Bisogna conoscere i diverticoli e la diverticolosi per curarli e magari per evitarli. Ci aiuta a farlo il Dott. Sergio Signorelli, gastroenterologo in Politerapica. Su questo argomento, infatti, ha curato un articolo pubblicato da l’Eco di Bergamo sulla sua Pagina della Salute. Chiaro e puntuale come è nel suo stile, il Dott. Signorelli ci spiega punto per punto di cosa parliamo.
Qui l’articolo completo L’Eco di Bergamo – 25.02.2024 – Diverticolosi, Signorelli – D
Conoscere i diverticoli per curarli e evitarli
Comiciamo col dire che i diverticoli del colon sono estroflessioni della mucosa intestinale a forma di piccola sacca che attraversano lo strato muscolare nel punto di minor resistenza. Questa è la definizione di una malattia sempre più diffusa. I diverticoli si formano per un aumento della pressione all’interno del lume del colon prodotta dalla contrazione della muscolatura intestinale. Ciò avviene soprattutto nel sigma, la parte inferiore sinistra dell’addome.
La diverticolosi è una malattia molto rara nell’infanzia ma si fa più frequente con l’età. Infatti, oltre il 50% della popolazione occidentale presenta diverticoli sopra i 60 anni. La progressiva debolezza della parete colica spiegherebbe l’aumento dei diverticoli con l’età. In particolare, quando è associata ad una maggior pressione causata da rallentato transito intestinale dovuto a maggiore consistenza delle feci. I cibi raffinati e poveri di scorie favoriscono la comparsa di diverticoli. Non a caso, questi sono più frequenti nelle popolazioni ad alto livello economico come quelle dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. In Italia, recenti studi hanno dimostrato un incremento del 30% dei ricoveri ospedalieri per diverticolite, negli ultimi 15 anni.
La possiamo evitare
Su come si riconosca la diverticolosi nelle sue diverse forme e su come si curi, rimandiamo all’articolo di cui abbiamo indicato il link più sopra. Qui ci vogliamo fermare sulle possibilità di prevenzione di questa malattia. Sì perché si può fare molto per prevenire la malattia diverticolare. E dipende solo da noi. Si possono consumare regolarmente verdure, ortaggi e frutta. Masticare a lungo il cibo e mangiare lentamente e di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno a temperatura ambiente. Il movimento poi aiuta a mantenere i muscoli della parete addominale, migliorando la motilità colica e riducendo il ristagno delle feci nei diverticoli.
Il Dott. Sergio Signorelli riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Si chiama pubalgia e sono dolori! Sono i dolori che colpiscono la zona pubica. Hanno diverse cause e queste devono essere capite per scegliere la cura giusta. Sì, perché la pubalgia si cura. Anzi, si deve curare, altrimenti può diventare cronica. Lo spiega in modo molto chiaro all’Eco di Bergamo il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra in Politerapica.
Chi volesse scaricare l’articolo completo, lo trova qui: L’Eco di Bergamo – 28.01.2024 – Pubalgia, Agostini – D
Molte cause
Nella maggior parte dei casi, la pubalgia è dovuta a microtraumi da movimento intenso, ripetuto troppe volte. Da qui la ragione per cui spesso si manifesta negli sportivi (agonisti e dilettanti) ma anche in chi svolge quotidianamente attività che necessitano della ripetizione continua di alcuni medesimi movimenti. Vi sono poi molte altre possibili cause, aggiunge il dott. Agostini. Tra queste, l’artrosi dell’anca, problemi ai piedi o agli arti inferiori, problemi lombari o del bacino, disfunzioni muscolari e, nelle donne, anche la gravidanza, soprattutto dal sesto mese.
Tra le molte cause della pubalgia, il Dott. Agostini si concentra su tre di esse (che sono tra le più frequenti), per capire da cosa possono essere a loro volta prodotte, quali siano i loro disturbi, come si riconoscano e come si curino
- la tendinopatia inserzionale, anche associata a infiammazione dell’inserzione inferiore dei muscoli addominali e che è chiamata anche sindrome addomino/adduttoria
- la presenza di una punta d’ernia che produce un ingombro del canale inguinale dell’intestino
- l’infiammazione del nervo ileo-inguinale
Si chiama pubalgia e sono dolori
Publagia è un’espressione che significa dolore alla zona del pube. Quindi, quando si parla di publagia, si parla di dolore, indipendentemente da quale ne sia la causa. La questione è ancora un po’ più complessa. Ogni causa dei publagia, infatti, può essere provocata a sua volta da altre cause. E il Dott. Agostini spiega tutto in modo molto chiaro e semplice così come spiega quali siano le cure possibili delle diverse forme di questo problema. Soprattutto, però, racconta che la pubalgia è un problema che potremmo facilmente evitarci.
La pubalgia, infatti, si può prevenire. O si può evitare che si manifesti nuovamente. Ci vuole qualche attenzione che sappiamo non è sempre facile avere. Gli sportivi, per esempio, dovrebbero fare riscaldamento e allungamento muscolare prima e dopo l’attività sportiva. In realtà dovrebbero farlo anche, idraulici, piastrellisti, muratori per citare alcune delle professioni a rischio. Si risparmierebbero così, oltre alla pubalgia, anche altri frequenti disturbi a carico della schiena, delle anche e pure delle spalle.
Poi sarebbe opportuno mantenere un buon equilibrio posturale e muscolare nel corso delle attività quotidiane che interessi in particolare dorso, bacino e arti. Certo qui si va un po’ sul difficile, conclude il dott. Pietro Agostini. Sappiamo quanto la cura della salute non sia cosa così comune. Eppure, prendersi cura della salute prima di perderla, può risparmiare davvero tanti dolori. Anche quelli della pubalgia.
Il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra, riceve in Politerapica a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere rivolti alla cittadinanza. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali insieme a Politerapica. E l’Eco di Bergamo ne parla. Qui l’articolo L’Eco di Bergamo – 12.01.2024 – Pensa alla Salute – D
L’obiettivo è quello di promuovere la cultura della salute per vivere bene e anche per favorire prevenzione e diagnosi precoce. Perché la salute è un bene prezioso di cui ci si deve prendere cura prima di perderla.
E poi, diciamolo: stare bene serve a noi ma anche alle persone che ci stanno intorno. E serve pure alla comunità. Una persona in salute è una risorsa preziosa per tutti. Anche quando si è anziani. Bisogna quindi imparare a vivere e a diventare anziani in salute.
Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere
Diciamo che ci sono ancora sei incontri perché in realtà l’iniziativa è già in corso da ottobre 2023 e gli incontri, in tutto, sono nove. Tre li abbiamo già tenuti. Tutti molto partecipati e apprezzati e tutti presso la sede del Centro Diurno Anziani di Via Paderno. Un incontro al mese, sempre di venerdì, sempre alle 16. E continueremo così fino a giugno.
Abbiamo cominciato a ottobre, appunto, parlando di mal di schiena (che tormento!). Abbiamo proseguito a novembre, parlando del cuore (che, abbiamo detto, non è solo amore). Poi, a dicembre, è stata la volta del diabete (una dolcezza amara).
Ora proseguiamo. Già venerdì 19 gennaio, saremo lì a parlare di digestione (quando non va giù). A febbraio toccherà all’artrosi (chi non ce l’ha?). L’incontro di marzo lo dedicheremo a vene e arterie (una questione idraulica). Quello di aprile all’attività fisica e al cammino. Poi ci sarà maggio con la tiroide. Infine, giugno con il mal di testa (soprattutto, quando non passa più).
Qui la locandina con il programma completo che avevamo pubblicato già qualche tempo fa:
La piccola chirurgia ambulatoriale deve essere eseguita bene, con la stessa attenzione alla sterilità, alle procedure da seguire e alla disponibilità di attrezzature e di farmaci d’emergenza che si mette nella chirurgia ospedaliera. La piccola chirurgia ambulatoriale, infatti, è una cosa seria come quella più “grande”. Allo stesso tempo, però, permette di eseguire gli interventi indicati, senza le liste di attesa e degenza, comodamente in ambulatorio. E potendo tornare a casa al termine della procedura chirurgica.
Lo spiega a l’Eco di Bergamo, il Dott. Annibale Casati, sepcialista in Chirurgia generale e in Chirurgia Plastica, ricostruttiva ed estetica che collabora con Politerapica.
Qui l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 24.12.2023 – Piccola chirurgia, Dott. Annibale Casati
La chirurgia ambulatoriale – Cos’è
Il Dott. Casati inizia spiegando che la «chirurgia ambulatoriale» detta anche «piccola chirurgia» è la cura e il trattamento di lesioni che necessitano non solo di cure mediche ma anche di interventi chirurgici. Parliamo di quegli interventi che possono essere eseguiti in anestesia locale, in massima sicurezza, in un ambulatorio medico attrezzato, senza dover ricorrere ad un ricovero. I pazienti così operati, dopo un breve periodo di osservazione, possono tranquillamente rientrare al loro domicilio sapendo che possono contattare la struttura o lo specialista in caso di bisogno o di imprevisti.
La chirurgia ambulatoriale eseguita bene
Ogni intervento, grande o piccolo che sia, deve assicurare al paziente una metodica corretta basata su professionalità, deontologia e rispetto del paziente stesso da parte del chirurgo e della struttura in cui viene svolta la prestazione, dice subito il Dott. Casati. Questo significa anche massima attenzione alla sterilità e alle procedure da seguire e disponibilità di attrezzature e farmaci d’emergenza per ogni evenienza.
Per questo la Piccola Chirurgia Ambulatoriale deve essere gestita e considerata al pari di quella «maggiore » che prevede interventi in anestesia generale o altro, a livello ospedaliero. E dovere del chirurgo rimane sempre quello di fare il meglio per la salute del paziente.
Tre ambiti di intervento
La Chirurgia ambulatoriale ha tre ambiti principali di intervento:
- Chirurgia generale
- Chirurgia dermatologica
- Chirurgia plastica/estetica.
Nell’ambito della Chirurgia generale, ci sono i trattamenti per cisti sebacee, lipomi, unghie incarnite, rimozione di corpi estranei superficiali (vetro, schegge…), angiomi e condizioni simili.
Nella Chirurgia dermatologica rientrano i trattamenti per tutte le «macchie» cutanee. Queste possono variare da una banale patologia benigna (Cheratosi) ad altre lesioni benigne come papillomi, dermatofibromi, nevi semplici pigmentati o no, fino ad arrivare ai tumori cutanei maligni (carcinomi basocellulari, spinocellulari, squamocellulari, cheratoacantomi, eccetera). Questi termini spaventano ma non devono destare preoccupazione. Infatti, se l’esame istologico, che in questi casi deve sempre essere eseguito, dice che la lesione cutanea è stata asportata completamente e i suoi estremi non sono intaccati, il paziente è da considerarsi guarito perché sono lesioni he non danno metastasi a distanza.
Discorso diverso se si tratta di melanomi. In quel caso si deve eseguire un allargamento chirurgico e ulteriori approfondimenti e si esce dal campo della chirurgia ambulatoriale.
Chirurgia plastica ed estetica
In questo settore potrebbe rientrare tutto quello che si è descritto ai punti precedenti. In particolare, tutte le lesioni del viso, zona molto delicata, sono di competenza del chirurgo plastico. Ed è facile spiegare il perché: il viso è la parte più «in vista» ed è la parte del corpo che per prima guardiamo e che ci guardano. Ne consegue una particolare attenzione ed esigenza del paziente ad avere una cicatrice non visibile o il meno visibile possibile. Questa richiesta è la croce e delizia di tutti i chirurghi perché la cicatrice esterna è la sua firma ed è la prima cosa che si nota indipendentemente dalla complessità di ciò che c’era sotto.
Tra gli interventi di chirurgia plastica ed estetica ambulatoriali, si possono inserire almeno due interventi prettamente estetici: la blefaroplastica per il trattamento di cadute e borse adipose delle palpebre, e l’otoplastica per il trattamento delle orecchie a ventola. Questi due
interventi possono essere eseguiti tranquillamente a livello ambulatoriale, con le dovute attenzioni, e con soddisfazione dei pazienti.
Il Dott. Annibale Casati riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468.
Non ci si deve rassegnare di fronte alla sofferenza perché le malattie reumatiche si curano. La cosa più importante è la diagnosi precoce. Non si devono sottovalutare i primi segni di sofferenza articolare. Bisogna invece rivolgersi tempestivamente al reumatologo. Infatti, farmaci, chirurgia, riabilitazione e un corretto stile di vita, se adottati opportunamente fin dall’inizio della malattia, possono spesso rallentarne l’evoluzione e garantire una migliore qualità di vita.
Lo racconta il Dott. Agostino Sammarco, Reumatologo in Politerapica, in un bell’articolo pubblicato sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo. Lo potete scaricare qui: L’Eco di Bergamo – 26.11.2023 – Malattie reumatiche, Sammarco – D
Le malattie reumatiche si curano
Artosi, Artrite reumatoide, Gotta, Osteoporosi, Fibromialgia sono malattie reumatologiche o reumatiche, se preferiamo chiamarle così. Le malattie reumatologiche sono patologie che interessano le articolazioni e le strutture anatomiche ad esse correlate: ossa, muscoli, tendini e guaine tendinee, legamenti, inserzioni tendinee o legamentose (entesi), borse e fasce. Il sintomo più evidente di queste malattie è rappresentato dal dolore a carico di una o più di queste strutture. Se non controllate farmacologicamente, in maniera adeguata, possono portare a disabilità crescente con una progressiva perdita di autosufficienza, compromissione della qualità di vita e elevati costi sociali.
Sono oltre 150 le malattie reumatologiche. Per la maggioranza di esse la causa è sconosciuta. Le forme più diffuse sono, appunto
- Artrosi
- Artrite reumatoide
- Gotta
- Osteoporosi
- Fibromialgia
Queste ultime cinque sono oggetto di approfondimento da parte del Dott. Sammarco nell’articolo. Per ognuna. il Reumatologo descrive quali parti del corpo umano colpiscano e come si manifestimo, oltre ad alcune note su quale sia il loro possibile decorso.
Di queste malattie si occupa la Reumatologia. E, come abbiamo visto, questa branca della Medicina si dedica a molte malattie, diverse tra loro, che interessano l’apparato muscolo-scheletrico e possono anche coinvolgere altri organi e apparati.
Il Dott. Agostino Sammarco riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
dunque
quindi
infatti
E’ utile eseguire un esame ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene. Non vogliamo dire che adesso tutti e a tutte le età debbano preoccuparsi di fare questo esame. Intendiamo invece dire che è molto utile che lo si faccia ad una certa età. Soprattutto se ci sono ragioni per pensare di essere un soggetto a rischio per malattie cardiovascolari. Anche se si sta bene. Lo spiega il Dott. Davide Foresti, Chirurgo vascolare in Politerapica, con un bell’articolo, chiaro e preciso, sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo.
Qui si può scaricare l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 22.10.2023 – Carotidi, Dott. Foresti – D
Carotidi e ictus
Per capire bene la ragione per cui è utile eseguire un esame ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene, bisogna fare una premessa. Le carotidi sono le arterie che portano il sangue al cervello. Il restringimento patologico (stenosi) di una di queste è strettamente collegato, oltre determinati valori, alla possibilità di avere un ictus. E l’ictus è responsabile di disabilità anche grave e permanente e, nei casi ancora più gravi, di morte. Nei Paesi industrializzati come l’Italia, l’ictus è la prima causa di disabilità e la terza causa di morte nelle persone oltre i 65 anni d’età.
Ecco perché le persone oltre i 55 – 60 anni di età dovrebbero sottoporsi ad esame ecocolordoppler. Soprattutto se hanno familiarità con aterosclerosi (la placca delle arterie che produce il loro estringimento) o ne soffrono loro stessi. E pure se hanno familiarità o soffrono di ipertensione (pressione alta), dislipidemia (colesterolo alto), diabete, abitudine al fumo di sigaretta e sovrappeso. Questi sono fattori di rischio che – comunque – dovranno essere corretti con farmaci quanto più precocemente possibile. Va fatto anche se l’esame con ecocolordoppler non rilevasse la presenza di aterosclerosi nelle carotidi. Proprio per evitare che questa si formi.
Ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene
Dopo questa premessa, il Dott. Foresti prosegue spiegando cosa sia un esame ecocolordoppler e come sia importante per valutare bene la placca dell’aterosclerosi. Indica poi quali sono i trattamenti terapeutici e, quando necessario, quelli chirurgici per evitare le sue complicanze a carico del cervello. E conclude con un messaggio molto chiaro.
“Il ruolo della prevenzione” – dice – “è fondamentale. Un intervento su una placca che ha avuto sintomi è molto più rischioso di uno su una placca asintomatica. Scoprirla prima che dia segnali fa quindi la differenza.E basta un ecocolordoppler!“
Il Dott. Davide Foresti riceve in Politerapica a Seriate, in Via Nazionale 93.
Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Quando diciamo che i grani di miglio sono fastidiosi ma innocui non ci riferiamo certo a quel cereale privo di glutine che si chiama, appunto, miglio. Parliamo invece di quelle piccolissime “palline” che abbiamo a volte sotto la pelle e che non hanno nulla a che fare con i punti neri o con l’acne. Per la precisione, ne parla il Dott. Giambattista Manna, Dermatologo in Politerapica sull’ultimo numero di Bergamo Salute.
Qui è possibile scaricare l’articolo completo: Bergamo Salute – 10.10.2023 – Grani di miglio, Manna
I grani di miglio sono fastidiosi ma innocui
Spiega il Dott. Manna che i grani di miglio sono microscopiche “papule”, ovvero lesioni cutanee rotondeggianti, lievemente sporgenti e palpabili, di colore tendenzialmente biancastro e con un diametro che può variare dal sub-millimetrico ai circa due millimetri al massimo. Per questo si chiamano così: ricordano infatti i piccolissimi semi rotondi della pianta di miglio. Possono presentarsi un po’ ovunque, anche se la loro sede più tipica è il viso, in particolare le zone attorno agli occhi.
Non si conosce la causa per cui si formino. Sembra che possano essere favoriti da ma fattori genetici e microtraumi (es. sfregamento, abrasione). Succede che si formino anche dopo la risoluzione
di alcune patologie dermatologiche. Alcune persone, poi, sono più predisposte di altre alla loro formazione, che può iniziare già in età infantile. Tuttavia la loro presenza, è importante dirlo, non è sintomo di alcun disturbo o infezione in atto. Si tratta solo di una questione estetica.
Meglio ricorrere al Dermatologo
Per rimuoverli non si deve ricorrere alle “spremiture” fai-da-te perché di solito pè difficile, senza strumenti adeguati, rimuoverli senza danneggiare la cute circostante. Inoltre, come si è detto, lo sfregamento pare possa essere tra le cause di ricomparsa e va dunque evitato.
E’ opportuno invece rivolgersi al dermatologo che potrà individuare la strategia più adatta per eliminare il problema. Si possono infatti applicare creme per favorire nel tempo il ricambio cutaneo (come quelle con derivati della vitamina A) e/o blandi cheratolitici ed esfolianti, caratterizzati da diversi tipi di acidi delicati appositamente studiati. Esistono anche terapie fisiche, come la laserterapia o il curettage (raschiamento con uno strumento simile a un bisturi), che consentono di eliminare questi inestetismi pressoché senza segni e con una guarigione molto rapida, senza controindicazioni rilevanti.
Successivamente, il dermatologo si occuperà di consigliare prodotti per lavare e idratare la pelle che non favoriscano la ricomparsa dei grani di miglio, quindi delicati e leggeri nella texture (simili a quelli dedicati alle persone allergiche).
Il Dott. Giambattista Manna riceve in Politerapica, a Seriate in Via Nazionale 93.
Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Sono 30 le attività in rosa contro il cancro al seno a Bergamo e provincia, per tutto il mese di Ottobre. E Politerapica partecipa con entusiasmo, insieme a Lilt Bergamo e alle altre associazioni che organizzano il progetto Insieme si può. Insieme funziona – 2023.
Sono 30 attività per raccontare cosa sia il cancro al seno e quanto sia importante fare prevenzione e diagnosi precoce per vincere questa malattia. Le teniamo su tutto il territorio e lo facciamo in allegria. Perché si può parlare di cancro anche con un pizzico di allegria. Per questo, per esempio, sono in programma quattro allegre passeggiate. Tre si sono tenute l’1 ottobre e hanno inaugurato il mese. Una a Caravaggio, con più di 900 partecipanti. Una a Verdello. Una al Rifugio Cassinelli, sotto la splendida cornice della Presolana perché non c’è posto nel quale non si possa parlare di salute. Anche in montagna. E la quarta sarà a Clusone, il 14 ottobre, attraverso le vie della città vecchia, con soste gastronomiche e culturali.
E poi c’è il concerto al Liceo Mascheroni, sabato 21 ottobre, aperto a tutti e con ingresso gratuito. Un’orchestra di 40 elementi che si nalterna con parole e poesie di chi il cancro lo conosce bene. E la mostra di quadri al Circolino di Città Alta con l’evento di inauguirazione del 3 ottobre e l’incontro/convegno sul cancro al seno del 19 ottobre. Non mancano postazioni informative, incontri pubblici, monumenti colorati di rosa.
30 iniziative per i cittadini e con i cittadini per parlare in modo serio ma sereno del cancro più diffuso in assoluto in Italia (57.000 i nuovi casi all’anno in Italia, 800 in provincia di Bergamo) e di come affrontarlo nel modo più efficace.
Qui il calendario con tutti i dettagli: Cancro mammella – Attività sul territorio 2023
Le attività in rosa contro il cancro al seno
Il cancro al seno è un cancro crudele. Colpisce nel corpo e nell’anima della donna. La aggredisce nella sua femminilità e nella sua maternità. Dall’organo col quale può nutrire una vita, le arriva il pericolo di morte. Bisogna quindi guardarlo in faccia nella sua interezza. O, meglio, bisogna guardare nella sua interezza la donna che ne è colpita. Avere il coraggio di parlare della dimensione fisica della sua sofferenza ma anche di quella psicologica e pure di quella relazionale. Da qui si deve partire per affrontare questa malattia nella sua completezza. Senza dimenticare la sofferenza delle persone vicine a chi ne è colpito. In una famiglia, dopo una diagnosi di cancro, nulla sarà più come prima. Ancor più se parliamo di cancro al seno.
Così mettiamo in campo 30 attività – alcune più serie, altre più allegre – per permettere la corretta visione di un tema così delicato e – è il caso di dirlo – vitale. E per capire quanto importante sia usare lo strumento della prevenzione e della diagnosi precoce
Un grosso lavoro che ci vede impegnati accanto a Lilt Bergamo, ACP – Associazione Cure Palliative, Ailar – Associazione Italiana Laringectomizzati, AOB – Associazione Oncologica Bergamasca, Associazione Amici di Gabry, Associazione Insieme con il Sole dentro. Un grosso lavoro cui la stampa sta dando ampio risalto:
– L’Eco di Bergamo – 29.09.2023 – Campagna Nastro Rosa
– BergamoNews – 27.09.2023 – Campagna Nastro Rosa sul territorio
La fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci. Lo racconta il Dott. Fernando Scudiero sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo di domenica 24 settembre 2023. Un articolo molto lungo, cui il giornale dà ampio spazio ma scritto in modo chiaro, semplice, comprensibile a chiunque. Perché quando si parla di salute sui giornali, bisogna farlo in modo che tutti capiscano.
Qui l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – Aritmia cardiaca – Scudiero – Def
Il Dott. Fernando Scudiero è specialista in Malattie dell’apparato cardiovascolare e dirigente medico dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’Asst Bergamo Est. Collabora poi con Politerapica come Cardiologo, in convenzione con la Asst.
La fibrillazione atriale non è un pericolo solo per il cuore
La fibrillazione atriale è la più diffusa forma di aritmia cardiaca. La maggior parte delle persone affette ha più di 65 anni e gli uomini sono solitamente più colpiti rispetto alle donne. Può manifestarsi con accelerazione ed irregolarità dei battiti cardiaci, stanchezza o palpitazioni temporanee. A volte però non dà segni della sua presenza e la diagnosi può essere successiva all’insorgenza di complicanze. Fra gli esami per la diagnosi, ci sono l’elettrocardiogramma (ECG) e l’Holter per rilevare il battito durante tutto l’arco della giornata.
La fibrillazione atriale non mette a rischio solo il cuore ma anche e soprattutto il cervello. In corso di fibrillazione atriale l’irregolarità dei battiti crea disturbi alla circolazione del sangue che tendono a formare piccoli coaguli. Questi coaguli, quando si spostano attraverso le arterie per effetto della circolazione sanguigna, possono causare un’interruzione improvvisa del flusso di sangue e quindi dell’ossigeno agli organi che vanno a nutrire. Se l’arteria interessata da questo meccanismo patologico è un’arteria che porta il sangue al cervello, le conseguenze possono essere un’ischemia transitoria o un ictus, con danni spesso irreversibili. E chi soffre di fibrillazione atriale può vedere aumentato fino a cinque volte il rischio di ictus cerebrale. Arrivare presto con la diagnosi dell’aritmia cardiaca, quindi, significa ridurre il rischio di andare incontro ad un’ischemia cerebrale
La fibrillazione si può curare anche senza farmaci
Con specifiche cure mediche, si può rendere il sangue più fluido e abbassare la probabilità che all’interno del cuore si formino coaguli destinati a ostruire le arterie che irrorano il cervello. Bisogna definire il trattamento caso per caso ma se il rischio di ictus è elevato, è fondamentale mantenere il sangue fluido con farmaci anticoagulanti. Per molti anni, gli unici farmaci disponibili sono stati i derivati cumarinici, warfarin e acenocumarolo. La loro efficacia può essere però influenzata dall’interazione con altri medicinali e richiedono comunque un regolare monitoraggio della coagulazione tramite frequenti esami del sangue. Da tempo esistono anche nuovi anticoagulanti orali altrettanto sicuri, con un meccanismo d’azione che riduce le interazioni con altri farmaci e semplifica la gestione del loro dosaggio.
Purtroppo però la terapia anticoagulante orale non è ben tollerata da alcuni pazienti. Si tratta di persone con precedenti emorragie gastrointestinali o cerebrali, con ridotti valori di emoglobina o con precedenti interventi coronarici che necessitano di una terapia antiaggregante associata. Per questi pazienti è oggi disponibile una valida opzione terapeutica che per loro rappresenta l’unica possibilità per proteggersi dall’ictus. È la chiusura percutanea dell’auricola sinistra, un intervento chirurgico mininvasivo al cuore, in anestesia locale, che presso l’ospedale Bolognini di Seriate viene eseguito regolarmente.
Un piccolo intervento in anestesia locale
L’auricola sinistra è una piccola sacca nel cuore che generalmente non crea alcun problema ma che in caso di fibrillazione atriale, diventa la principale area entro cui il sangue non circola regolarmente. L’intervento viene eseguito dal cardiologo interventista passando da una vena dell’inguine. Qui viene inserito un catetere (un tubicino sottile) che viene fatto avanzare attraverso i vasi sanguigni fino a raggiungere l’interno del cuore. Mediante questo catetere, il cardiologo porta all’interno del cuore un dispositivo (protesi) e lo posiziona all’imbocco dell’auricola per escluderla dal circolo sanguigno.
Così la fibrillazione atriale si può curare anche senza farmaci. Con un intervento minimamente invasivo, il paziente viene protetto da eventi ischemici cerebrali correlati alla fibrillazione atriale senza rischiare gli effetti collaterali dei farmaci anticoagulanti orali, conclude il dottor Scudiero. E il recupero è solitamente rapido e agevole per i pazienti, che possono essere dimessi entro 48 ore dalla procedura. E così
Il Dott. Fernando Scudiero svolge attività di Cardiologia ambulatoriale in Politerapica: visite specialistiche, ECG elettrocardiogrammi e ecocardiogrammi. Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Sono molte le prestazioni gratuite che mettiamo a disposizione contro il cancro al seno nel mese di ottobre, in provincia di Bergamo. Il cancro al seno, infatti, è il tema del 6° appuntamento del progetto Insieme si può. Insieme funziona – 2023, dedicato alla Campagna Nastro Rosa di Lilt Bergamo. E insieme a Lilt Bergamo, ci siamo noi di Politerapica e ACP – Associazione Cure Palliative, Associazione Italiana Laringectomizzati, AOB – Associazione Oncologica Bergamasca, Associazione Amici di Gabry e Associazione Insieme con il Sole Dentro.
500 prestazioni gratuite contro il cancro al seno
Poco meno di 500 prestazioni, tra visite senologiche e incontri e percorsi di sostegno psicologico, in 13 Comuni della provincia, dalle Valli, alle Città, alla Pianura, presso 23 punti di erogazione e con la collaborazione di 11 strutture. Le visite sono aperte alle donne che non rientrano nelle fasce di età previste dallo screening mammografico del servizio sanitario. Gli incontri e i percorsi di sostegno psicologico sono invece aperti a tutti.
Qui tutti i dettagli: Cancro mammella – Prestazioni sanitarie 2023
Tutte le prestazioni sono disponibili fino ad esaurimento. Per accedere al servizio è necessario prenotarsi dal 25.9.2023. Le visite senologiche possono essere prenotate sul sito di Lilt Bergamo https://legatumoribg.it/. Per gli incontri e i percorsi di sostegno psicologico, si deve inviare una mail a segreterioa@insiemefunziona.it
Un grosso impegno, cui la stampa ha dato ampio risalto:
L’Eco di Bergamo – 17.09.2023 – Campagna Nastro Rosa – Def
BergamoNews – 17.09.2023 – Campagna Nastro Rosa
Corriere della Sera.it – Campagna Nastro Rosa – 21.09.2023
Un impegno grosso
Un’attività impegnativa che realizziamo con la collaborazione di diverse strutture sanitarie presenti sul nostro territorio. Oltre a Lilt Bergamo e a Politerapica, le presatzioni sono messe a disposzione da ASST Bergamo Est, ASST Papa Giovanni XXIII, Humanitas Bergamo, Amici di Gabry, Centro Borgo Palazzo – Poliambulatorio Medico per la donna, Centro Famiglia Agape, Fondazione Angelo Custode con i suoi consultori, Habilita e Methodo.
D’altronde, siamo di fronte al tumore più diffuso, in assoluto, in Italia. 55.700 i nuovi casi nel 2022, con una crescita dello 0,5% rispetto al 2020. Oggi sono 834.154 le donne che soffrono di questo tumore nel nostro Paese. Questa è una situazione molto grave per la salute della donna. Una condizione poi che colpisce la donna in modo particolarmente crudele: il cancro al seno aggredisce una zona simbolo della sua identità femminile e il seno che ha la possibilità di nutrire una nuova vita, diventa l’origine del pericolo di morte.
Abbiamo però motivi di ottimismo. Oggi la sopravvivenza a 5 anni di chi è colpito da questo tumore è dell’88%. Grazie allo screening e alla maggior consapevolezza delle donne, la maggior parte di questi tumori è diagnosticata in fase iniziale, quando il trattamento chirurgico può essere più spesso conservativo e la terapia adottata più efficace. Ancora una volta, quindi, prevenzione e diagnosi precoce risultano le armi più potenti per affrontare in modo efficace il cancro.
Per questo, da molti anni, Lilt organizza la Campagna Nastro Rosa con l’obiettivo di promuovere la cultura della salute e la prevenzione da una parte e mettere concretamente a disposizione prestazioni sanitarie gratuite, dall’altra.