La fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci. Lo spiega bene il Dott. Fernando Scudiero, Cardiologo in Politerapica, a Bergamo TV. Lo spiega in modo chiaro, accompagnando lo spettatore passo dopo passo in questo delicato tema. Delicato e importante.
Qui il video della trasmisisone:
Mercoledì 8 novembre 2023, il Dott. Fernando Scudiero , Cardiologo interventista presso ASST Bergamo Est e Cardiologo in Politerapica in convenzione con la stessa ASST, è stato ospite della trasmissione “Fattore Bergamo – La Salute” di Bergamo TV per parlare di fibrillazione atriale e delle più moderne tecniche di cura. In particolare, quelle senza farmaci
Un argomento importante che tocca molti
Tra le aritmie, la fibrillazione atriale è la più frequente. Raggiunge anche il 2% della popolazione generale: uomini, donne, di età diverse. E proprio con l’età cresce la sua incidenza. Siccome poi l’età media delle persone sta aumentando, ci troveremo ad avere a che fare con questa patologia in modo sempre più frequente.
Siamo di fronte ad un argomento importante tra le molte patologie cardiovascolari. E il Dott. Scudiero lo conosce bene. Lui è Specialista in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e Dirigente di 1° livello presso l’U.O.C. di Cardiologia e Unità Coronarica dell’ASST Bergamo Est, dove svolge attività di Cardiologo interventista. Visita poi in Politerapica in convenzione con la stessa ASST. Da noi esegue visite specialistiche di Cardiologia, ECG – Elettrocardiogramma, Ecocardiogramma e Ecocolordoppler arteriosi e TSA.
Professionista molto preparato, di grande esperienza e di grand eumanità. I suoi pazienti non lo lasciano più.
La fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è un’aritmia generata dall’invecchiamento di una camera cardiaca, in particolare degli atri che perdono la loro contrattilità ritmica. Modificandosi la struttura anatomica dei tessuti, questi non funzionano più come prima. Di conseguenza, la normale conduzione elettrica del cuore viene sostituita da una conduzione più disordinata e caotica che fa perdere al cuore la sua normale ritmicità.
E’ una patologia pericolosa perché, quando gli atri perdono la loro normale capacità di contrarsi, generano un flusso sanguigno più turbolento e possono formarsi dei piccoli “coagulini” all’interno di queste camere cardiache. Questi coaguli, nel momento in cui vanno in circolo, possono portare problemi anche molto seri. Pensiamo ad un coagulo che va al cervello e chiude una delle sue arteria: può causare rischi seri come un ictus o un ischemia cerebrale.
Ci si può accorgere di soffrire di fibrillazione atriale per alcuni sintomi: batticuore, ritmo irregolare, frequenza cardiaca molto alta. A volte ci se ne accorge più semplicemente attraverso la saturimetria del dito, adesso così diffusa dopo il Covid. A volte, però, soprattutto nei pazienti più anziani, possono non esserci sintomi. Questa aritmia può evolvere in modo silente e emergere dopo che si sono scatenate alcune delle sue possibili complicanze come l’ictus, appunto.
Diagnosi e cura
La diagnosi è abbastanza semplice. Un elettrocardiogramma permette già di fare diagnosi. In alcuni casi è complicato perché a volte questa aritmia per sua natura, va e viene. Se necessario si fanno altri esami strumentali come lo Holter che permette la registrazione del ritmo cardiaco nelle 24 ore e consente di vedere la presenza di aritmia.
E’ curabile. Ci sono diverse opzioni terapeutiche. Da quelle farmacologiche a quelle della cardiologia interventistica. Questa comprende interventi con metodiche mininvasive molto avanzate che si praticano in anestesia locale: si isolano le vene polmonari e si regolarizzano i circuiti all’interno degli atri di modo che la contrazione atriale sia più regolare. Sono interventi che durano circa un’ora. Parliamo di metodiche che riducono il rischio di sviluppare una fibrillazione permanente in futuro.
La fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci
Si lavora poi sulla riduzione del rischio embolico. Come abbiamo detto, il flusso rallentato all’interno degli atri può produrre dei coaguli. Ci si protegge contro questo pericolo con farmaci anticoagulanti. Questi negli ultimi 15 anni sono evoluti moltissimo. Con la fibrillazione atriale, se trattata in modo adeguato, si può condurre una vita del tutto normale. E’ quindi necessario arrivare in fretta alla diagnosi, evitare di avere complicanze emboliche e bisogna curarla.
Gi anticoagulanti sono ottimi farmaci ma come tutti i farmaci hanno degli effetti collaterali. Esendo anticoagulanti, favoriscono la fluidità del sangue ed espongono quindi ad eventi di sanguinamento. Questo porta a dovere prendere delle precauzioni in certi casi.
Ci sono però pazienti cui non si possono somministrare gli anticoagulanti. Per esempio, persone con anemia o che perdono sangue dal tratto gastro-intestinale o che in passato hanno avuto episodi di sanguinamento intra-cranico. Per fortuna, però, oggi la fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci, come abbiamo accennato più sopra. Si può infatti intervenire con la cardiologia interventistica e sempre con interventi minivasivi.
Aggiungiamo che alimentazione corretta e stili di vita corretti sono le precauzioni necessarie per evitare le patologie cardio-vascolari e queste in particolare. E diciamo pure che è utile fare un elettrocardiogramma comunque al di sopra dei 30 anni per valutare la condizione di partenza.
Per il resto, vi invitiamo a guradare il video. Al suo interno c’è molto ma molto di più!
Il Dott. Fernando Scudiero visita in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93.
Per informazioni e prenotazioni, tel. 035.298468.
La fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci
Il cancro deve essere curato anche nell’anima. O nella psiche, se preferiamo dire così. Chiamiamola come vogliamo la dimensione emotiva di ognuno di noi ma il fatto rimane lo stesso. Non si può curare nel fisico una persona affetta da una malattia grave come, per esempio, il cancro, senza prendersi cura anche della parte psichica e relazionale. Ancora di più quando siamo di fronte al cancro al seno, come vedremo più avanti in questo articolo. Non si può fare per due motivi molto chiari.
Il primo è che se una persona è malata gravemente nel fisico, lo è anche nella mente. Le due cose son parte di un tutt’uno e non può stare bene una se non sta bene l’altra e viceversa. Il secondo è che proprio per affrontare la malattia e il percorso di cura, quella persona ha bisogno di tutte le sue risorse, anche di quelle emotive. Le sono necessarie per curarsi e senza di esse, tutto diventa più complicato. Per lei, per i sanitari e pure per i suoi cari.
Lo spiega molto bene la Dott.ssa Marta Roncalli, Psicologa in Politerapica, nella trasmissione “Fattore Bergamo – La Salute” di Bergamo TV, condotta da Alberto Ceresoli. Lo fa in modo chiaro e preciso. Anche appassionato, se possiamo dire così. La passione della professionista che sa quanto importante sia questo argomento e quanto è utile che venga capito.
Lo potete vedere qui. Dura poco più di dieci minuti ma sono dieci minuti che volano via in un lampo:
Il sostegno psicologico è importante
La dimensione psicologica è importante quanto quella fisica. Il periodo del Covid lo ha dimostrato in modo plateale. Corpo e psiche sono intrinsecamente collegati. Son un tutt’uno. Arrivano addirittura a corrispondere. Per questo noi parliamo di salute come condizione di benessere globale e parliamo di diritto alla salute intesa nella sua interezza: fisica, psicologica, sociale e relazionale.
Qui si inserisce lo psicologo che deve fare parte del team multidisciplinare composto da diversi professionisti e specialisti che prendono in carico la persona malata. Il suo ruolo è quello di sostenere il paziente nella sua integrità psico-fisica.
Il mese di ottobre è dedicato al cancro al seno. Sono molte le iniziativie di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. L’obiettivo è fare comprendere quanto sia necessario eseguire attività di screening per favorire la diagnosi precoce. In questo mese, però, è importante che si parli di questa malattia da tutti i puinti di vista. Anche da quello psicologico che qui è particolarmente colpito. Il cancro al seno è il tumore femminile per eccellenza. E’ quindi importantissimo che si parli di quello che rappresenta questo cancro per la donna che – bisogna dirlo in modo chiaro – viene aggredita nella parte fisica e psichica che rappresenta la sua femminilità, la sua maternità e che rappresenta la sua identità di genere.
Il cancro al seno è una condizione complessa
E’ fondamentale riuscire a cogliere come la donna, in questa condizione, sia costretta a ristrutturare la sua vita da zero. Il tumore infatti è uno tsunami che crea un prima e un dopo rispetto a ciò che succede nella vita di un individuo. In questa condizione così delicata, il lavoro psicologico, integrato con le cure mediche, è un lavoro necessario che sostiene il paziente, facendolo sentire parte dell’équipe di cura. E che lo faccia sentire soprattutto “agente attivo” in un momeno in cui il controllo di ciò che sta succedendo è percepito come molto scarso.
Lo psiconcologo si occupa del paziente e di tutta la rete di familiari e caregiver che lo circondano. Il cancro e, in particolare, il cancro al seno non colpisce a livello psicologico solo la persona che ne è affetta ma anche la cerchia di relazioni che la circonda. La persona si trova infatti a ristrutturare il suo essere ma anche le relazioni e le dinamiche relazionali. Lo psiconcologo restituisce delle risorse alla paziente e alle persone che la circondano. Risorse che sono essenziali per compiere delle scelte attive.
Oggi ci si occupa sempre più di psiconcologia ma solo un ospedale su quattro mette a disposizione questo sostegno. Una ragione in più per parlare di questo tumore e sensibilizzare circa la necessità di questo supporto. Serve ad acquisire strumenti e risorse per ridefinire i bisogni, le pruiorità e anche i ruoli. Il ruolo di madre, di sorella, di lavoratrice, di collega, toccando tutti gli aspetti della vita quotidiana.
Il cancro deve essere curato anche nell’anima
Il cancro deve essere curato anche nell’anima, scrivevamo sopra. O nella psiche, aggiungevamo. E torniamo allo psicologo. Lo psicologo entra in campo prima, durante e dopo la malattia. Questa è una professione che può essere messa a disposzione in qualsiasi momento della vita di un individuo. In un momento così delicato e complesso come è il momento della diagnosi o anche prima, nel momento dell’attesa della diagnosi, però, è bene che se il paziente lo desidera, sia messo in condizioni di attivarsi all’interno di un percorso. E all’interno di questo percorso, lo psicologo accompagna il paziente a definire nuovi obiettivi.
Non dobbiamo dimenticare che una diagnosi di questo genere e lo shock emotivo che a volte produce rendono difficile per i pazienti recepire, comprendere e assumere con consapevolezza quello che sta accadendo. Una consapevolezza che invece può aiutare a porcepire un futuro verso l’indomani. Spesso si rimane paralizzati davanti a questa malattia e diventa difficile riorganizzare le proprie risorse. Grazie al sostegnoo psicologico si sbloccano dimensioni di potenzialità, possibilità, desiderio, costruzione ed evoluzione. Senza questa anche la premessa sul presente cessa perché non è possibile pensarsi neppure nel “qui e ora”.
A seconda dell’età in cui una donna riceve una diagnosi di tumore al seno, questo fa leva su aspetti molto differenti. Immaginiamo una donna giovane che cerca una gravidanza o che magari è già in gravidanza o sta allattando. Pensiamo a quanto sia forte il significato simbolico di un tumore in una zona deputata a nutrire una vita e dalla quale invece stia arrivando il pericolo di morte. Pensiamo a donne un po’ più mature, sui 40, 50 o 60 anni, in una fase in cui vorrebbero realizzare i progetti di una vita, vorrebebro lasciare una loro impronta nel Mondo e sono quindi nel massimo slancio vitale e vengono bloccate da questa patologia.
Il paziente è il protagonista della terapia
Sì, il cancro deve essere curato anche nell’anima. O nella psiche, se vogliamo chiamarla così. Insieme al corpo. E pure per aiutare a curare il corpo. La Dott.ssa Roncalli prosegue col suo ragionamento nella trasmissione. Lo sviluppa ulteuiormente. Parla di vita, di sessualità, di estetica, di relazioni affettive e sociali.
Spiega soprattutto come all’interno di una psicoterapia il protagonista sia il paziente e come la terapia debba seguire il processo della persona e accompagnarla nel suo percorso. E dice poi che per uno psicologo fare questo lavoro sia un grosso privilegio perché riceve tanto da ciò che fanno e dalle persone (persone prima che pazienti) che incontra e accompagna.
La Dott.ssa Marta Roncalli, Psicologa, riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Il cancro deve essere curato anche nell’anima
Si fa sempre più ricorso alla Medicina Estetica per modellare le labbra e non solo. Ma non si deve dimenticare che la Medicina Estetica è un atto medico. E deve essere eseguita con tutte le attenzioni e la cura che può metterci un medico che si è formato in modo adeguato per poterlo fare.
Il Dott. Andrea Lisa, Chirugo plastico ed estetico in Politerapica interviene a Fattore Bergamo. La Salute di Bergamo TV per parlare di filler e botulino, labbra e rughe e di ciò che può fare la Medicina Estetica per aiutare a sentirsi meglio con sé stessi. E parla anche di ciò che la Medicina Estetica non può fare e, soprattutto, di come le sue procedure debbano essere eseguite in sicurezza per la persona che decide di ricorrervi.
Dodici minuti piacevoli anche se ricchi di contenuti. Perché il Dott. Lisa parla con il suo tono pacato, sereno e dicendo le cose chiaramente, punto dopo punto, facendo in modo che tutti comprendano. Parla della Medicina Estetica, delle sue procedure, di quanto importante sia il rapporto tra medico e paziente e, alla fine, dà alcuni consigli preziosi da portare a casa e mettere in pratica quando è il momento di farlo.
Qui la videoregistrazione completa della trasmissione:
Medicina estetica per le labbra e non solo
La Medicina Estetica è un campo della medicina che sta crescendo molto. Sempre più persone chiedono prestazioni in questo ambito. Il suo obiettivo è quello di migliorare l’aspetto estetico della persona. Chirurgia e Medicina Estetica si differenziano per gli strumenti usati dal medico. La prima usa il bisturi o comunque strumenti chirurgici. La seconda usa composti e sostanze mediche. In ambedue i casi è necessaria l’attenzione e la specializzaazione medica.
I trattamenti di medicina estetica più richiesti sono quelli con filler (acido ialuronico) o con botulino. Con le applicazioni di filler si possono ridefinire i volumi e riempire alcune sedi corporee. Per esempio, si usa per le labbra per aumentare il loro volume, migliorarne la forma, correggere asimmetrie. Molto diffusa è anche l’applicazione di botulino. Con il botulino si rallenta la mobilità di alcuni muscoli e quindi si migliora l’aspetto di alcune rughe “dinamiche”.
E’ importante sapere che tutti i trattamenti di Medicina Estetica sono reversibili. Ovviamente, se eseguiti correttamente. Il loro effetto è temporaneo e dopo 4/6 mesi si torna alla condizione di prima, senza bisogno di alcun intervento. Non è quindi obbligatorio ripetere i trattamenti nel tempo. La persona può liberamente decidere di non farne altri e di tornare così al suo aspetto naturale.
La Medicina Estetica ha anche valore ed effetto sul benessere psicologico. Dietro le richieste di trattamento estetico c’è spesso un’aspettativa di miglioramento del proprio aspetto fisico che permetta di migliorare lo stare bene con sé stessi e di aumentare la propria autostima. La Salute secondo l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità non è solo assenza di malattia ma è pieno benessere fisico, psichico e relazionale. E’ evidente che un miglioramento del proprio aspetto estetico possa contribuire allo stare bene in questo senso.
I professionisti della Medicina Estetica
E’ fondamentale un buon rapporto tra medico e paziente per condividere le aspettative e le reali possibilità di intervento. Il colloquio tra medico e paziente prima di ogni procedura è essenziale per comprendere le attese e le richieste e per spiegare in modo chiaro e franco quali di queste possano essere soddisfatte e entro quali limiti. A volte, infatti, ci sono aspettative irrealistiche. Qui è dovere del medico scegliere di non eseguire una procedura che non può portare a risultati apprezzabili o che potrebbe inseguire sogni con risultati addirittura distorsivi. Come quelli che derivano da richieste eccessive più ancora che irrealistiche. Il risultato che la persona si aspetta deve essere bello anche per il medico.
Solo alcuni professionisti possono eseguire procedure di Medicina Estetica. Questi sono, innanzi tutto, i medici che si sono specializzati in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e che hanno approfondito, con la frequenza di corsi specifici, anche la Medicina Estetica. Parliamo di professionisti che, dopo avere conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, hanno proseguito frequentando una scuola di specializzazione di cinque anni. Le procedure di Medicina Estetica possono poi essere eseguite anche da professionisti laureati in Medicina e Chirurgia che hanno frequentato dei Master universitari.
In ogni caso, il messaggio chiaro è che queste attività devono e possono essere svolte solo da medici che sono stati adeguastamente preparati. Quella preparazione adeguata che permetta di sapere bene dove e come appplicare le procedure di Medicina Estetica e, soprattutto, sapere come gestire eventuali complicanze che potrebbero essere, per esempio, vascolari o morbose.
Consigli
In conclusione, alcuni consigli per le persone che desiderano sottoporsi a trattamenti di Medicina Estetica sono
- informarsi bene sul percorso formativo del professionista cui ci si rivolge
- chiedere e tenere prima di qualunque procedura un colloquio col medico per capire bene cosa e come sia la procedura, cosa ci si possa aspettare e cosa invece non ci si possa aspettare
- verificare la qualità e la certificazione dei prodotti usati
In Politeraopica, IL Dott. Andrea Lisa
- visite di chirurgia plastica e di medicina estetica
- interventi di piccola chirurgia ambulatoriale anche in ambito oncologico
- procedure di medicina estetica
Per informazioni e appuntamenti, Tel. 035.298468.
La nostra Dott.ssa Maria Enrica Pina è stata ospite di Bergamo TV per parlare di colecisti, calcoli e laparoscopia. E quando parliamo di laparoscopia, parliamo di quella tecnica chirurgica che si esegue senza i tagli della chirurgia tradizionale.
La Dott.ssa Maria Enrica Pina è un chirurgo di grande esperienza che collabora con Politerapica da molti anni. E’ Dirigente Medico presso l’ASST Bergamo Est, nel reparto di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Alzano Lombardo e svolge attività in Politerapica per effetto di una convenzione tra noi e l’ASST.
La trasmissione è andata in onda mercoledì 13 luglio, condotta come sempre da Alberto Ceresoli, Direttore de l’Eco di bergamo e esperto di salute e sanità per le testate del gruppo. La potete vedere per intero qui:
Colecisti e calcoli
Parliamo di colecisti e di intervento chirurgico per via laparoscopica. Questa è la tecnica chirurgica che si utilizza ormai da oltre trent’anni in alternativa alla tecnica tradizionale che rimane un’opzione chirurgica quando non è possibile eseguire la laparoscopia.
Colecisti e cistifellea sono sinonimi e si riferiscono quindi alla stessa cosa. La colecisti è un piccolo organo, a forma di sacchettino che si trova sotto il fegato, nella zona destra del corpo. Serve per concentrare la bile e rilasciarla quando necessario, in particolare quando si fanno pasti ricchi di cibi grassi. In alcune persone (di solito predisposte) la bile contenuta nella colecisti si “sovrasatura”, forma dei cristalli e successivamente dei calcoli (sassolini) che possono diventare più o meno grandi. Questi calcoli possono rimanere silenti e non dare disturbi. Spesso sono trovati in modo occasionale durante un’ecografia eseguita per altri motivi. Anche se i calcoli sono senza sintomi è opportuno l’intervento chirurgico di asportazione dell’organo. Una colecisti che ha dei calcoli è una colecisti che non lavora bene ed è quindi suggerita la sua asportazione.
Ci sono poi altre ragioni. Nel momento in cui i calcoli iniziassero a muoversi, possono verificarsi complicanze molto serie. Si comincia con la colica che è molto dolorosa. Quando poi il calcolo si muove e si sposta dalla colecisti alla via biliare, dà una colica biliare molto forte e dà itterizia (si diventa gialli nella cute e negli occhi). Questa è una complicanza molto grave. Una complicanza ancora più grave è quando il calcolo continua a migrare nella via biliare e sbocca nel pancreas. Può causare la pancreatite. La pancreatite acuta è una patologia molto grave con un tasso di mortalità da non sottovalutare.
La Dott.ssa Pina su colecisti e laparoscopia
Quando si riscontra la presenza di calcoli nella coleciosti, quindi, si preferisce programmare un intervento chirurgico di elezione (non in urgenza) che permette, tra l’altro, di arrivare all’intervento nelle migliori condizioni possibili. La colecistectomia laparoscopica (asportazione della colecisti per via laparoscopica) si esegue in anestesia generale. Il chirurgo inserisce una telecamnera attraverso l’ombelico e pratica tre piccole incisioni nell’addome attraverso le quali inserisce i ferri per l’esecuzione dell’intervento. Le incizioni sono davvero piccolo: 2 da 1 cm e 2 da 1/2 cm.
Il chirurgo cerca poi la colecisti, interrompe i vasi sanguigni e i vasi biliari che la legano al corpo, la stacca dal fegato e la estrae attraverso l’ombelico. L’intervento può durare 20/25 minuti quando la colecisti viene trovata velocemente. Può arrivare a durare anche un’ora quando si fa fatica a trovarla o a staccarla. In alcuni casi, al suo interno ci sono anche calcoli grossi che non è facile far passare attraverso l’ombelico. Possono arrivare anche a 4 com di diametro, grossi quasi com un uovo. Dopo l’intervento, il paziente viene dimesso nell’arco di 24/48 ore.
A questo proposito è importante dire che la Chirurgia dell’Ospedale di Alzano Lombardo ha partecipato ad uno studio nazionale che su pazienti selezionati proponeva un programma di intervento di colecistectomia con dimissioni precoci, entro le 24/36 ore dall’intervento. La Chirurgia dell’Ospedale di Alzano Lombardo ha potuto coinvolgere il 90% dei suoi pazienti nello studio ed è risultato il 3° Ospedale a livello nazionale per il numero di pazienti operati per colecistectomia e dimessi entro le 30 ore (meno ancora dell 36 previste dallo studio) dall’intervento.
Si torna presto alla vita normale
Dopo le dimissioni è prevista una visita di controllo a 7 giorni di distanza per controllare la ferita e le condizioni del paziente. Non è più necessario togliere i punti. Ultimamente, infatti, invece che punti di filo o graffette metalliche, si applicano punti riassorbibili che si staccano da soli. Nei primi 15/20 giorni, viene somministrato al paziente un farmaco che è un fluidificante della bile per far fluire la bile in modo normale e senza problemi. Riprende po la sua vita normale. Gli si chiede solo per la prima settimana di evitare cibi particolarmente grassa. Potrà poi reintrodurer gradualmente tutti i cibi che assumeva prima.
La Dott.ssa Maria Enrica Pina – Chirurgo Generale visita in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, Tel. 035.298468.
La Dott.ssa Pina su colecisti e laparoscopia
Un vaccino contro il cancro c’è già. E’ quello contro il Papilloma Virus che è causa di quasi il 100% dei casi di cancro alla cervice dell’utero e, in misura minore, di altri tumori maligni. Lo abbiamo detto con chiarezza in occasione del incontro/convegno “Tumori pelvici femminili. La prevenzione è concreta” che abbiamo tenuto il 30 giugno 2023, presso la Sala Olmi della Provincia di Bergamo.
L’evento si è tenuto in presenza e in diretta streaming sui canali social dei promotori dell’iniziativa.
Qui la videoregistrazione integrale dell’incontro:
Un incontro un po’ particolare
Parlavamo di argomenti grossi e complessi.
Da una parte, parlavamo di cancro dell’utero, cancro della cervice e cancro dell’ovaio. Abbiamo raccontato cosa sono queste malattie, a quante donne vengono, come si diagnosticano e come si curano. Dall’altra, parlavamo del fatto che questi tumori, oltre a tutto il peso dal punto di vista fisico, psicologico e sociale, hanno il peso enorme di aggredire la donna in aree che rappresentano la sua identità femminile e la sua capacità di procreare. Dall’altra ancora, abbiamo voluto mettere sul tavolo il tema della prevenzione. Quella primaria e quella secondaria. Con particolare riferimento al vaccino contro l’HPV, il primo vaccino contro il cancro che la scienza ci mette a disposizione.
Temi grossi, dunque, da diversi punti di vista e ognuno con diverse implicazioni. Per questo intorno al tavolo erano in tanti. C’era una ginecologa oncologa, la Dott.ssa Laura Carlini, insieme al Dott. Giuseppe Sampietro del Servizio Epidemiologico di ATS Bergamo. Ma c’erano anche una Psicologa e Psicoterapeuta, la Dott.ssa Valeria Perego, un’Ostetrica Riabilitatrice, la Dott.ssa Marta Guerini. Soprattutto c’erano, il Presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi e la Presidente del Collegio dei Sindaci della Provincia di Bergamo, Marcella Messina. Di non minore importanza, la partecipazione della Presidente della Lilt Bergamo Onlus, Lucia De Ponti e quella di una paziente, Elisa Verzeroli.
Già perché la salute non è un tema solo medico. Riguarda anche le dimensioni psicologiche e relazionali della vita o della malattia. E la salute non è neppure una questione solo sanitaria. Riguarda infatti anche il tessuto sociale e richiede la partecipazione delle amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni per la sua corretta gestione. Soprattutto quando si parla di prevenzione e di presa in carico. Qui, oltre all’impatto che ha sulla comunità la persona malata, c’è il grosso tema della cultura della salute.
Un vaccino contro il cancro c’è già
Un vaccino contro il cancro c’è già, sì. Lo aveva raccontato il Prof. Alberto Mantovani quando è stato a Bergamo in occasione dell’evento di celebrazione dei 90 anni della Lilt Bergamo Onlus. Lo afferma l’Associazione Italiana di Oncologia Medica nella pubblicazione “I numeri del Cancro in Italia – 2022”. Lo abbiamo detto in modo chiaro noi. E’ il vaccino contro il Papillomavirus o HPV.
Il Papillomavirus è responsabile di quasi il 100% dei casi di tumore della cervice dell’utero. Non solo, è responsabile anche di circa il 30% di alcuni tumori maligni della bocca e della gola e, in misura minore, di altri tumori maligni della zona genitale. Il problema non riguarda solo le donne! Da qui l’opportunità che si sottopongano a vaccinazioni uomini e donne. Possibilmente già da prima di iniziare l’attività sessuale.
Contro il cancro della cervice dell’utero abbiamo a disposizione anche potenti armi di prevenzione secondaria, quelle per la diagnosi precoce. Parliamo del Pap test e dell’HPV Pap test. La diagnosi precoce permette di interevenire nelle lesioni pre-cancerose che caratterizzano questo tumore, evitando che evolvano in cancro. Permette anche di intervenire in modo precoce qualora ci si trovasse di fronte a lesioni cancerose, aumentando le possibilità di esito favorevole delle cure e riducendo il loro impatto.
Anche contro il cancro dell’utero, detto anche dell’endometrio, abbiamo armi di prevenzione e di diagnosi precoce. Ha spiegato infatti la Dott.ssa Carlini che diversi studi hanno dimostrato come i corretti stili di vita diminuiscano sensibilmente le possibilità che ci si ammali di questa malattia. Parliamo di sana alimentazione e corretto movimento. E poi ci sono i chiari sintomi che favoriscono la diagnosi precoce. A cominciare dal sanguinamento anomalo. Questo deve essere segnalato subito al medico perché lo valuti nel modo più opportuno.
Anche la visita ginecologica periodica per la prevenzione
Per il cancro dell’ovaio non ci sono veri e propri strumenti di prevenzione. Anche per questa ragione questo cancro è considerato un cancro killer. Quando lo si riconosce, infatti, spesso è già in fase avanzata. C’è però un aiuto concreto: la visita ginecologica periodica. In quella sede infatti si può rilevare la presenza del tumore e agire quindi con rapidità per curarlo.
La visita ginecologica periodica peraltro dovrebbe essere seguita da tutte le donne adulte. Tenere controllato l’apparato genitale (senza però che diventi un chiodo fisso) è importante per la salute della donna. Salute nel senso pieno del termine: fisica, emotiva e relazionale, considerata la delicatezza delle parti che ne sono coinvolte.
E a proposito di vista! L’incontro/convegno “Tumori pelvici femminili. La prevenzione è concreta” ha fatto parte delle iniziative comprese nel 5° appuntamento del progetto Insieme si può. Insieme funziona – 2023. Il progetto è impostato e condotto da sei associazioni di volontariato e una struttura sanitaria privata – Politerapica, appunto! – con l’obiettivo di promuovere la cultura della salute sul territorio. Siamo infatti convinti che da qui si debba partire per favorire prevenzione e diagnosi precoce oltre che la corretta presa in carico delle malattie, soprattutto quelle oncologiche.
Ogni appuntamento del progetto prevede iniziative di informazione e divulgazione. Con esse, vengono messe a disposizione della popolazione prestazioni sanitarie gratuite insieme alla possibilità di colloqui e percorsi di sostegno psicologico, anch’essi gratuiti. Naturalmente, lo abbiamo fatto anche in questa occasione! Abbiamo offerto visite urologiche, ginecologiche e proctologiche insieme a valutazioni ostetriche e, come indicato più sopra, incontri e percorsi gratuiti di sostegno psicologico per pazienti e loro cari.
Lo abbiamo fatto con la collaborazione di ASST Bergamo Est, ASST Papa Giovanni XXIII, Humanitas Bergamo, Politerapica – Terapie della Salute, Fondazione Angelo Custode e Associazione Amici di Gabry.
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Documenti
1. Tumori pelvici femminili – Cancro, presa in carico e prevenzione
2. Tumori pelvici femminili – Prestazioni gratuite
3. Tumori pelvici femminili – Comunicato convegno 30.6.2023
4. Tumori pelvici femminili – Comunicato attività
5. Tumori pelvici – 30.6.2023 – Locandina
Stampa
1. L’Eco di Bergamo – 18.06.2023- Prestazioni per tumori pelvici
2. BergamoNews – 22.06.2023 – Tumori pelvici femminili e attività sul territorio
3. BergamoNews – 22.06.2023 – Humanitas partecipa
4. L’Eco di Bergamo – 25.06.2023 – Annuncio convegno tumori pelvici
5. L’Eco di Bergamo – 25.06.2023 – Humanitas partecipa
6. BergamoNews – 26.06.2023 Tumori pelvici femminili convegno
Televisione
1. Bergamo TV La Salute, 12.6.2023 – La Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa, su tumori ginecologici: https://www.youtube.com/watch?v=v3O3Nrgnsgs&list=PLu2-8BMyaDimrGwIhIPn9HtaNk17o0rJ8&index=3&t=5s
2. Radio Alta. Bergamo TV – 26.6.2023 – Tumori pelvici femminili e prevenzione. Con Pasquale Intini: https://www.youtube.com/watch?v=UHoP0VspFvc&list=PLu2-8BMyaDimrGwIhIPn9HtaNk17o0rJ8&index=3&t=7s
3. Bergamo TG – 30.6.2023 – Tumori pelvici femminili. La prevenzione è concreta. Lucia De Ponti: https://www.youtube.com/watch?v=9SSgLcfTSaU&list=PLu2-8BMyaDimrGwIhIPn9HtaNk17o0rJ8&index=4
Foto dal convegno
Un vaccino contro il cancro c’è già
Un vaccino contro il cancro c’è già
E’ necessario assicurare sostegno psicologico alla donna di fronte al cancro. In particolare, quando si parla dei tumori ginecologici. Lo ha spiegato la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapueta in Politerapica, alla trasmissione Fattore Bergamo. La Salute, andata in onda il 12 giungo 2023.
Qui il video integrale. Sono poco più di tredici minuti. Molto pochi per un tema così delicato e complesso.
Sostegno alla donna di fronte al cancro
Lunedì 12 giugno 2023, la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa e Psicoterapeuta in Politerapica, è stata ospite della trasmissione “Fattore Bergamo – La Salute” di Bergamo TV per parlare di un tema tanto difficile quanto pesante: quello della sofferenza psicologica in chi deve attraversare il tunnel di una diagnosi di cancro e delle successive terapie.
Un argomento che diventa ancora più delicato quando si parla di tumori pelvici femminili.
Intanto siamo di fronte al cancro, una malattia del tutto particolare che pone di fronte all’idea della morte. Già questo ci impone di guardare la cosa da diversi punti di vista. Quello medico, certo, ma anche quello psicologico posto che dopo una diagnosi di tumore maligno, nulla sarà più come prima nell’animo di chi la riceve, in quello delle persone che gli sono vicine e nella cerchia delle sue relazioni. Non meno importante, quando si parla di malattia e di una malattia così grave come il cancro, è l’aspetto sociale. La comunità, le Istituzioni, il mondo intorno al paziente prima e durante il percorso attraverso la diagnosi e la cura svolgono un ruolo di partecipazione e di sostegno.
Ma questa volta c’è qualcosa di più. Siamo di fronte a tumori che colpiscono la donna là dove si esprimono in particolare le dimensioni della femminilità e della maternità. La pelvi, l’utero, le ovaie sono tra i caratteri più distintivi dal punto di vista fisico dell’essere donna. Un argomento complesso, dunque.
Conduceva la trasmissione, come sempre, Alberto Ceresoli, Direttore de l’Eco di Bergamo ed esperto di sanità per il quotidiano.
Il 31 maggio è stata la Giornata Mondiale Senza Tabacco. Con questa ricorrenza è coinciso il quarto appuntamento del progetto “Insieme si può. Insieme funziona – 2023“. Politerapica è scesa in campo insieme alle altre sei strutture sostenitrici del progetto. L’obiettivo era chiaro: fare promozione della cultura della salute anche su questo tema.
Un tema vitale, posto che 93.000 persone muoiono ogni anno, in Italia, a causa del fumo. Come se ogni giorno, per 365 giorni, precipitasse un aereo con 255 persone a bordo. Senza fare rumore, però. Senza che nessuno se ne accorga.
E non solo a causa del cancro al polmone. Il fumo è responsabile dell’85/90% dei casi di cancro al polmone, questo è certo. Nel 2022 sono stati 43.900 in Italia. Ci sono però molte altre gravi malattie che potremmo evitare se non venissimo a contatto col fumo.
I danni da fumo di tabacco
Guardiamoli un po’ più da vicino i danni del fumo di tabacco. Ci aiuta il Ministero della Salute. Scopriamo così che oltre ad essere un grave fattore di rischio per il cancro al polmone, il fumo da tabacco lo è per molte altre patologie oncologiche: tumori del cavo orale e della gola, dell’esofago, del pancreas, del colon, della vescica, della prostata, del rene, del seno, delle ovaie e di alcune leucemie.
Ma il fumo rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche ed è uno dei più importanti fattori di rischio per le patologie cardiovascolari. Il fumo è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione di un precoce danno renale diabetico e per il peggioramento della retinopatia nei giovani soggetti diabetici.
L’esposizione cronica al fumo può anche essere causa di danni sulla sessualità maschile e influire negativamente sull’apparato riproduttivo femminile, provoca menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle non fumatrici in quanto il fumo altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili. E potremmo proseguire ancora un po’ con i danni da fumo.
Eppure, il numero di fumatori nel nostro Paese è in aumento!
Giornata Mondiale Senza Tabacco a Bergamo e provincia
Scrivevamo che sono state molte le attività che abbiamo messo in campo, intorno a questa Giornata e nell’ambito del progetto “Insieme si può. Insieme funziona – 2023”.
Abbiamo iniziato già Venerdì 26 maggio, a Treviglio. Qui abbiamo tenuto l’incontro/convegno aperto “Se cadesse un aereo al giorno. Succede col fumo!”. Eravamo all’Auditorium (ex Canossiane) della Cassa Rurale di Treviglio. Eravamo anche in diretta streaming su sei canali social. Un paio d’ore di chiacchierata per parlare dei danni da fumo, quelli oncologici e non solo, quelli ai polmoni e non solo.
Tra i contributi, quello di un paziente, una psicologa, il Sindaco di Treviglio e la referente per la prevenzione della salute dell’Ufficio Scolastico Territoriale della provincia di Bergamo. Non mancavano esperti in ambito medico e chirurgico.
Qui la videoregistrazione completa dell’incontro
Nel corso della mattina, intanto, avevamo allestito una postazione informativa davanti alle scuole, a Treviglio, in Via Caravaggio. Qui si concentrano quattro Istituti scolastici con 2.000 studenti. All’entrata e all’uscita, agli studenti che fumano è stata fatta una proposta provocatoria: “dammi una sigaretta in cambio di un prodotto da forno sano”. I volontari hanno poi distribuito materiale e sono stati disponibili per approfondimenti.
Mercoledì 31 maggio sul territorio
Per tutta la giornata abbiamo tenuto iniziative sul territorio provinciale. Abbiamo parlato alla gente. Lo abbiamo fatto in modo semplice e allegro. Ancora di più lo abbiamo fatto con gli studenti e i ragazzi nelle scuole e con le persone negli ospedali, nelle case di comunità e nei consultori. Siamo stati nei reparti di Ostetricia e in quelli di Pediatria.
Abbiamo offerto una mela, un fruttino, un braccialetto in cambio di una sigaretta. Contro un prodotto dannoso, offrivamo un prodotto sano o ricco di simbolismo. Alle puerpere e ai bambini abbiamo portato le matite. Quelle matite che scrivono e che però contengono anche semi di una pianta officinale, il basilico, per augurare una vita di aria pulita.
E abbiamo proseguito Sabato 3 giugno a Clusone. Qui i volontari della Delegazione dell’Alta Val Seriana di LILT Bergamo Onlus hanno incontrato un centinaio di ragazzi di 7 classi.
Non eravamo soli
Non abbiamo lavorato da soli. Insieme a noi, alle nostre persone e ai nostri volontari, hanno partecipato in tanti. Con entusiasmo e con serietà. Medici e professionisti sanitari dell’ASST Bergamo Est, dell’ASST Papa Giovanni XXIII e di Humanitas Gavazzeni. Studenti dei corsi di laurea per le professioni sanitarie.
A Seriate, la Direzione Strategica dell’ASST ha voluto tenere un evento nella hall dell’ospedale per presentare la Giornata e le nostre iniziative. Con il Direttore Generale, il Direttore Sanitario e il Direttore Amministrativo dell’Azienda, c’era il Presidente della Conferenza dei Sindaci Bergamo Est.
Soprattutto, con noi c’è stata la stampa, a cominciare dalle testate giornalistiche e televisive del gruppo Sesaab. Quello de l’Eco di Bergamo, di Bergamo TV e di Radio Alta, per intenderci. E poi, Corriere della Sera, Bergamo News e Antenna 2.
Giornata Mondiale Senza Tabacco e prestazioni gratuite
Come sempre, anche per la Giornata Mondiale Senza Tabacco, abbiamo messo a disposizione del territorio prestazioni sanitarie gratuite. Visite specialistiche gratuite per bocca, collo e gola e per lo screening del cancro al polmone. Incontri e percorsi gratuiti di sostegno psicologico. E mai come in questa circostanza gli interventi psicologici erano appropriati.
Lo hanno dimostrato i dati della ricerca di SWG per LILT sulla situazione del fumo in provincia di Bergamo pubblicata in occasione della Giornata. L’Eco di Bergamo vi ha dato notevole risalto con due pagine intere in apertura della cronaca della Città e un forte richiamo al centro della prima pagina del giornale.
Il 9% dei fumatori ha iniziato prima dei 14 anni. Il 22% tra i 15 e i 16. Il 16% tra i 16 e i 17 anni. Quasi la metà dei fumatori ha iniziato prima dei 18 anni. In età scolare. E un fumatore spende in media 1.380 € all’anno, appunto per fumare. Con un problema di dipendenza.
Siamo di fronte ad un problema culturale, sociale, educativo. Ne siamo coinvolti tutti. Scuola, famiglie, educatori sono in prima linea. Con loro le amministrazioni pubbliche e le Istituzioni. Gli psicologi possono aiutarci. A capire. Ad agire. Nel modo corretto.
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Giornata Mondiale Senza Tabacco – Documenti
1. GMST 2023 – Il fumo e si suoi danni
2. GMST 2023 – Le attività a Bergamo e provincia
3. GMST 2023 – Prestazioni gratuite
4. GMST 2023 – Comunicato convegno 26.5.2023
5. GMST 2023 – Locandina convegno 26.5.2023
Giornata Mondiale Senza Tabacco – Stampa
1. L’Eco di Bergamo – 21.05.2023 – Attiività GMST
2. Bergamo News – 24.05.2023 – Se cadesse un aereo al giorno
3. L’Eco di Bergamo – 25.05,2023 – Incontro convegno GMST
4. Corriere della Sera – 26.05.2023 – Incontro GMST
5. L’Eco di Bergamo – 26.05.2023 – GMST all’HPGXXIII
6. L’Eco di Bergamo – 31.05.2023 – Ricerca SWG per LILT su fumo
Video
Foto dal convegno
Foto dal territorio
Pertanto
Quindi
Dunque
Infatti
Pertanto
Infatti
Pertanto
Infatti
Quindi
Anca, artrosi, e protesi sono tre parole che a volte stanno insieme. Certo, quando succede possiamo proprio dire che siano dolori. Saperne di più, però, può aiutare molto. A prendersi cura del problema nel modo giusto, tanto per iniziare. E poi pure a prevenire. E il Dott. Rocco D’Apolito, Ortopedico in Politerapica, lo racconta proprio bene e in modo chiaro.
Lo scorso 22 maggio, è stato ospite di Bergamo TV proprio per questo. Qui la trasmissione completa:
Il Dott. Rocco D’Apolito collabora con Politerapica dall’inizo del 2023. Da molto prima lavora presso l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Anca 1 dell”IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio. Qui si occupa prevalentemente di chirurgia dell’anca e del ginocchio.
Anca, artrosi e protesi. Partiamo dall’inizio
L’artrosi dell’anca è una malattia cronico degenerativa dell’articolazione dell’anca. Comporta il deterioramento della cartilagine che è la superficie di rivestimento dell’articolazione. In questo caso, parliamo della cartilagine che riveste la testa del femore e l’acetabolo. Queste sono le due superifici articolari che si affrontano nell’anca e che permettono il movimento articolare.
L’artrosi non è causata solo dall’avanzare dell’età. L’età è sì un fattore di rischio dell’artrosi dell’anca. Questa patologia infatti si presenta sempre di più con l’avanzare degli anni. Vi sono però anche altre cause. Obesità, tipo di attività svolte, precedenti interventi o traumi dell’anca, malattie dell’infanzia come la displasia dell’anca sono tra queste. Tra le attività che possono favorire l’artrosi d’anca ci sono le attività che determinano un grosso coinvolgimento dell’articolazione. E anche quelle con movimenti che a lungo andare compromettono la cartilagine. Per esempio, il tennis o le arti marziali che prevedono movimenti molto ampi di questa articolazione.
Con l’artrosi si può convivere. Dipende dal grado di gravità della malattia. Quando il grado diventa elevato, può essere compromessa in modo pesante la qualità della vita della persona che ne è colpita.
L’artrosi si può prevenire o rallentare nella sua progressione. Si può agire sul peso corporeo, per esempio, o sul tipo di attività svolte, riducendo o eliminando quelle ad alto impatto. Ci sono invece attività può far bene praticare e che sono a basso impatto. Per esempio, la camminata in piano, la bicicletta o il nuoto. Permettono di mantenere un buon allenamento dell’articolazione e della sua muscolatura e, allo stesso tempo, danno una sollecitazione inferiore rispetto ad altre attività. Possono addirittura rallentare l’evoluzione dell’artrosi o aiutare a conviverci.
Dolore e limitazione funzionale
I sintomi dell’artrosi sono sostanzialmente due: dolore e limitazione funzionale. Il dolore è caratteristico. Si manifesta in regione sub-inguinale e nell’interno coscia e può irradiarsi fino al ginocchio. Non si manifesta solo nella camminata ma anche quando si sta seduti a lungo o quando ci si rialza dopo essere stati seduti a lungo. Anche quando si sale e si scende dalla macchina. Molto spesso, poi, c’è difficoltà a indossare le scarpe o mettere le calze.
Nella fase iniziale, l’artrosi dell’anca si può curare con la modifica delle attività ad alto impatto e l’adozione di antinfiammatori. Questi però agiscono solo sui sintomi e non possono portare alla guarigione. Le infiltrazioni possono essere efficaci. Possono essere di acido ialuroniuco o , in casi selezionati, di altro tipo. Per i casi di artrosi avanzata, peraltro, anche queste hanno scarso effetto. A quel punto, bisogna cominciare a pensare all’intervento chirurgico.
Anca, artrosi e protesi. Quando l’intervento è necessario
Quando il dolore è costante o quotidiano al punto da necessitare di antidolorifici ogni giorno ed è accompagnato da limitazione funzionale nelle attività di tutti i giorni, si deve prendere in considerazione l’intervento di protesi. Ovviamente, dopo tutti i necessari esami radiologici che permettono una valutazione attenta delle strutture anatomiche della persona e del loro effettivo deterioramento.
Le tecniche chirurgiche hanno fatto passi da gigante. L’intervento di protesi d’anca è un intervento di successo. 15 anni fa è stato definito l’intervento del secolo perché permette la ripresa delle attività quotidiane e una vita quasi normale o normale. Nel corso degli anni, ha subito notevoli evoluzioni nei materiali che sono biocompatibili e molto resistenti all’usura. Permettono quindi una maggior sopravvivenza degli impianti. Sono evolute però anche le tecniche. Quelle chirurgiche e quelle di approccio all’intervento e al paziente. Oggi gli approcci sono anteriore, laterale e posteriore. Il più utilizzato è il posteriore. L’anteriore è in crescita. Le protesi sono diverse per materiali, taglie e forme. Anche per diversi metodi di fissazione. Ci sono protesi cementate e protesi non cementate.
C’è stata anche una notevole evoluzione nel controllo del dolore e nella ripresa. Il paziente può alzarsi lo stesso giorno o al massimo il giorno dopo. Il percorso riabilitativo è variabile e personalizzato sul singolo paziente.
E’ sempre necessario il follow-up: visite di controllo periodiche per verificare la condizione.
Il Dott. Rocco D’Apolito, specialista in Ortopedia e Traumatologia, visita in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, Tel. 035.298468.
Stiamo lavorando contro il Melanoma a Bergamo e provincia. Lo stiamo facendo con grande impegno, noi di Politerapica insieme alle associazioni che partecipano al progetto Insieme si può. Insieme funziona – 2023.
Lo si è visto, per esempio, nell’incontro/convegno del 5 maggio 2023. Lo abbiamo tenuto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il pubblico poteva partecipare in presenza ma anche in diretta streaming. E’ durato un piao d’ore. Sono state due ore intense, ricche, serene, vivavci e pure allegre. Sì, siamo riusciti a trattare con leggerezza un tema pesante, senza però rinunciare alla serietà dei contenuti.
Lo abbiamo titolato Attenti al Melanoma! Ne va della pelle.
Qui la videoregistrazione integrale dell’evento:
Vi suggeriamo di guardarla, se già non l’avete fatto. I contenuti sono stati davvero di notevole livello. Tutti e da tutti i punti di vista.
Abbiamo parlato delle nuove frontiere della medicina contro il Melanoma. Siamo infatti di fronte a cambiamenti epocali, oggi si parla già di medicina preventiva. Abbiamo parlato di prevenzione e la diagnosi precoce: come quando, perché e soprattutto già da bambini. E poi abbiamo sentito che la chirurgia non lavora più da sola ma è parte di un lavoro di gruppo intorno al cancro. Un cancro insidioso ma che oggi sta diventando cronico!
E poi abbiamo detto dell’attività fisica che oggi è parte delle terapie e deve essere somministrata come terapia. Molta attenzione abbiamo dedicato alle cicfatrici. Le cicatrici della pelle che si possono curare con la chirurgia plastica. E quelle dell’anima che rimangono e con le quali bisogna fare i conti. Le ferite nella carne e quelle nella comunità.
Questo e molto di più, in due ore serene, davvero serene. Con una grande partecipazione di pubblico. E con relatori straordinari. Tutti.
Stiamo lavorando contro il Melanoma
Stiamo lavorando contro il Melanoma e l’attività è intensa. E’ in corso la mostra itinerante “Ferite di Luce”. Sono state messe a disposizione della popolazione visite gratuite e incontri e percorsi gratuiti di sostegno psicologico per chi il cancro ce lo ha addosso e per chi vive vicino a chi ne è colpito. Sono in programma incontri pubblici e postazioni informative in diverse sedi sul territorio provinciale di Bergamo.
E stiamo incontrando grande attenzione da parte della stampa e degli abitanti della provincia.
Documenti
1. Melanoma – Presentazione e attività sul territorio
2. Melanoma – Convegno 5.5.2023
3. Melanoma – Sintesi dei lavori
4. Melanoma – Comunicato stampa
Stampa
1.L’Eco di Bergamo – 30.04.2023 – Convegno Melanoma 5.5.2023 – Def
2. Bergamonews – 30.04.2023 – Convegno Melanoma 5.5.2023
3. L’Eco di Bergamo – 16.04.2023 – Melanoma. Attività sul territorio – Def
4. ecodibergamo.it – 17.4.2023 – Melanoma, Attività sul territorio – Def
5. L’Eco di Bergamo – 04.05.2023 – Mostra Ferite di luce a Calcinate – Def
6. L’Eco di Bergamo – 09.05.2023 – Ferite di Luce a Scanzorosciate – Def
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Stiamo lavorando contro il Melanoma
Pertanto
Peraltro
Infatti
Stiamo lavorando contro il Melanoma
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Stiamo lavorando contro il Melanoma
Dunque
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Pertanto
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La fibromialgia è una malattia complessa. E il Dott. Sandro Lucaccioni, Reumatologo e Fisiatra in Politerapica, lo spiega bene. Una malattia difficile da curare e ancora più difficile da spiegare. Soprattutto è una malattia con cui è difficile convivere perché incide in modo pèesante sullla qualità della vita.
Martedì 25 aprile 2023, il Dott. Sandro Lucaccioni, Reumatologo e Fisiatra, è stato ospite della trasmissione “Fattore Bergamo – La Salute” di Bergamo TV per parlare di Fibromialgia. Conduceva la trasmissione, come sempre, Alberto Ceresoli, Direttore de l’Eco di Bergamo ed esperto di sanità per il quotidiano.
In 13 minuti è riuscito a parlare di Fibromialgia in modo chiaro, pacato, preciso, approfondito, toccandone tutti i suoi aspetti. Spiegano perché la si è considerata per lungo tempo una malattia psichiatrica. Descrivendone bene i sintomi e come questi siano pesanti e rovinio la qualità della vita. Parlando di come si diagnostica e di come si cura. Di più: illustrando in modo puntuale le diverse opzioni terapeutiche e le loro possibili efficace e inefficace.
La fibromialgia è una malattia complessa
La Fibriomialgia è una sindrome che colpisce prevalentemente le donne, in particolare tra i 25 e i 50 anni. Può però cominciare anche prima e anche dopo. Ci sono anche bambini e ragazzi con questo problema. E’ una malattia caratterizzata da un dolore cronico e soprattutto da un peggioramento costante della qualità della vita. Il dolore si fa sentire nel tronco e negli arti e si fa sentire soprattutto di notte. Si dorme quindi male con molti risvegli e alla mattina ci si alza più stanchi di quando si è andati a dormire.
E’ un dolore che si accompagna alla mancanza di forza. E’ continuo e raramente nel corso della giornata ci sono momenti di assenza di dolore e porta spesso chi ne è colpito a cercare di riposarsi. Molti pazienti si lamentano perché già nelle prime ore del pomeriggio non possono più svolgere attività lavorativa. Questa è una condizione invalidante e molte persone perdono il lavoro per questa condizione.
Il dolore si sviluppa perché viene a mancare il sistema di modulazione del dolore. Il nostro sistema nervoso ci aiuta a percepire il dolore per darci un messaggio di pericolo. Esiste però anche una rete a livello di midollo spinale e di cervello che agisce come una barriera perché non arrivi troppo dolore. In questi pazienti, quella barriera viene a mancare e ad oggi non ne sono ancora chiare le cause.
Dolore e forte stanchezza sono i primi campanelli di allarme dell’insorgenza della malattia. I pazienti si sentono spesso confusi o incapaci di ricordare le cose a causa probabilmente del fatto che lo scarso riposo limita le possibilità di recupero e le capacità psichiche risultano diminuite.
Non ci sono esami e anche la cura è complessa
Prima si comincia a curarla e meglio è perché se l’infiammazione diventa cronica e rimane così troppo a lungo, possono verificarsi anche danni ai muscoli.
Per molti anni questa malattia è stata considerata una problematica di tipo psichiatrico. In realtà siamo di fronte ad un problema che può essere determinato da molti fattori. Tra questi ci sono episodi traumatici, fisici e psichici. Ci sono poi le malattie reumatologiche. Non è poi raro vedere comparire una sindrome fibromialgica a seguito di malattie ginecologiche o gastrointestinali come reflusso o colon irritabile, o anche dopo la comparsa di ipotiroidismo.
Per giungere alla diagnosi non ci sono esami. Questa è solo clinica. Durante la visita, lo specialista raccoglie un’anamnesi accurata e cerca i tender point, punti dei muscoli che risultano duri e dolenti. Proprio la mancanza di altri esami e di riscontri obiettivi ha portato per molto tempo a considerare psichiatrici i pazienti che soffrono di fibromialgia.
Siamo di fronte a una sindrome che si può curare ma è di grande aiuto la diagnosi precoce. Prima si comincia e meglio è. Le terapie sono a base di farmaci e di integratori ma soprattutto è necessario un approccio che preveda la fisioterapia. Insieme a un po’ di ginnastica anche banale. Un buon consiglio è quello di fare una camminata di un’oretta ogni giorno per tyenere i muscoli in esercizio e impedire la rigidità che è un altro aspetto legato a questa malattia.
La fibromialgia è una malattia complessa ma non impedisce la maternità
Curandosi si può convivere con la malattia. Bisogna però tenere presente che spesso i farmaci possono non funzionare se somministrati ad un dosaggio privo di effetti collaterali. Quindi bisogna scegliere tra farmaci e dosaggi che riducono in modo significativo il dolore ma che producono effetti collaterali (uno tra questi è la sonnolenza perché spesszo si usanoi antidepressivi per le cure) oppure sentire un po’ più di dolore ma essere un po’ più lucidi.
Con l’inizio della cura, inizia anche un lungo percorso con delle tappe necessarie a valutare gli effetti delle cure. L’obiettivo è quello di contenere e limitare gli effetti della patologia. Una volta iniziata la cura, si riesce a riprendere anche il sonno. A volte è necessario ricorrere a prodotti che aiutino. Sono consigliabili Melatonina o prodotti naturali.
La familiarità è importante. Probabilmente c’è qualcosa di genetico in questa patologia che non si è riusciti ancora ad inquadrare. Un’ottima prevenzione è un’attività sportiva regolare che mantenga in forma. Possono essere utili massaggi o cure termali. Un’alimentazione riucca di vitamine e sali minerali aiuta. sia per ridurre le contratture che per ridurre dolore e stanchezza. La vitamina D aiuta molto perché rtiduce la stanchezza.
Le donne che vengono colpite da giovani possoni n ogni caso diventare mamme anche se sicuramente faranno più fatica a reggere i ritmi della vita. Possono però raggiungere i loro obiettivi.
Il Dott. Sandro Lucaccioni – Reumatologo e Fisiatra visita in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93.
Per informazioni e appuntamenti, Tel. 035.298468.