchi. Suoi frammenti possono staccarsi e andare a ostruire dei vasi più piccoli. Nel caso delle carotidi, si parla di vasi all’interno del cervello. Da lì, il sangue non passa più e la parte di cervello che sta dopo viene danneggiata. Se poi la caratodi si ostruisce del tutto…

Con l’ecografia si determina poi la dimensione della placca. Serve sapere, per esempio, se è del 30%, del 50% o del 70%. L’ecocolordoppler permette anche di capire come sia composta la placca: se di calcio o di grasso. Da qui si parte per definire la miglior terapia per quello specifico paziente.

Prevenzione primaria

La prevenzione è molto importante per i chirurghi vascolari. Una persona in piena salute deve essere valutata dal suo medico curante per sapere se soffre di colesterolo alto, pressione alta o di diabete, tutti fattori di rischio per la salute delle arterie e quindi delle carotidi. Infatti, intervenire su questi fattori prima dei 40 anni, offre molte più possibilità di successo di quando si interviene dopo per evitare il formarsi dell’aterosclerosi che è prodotta dalla placca all’interno delle pareti delle arterie.

Anche se si sta bene, quindi, è bene farsi valutare dal proprio medico. Condizioni che sono ancora silenti, potrebbero causare problemi – anche seri – a distanza di anni.

Tra i 55 e i 60 anni poi è consigliato il primo controllo delle carotidi. In particolare se c’è familiarità, se c’è stato un infarto, se si fuma o se si soffre di pressione alta, colesterolo alto o diabete. Anche quando queste malattie sono ben controllate. Non va dimenticato, per esempio, che un diabete ben controllato può causare una patologia delle arterie, così come la pressione alta. Per quanto riguarda il fumo, è fondamentale smettere di fumare ma non è sufficiente. A causa del fumo, si possono manifestare danni anche dopo anni che si è smesso.
Naturalmente, nella prevenzione primaria non si devono dimenticare i buoni stili di vita: sana alimentazione e movimento corretto.

Prevenzione secondaria

Quando la placca si attesta su percentuali inferiori, c’è la possibilità di intervenire farmacologicamente per stabilizzarla. Questa è la prevenzione secondaria: intervenire con farmaci, dopo che la placca si è formata, per evitare che peggiori. Tutti i CHirurghi vascolari hanno pazienti in terapia farmacologica da anni, che vivono normalmente e che non hanno avuto bisogno di intervento.

Fino al 50% di grandezza della placca si fanno controlli annuali. Per placche di dimensioni superiori, si fanno controlli più ravvicinati.

Intervento chirurgico

Al 70% e oltre c’è indicazione a intervento chirurgico per disostruirla. Un’ostruzione di queste dimensioni infatti produce un rischio del 5% ogni anno di avere un TIA o un Ictus. Si parla peraltro di un intervento molto delicato. Si lavora infatti su un’arteria delicatissima, molto piccola e di fondamentale importanza per la vita. E’ più complesso operare una placca fatta di grasso o con ulcere. La manipolazione della carotide, infatti, può favorire il distacco di piccoli frammenti.

L’intervento dura circa un’ora e mezza. Il paziente viene dimesso dopo 3 giorni. Il rischio infatti è concentrato nelle prime 24 orre. Quello è il tempo fondamentale. Dopo le 24 ore si controlla che non ci siano complicanze minori che sono peraltro corregibili.

 

Il Dott. Davide Foresti riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468