L’indagine SWG per Lilt sul fumo, in Lombardia e nelle singole province, propone risultati che fanno riflettere. Soprattutto per quanto riguarda i giovani. La ricerca è stata eseguita in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2024. A commissionarla, per il secondo anno consecutivo, è stato il coordinamento regionale della Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L’indagine è stata svolta su un campione di 2.317 persone tra i 18 e i 74 anni ed è capace di restituire una fotografia nitida anche sulla Bergamasca.
L’Eco di Bergamo le ha dedicato due pagine intere in apertura della cronaca, curate da Luca Bonzanni, con un richiamo in forte evidenza sulla prima pagina del giornale. Più sotto ne riportiamo alcuni estratti.
Qui si possono scaricare
- le due pagine complete in formato pdf: L’Eco di Bergamo – 30.05.2024 – Ricerca SWG su fumo per Lilt in Lombardia
- la presentazione della ricerca per la Lombardia: SWG_LILT_Indagine sulle abitudini di fumo in Lombardia_def_v2
- la presentazione della ricerca per la provincia di Bergamo: SWG_LILT_Indagine sulle abitudini di fumo in Lombardia_Bergamo
Indagine SWG sul fumo in Lombardia per Lilt
Secondo SWG, in Lombardia fuma il 41% e in bergamasca il 42%. Un fumatore su quattro, ha iniziato tra i 14 e i 15 anni. Lo racconta bene il giornalista Luca Bonzanni sulle pagine de l’Eco. L’età media in cui si comincia nella nostra provincia è 17,8 anni (in linea con la media lombarda di 17,7 anni), e lo si fa quasi sempre con una sigaretta tradizionale (nell’84% dei casi) e in compagnia di amici (nel 70% dei casi).
Fumano di più le donne (qui si raggiunge il 35%) e soprattutto nelle fasce d’età più elevate (si arriva al 48%, a prescindere dal genere).
Il 47% dei fumatori lombardi dice di averlo fatto «per curiosità». E’ così soprattutto tra chi oggi è più giovane (si arriva al 53% nella fascia 18-34 anni). Un altra ragione è stata quella di sentirsi grandi (12%, ma con una punta del 17% tra chi oggi ha 55-74 anni).
Poca fiducia nei divieti
Solo qualche settimana fa – continua Bonzanni – la stretta sul fumo all’aperto aveva animato il dibattito politico in diverse grandi città d’Italia, da Torino a Milano. E a Bergamo? Il tema al momento appare fuori dal perimetro di scelte amministrative e campagna elettorale. Il parere dei bergamaschi segnala più freddezza rispetto alla media regionale.
Si dice favorevole a un qualche divieto di fumo nei parchi giochi l’85% dei bergamaschi, contro l’88% dei lombardi. Nelle aree esterne degli ospedali è favorevole al divieto il 79% dei bergamaschi, poco al di sotto dell’81% di media regionale. La forbice è più ampia rispetto alla possibilità di divieto di fumo nelle aree esterne dei ristoranti, condivisibile per il 70% dei bergamaschi contro il 75% di media regionale.
Da un’altra prospettiva, solo il 26% dei bergamaschi ritiene efficace il divieto assoluto di fumare all’aperto (in Lombardia il consenso è del 29%); analogamente, il 27% dei bergamaschi considera poco importante l’obiettivo di una città «smoke free», mentre in Lombardia lo pensa solo il 22% degli intervistati.
Ci pare – concludiamo noi – che ancora siamo di fronte ad un tema culturale. Mai come in questo caso, di cultura della salute. Quella individuale e quella collettiva.
I rischi delle esposizioni solari senza protezione. Questo il titolo di un articolo curato dal Dott. Andrea Di Buduo, Dermatologo in Politerapica per la rivista Bergamo Salute. Qui l’articolo completo: Bergamo Salute – 05-06.2024 – Di Buduo. Esposizione al sole – D
Argomento attuale e importante
Stiamo parlando di un argomento importante e attuale. L’Estate è alle porte e, con essa, la bella stagione e la possibilità di esporsi al sole più a lungo. Stare al sole è bello. Avere la pelle un po’ colorata, pure. E’ necessario però starte attenti. Il sole fa bene ma può anche fare male. Molto. Si deve quindi goderne in modo responsabile. Esporsi ai suoi raggi in modo consapevole. Di questo e di molto di più parla il Dott. Di Buduo. Lo fa in modo chiaro, semplice e pacato nella forma. Lungi da lui è, infatti, l’idea di spaventare i lettori. Lo fa però anche in modo rigoroso per quanto riguarda il contenuti perché l’informazione e la conoscenza sono gli strumenti basilari per prenderci correttamente cura della nostra salute. Anche di quella della pelle.
I rischi delle esposizioni solari senza protezione
L’azione dannosa dei raggi solari sulla pelle è legata principalmente alla quota di radiazioni Ultraviolette che compongono lo spettro luminoso. Comincia così l’articolo. Si tratta – prosegue – della componente a maggiore energia, in grado di causare danno alle cellule e al DNA. Per questo motivo, l’esposizione al sole o a lampade abbronzanti, inserite dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) nella lista dei fattori carcinogeni, rappresentano uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei.
Il danno cellulare e tissutale dipendente dal sole, inoltre, è strettamente implicato nell’invecchiamento cutaneo con sviluppo di inestetismi in regioni corporee cronicamente fotoesposte (macchie solari e rughe), dovute alla riduzione dell’elasticità dei tessuti profondi. Al di là del rischio oncologico e del fotoinvecchiamento, che si manifestano a distanza di tempo dall’esposizione solare, le radiazioni sono in grado di causare anche disturbi immediati e acuti alla pelle: da ustioni e scottature più superficiali come l’eritema solare, fino alle più gravi ustioni di II grado, con vescicole e bolle su pelle arrossata. In individui predisposti, inoltre, sono possibili vere e proprie forme immunomediate di orticaria solare, con prurito e lesioni cutanee rilevate (pomfi).
Da qui parte per toccare diversi punti di un argomento che peraltro è molto grosso. Parla dell’importanza – necessità! – della protezione e di come il rischio cambi a seconda del fototipo (il colore della nostra carnagione). Spèiega poi come dovrebbe essere regolata l’esposzione dei bambini – importantissima! – e dell’attenzione che bisogna porre ai primi raggi.
Non vogliamo dire di più e invitiamo piuttosto a oleggere l’articolo. Ne vale la pena!
Il Dott. Andrea Di Buduo riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
La psoriasi è una malattia molto frequente ma non contagiosa. Per la diagnosi in genere è sufficiente l’osservazione delle placche caratteristiche. A volte può essere necessaria una biopsia cutanea. Lo spiega molto bene il Dott. Andrea Di Buduo, Dermatologo in Politerapica in un articolo sulla Pagina della Salute de l’Eco di di Bergamo.
Qui l’articolo completo: 2024.03.24 – L’Eco di Bergamo – Psoriasi, Di Buduo – D
La psoriasi
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica caratterizzata principalmente dallo sviluppo sulla cute di placche ben delimitate rispetto alla cute circostante. In presenza di psoriasi, la pelle appare ispessita e coperta da squame bianco-argentee che tendono a staccarsi spontaneamente o in seguito a grattamento.
Le lesioni si sviluppano più spesso a livello di gomiti, ginocchia, regione lombosacrale, retroauricolare e cuoio capelluto. Le lesioni cutanee sono in genere asintomatiche, ma in caso di coinvolgimento di aree particolari, come il cuoio capelluto o le grandi pieghe cutanee, si può manifestare del prurito. In corrispondenza di articolazioni o a livello palmo-plantare, invece, nelle placche possono crearsi delle spaccature dolorose. Fino al 30% dei pazienti, inoltre, può presentare concomitante artrite.
La psoriasi è frequente ma non contagiosa
La psoriasi è molto frequente. Si stima che in Italia colpisca il 2,8% della popolazione, con diverso grado di gravità. Nella maggioranza dei casi, la diagnosi avviene nei giovani adulti, con un’età media di 33 anni. È rara ma presente anche in età pediatrica.
Le lesioni sono causate da un’iperattivazione del sistema immunitario che determina accelerata proliferazione delle cellule epidermiche, con accumulo e sovrapposizione degli strati cutanei. Non è noto perché questo fenomeno si inneschi: è certamente presente una predisposizione familiare ed è stata talvolta riportata in soggetti a rischio un’associazione, senza un noto nesso di causa, con l’assunzione di alcuni farmaci, stress psicologici e fisici, traumi o infezioni sistemiche presenti all’esordio. Contrariamente a pregiudizi la psoriasi non è una malattia contagiosa, assicura il dott. Di Buduo.
Nell’articolo, il Dott. Di Buduo spiega come si riconosce e come si cura la psoriasi. E fornisce pure alcune indicazioni per ridurre la possibilità che si manifesti.
Il Dott. Andrea Di Buduo riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Bisogna conoscere i diverticoli e la diverticolosi per curarli e magari per evitarli. Ci aiuta a farlo il Dott. Sergio Signorelli, gastroenterologo in Politerapica. Su questo argomento, infatti, ha curato un articolo pubblicato da l’Eco di Bergamo sulla sua Pagina della Salute. Chiaro e puntuale come è nel suo stile, il Dott. Signorelli ci spiega punto per punto di cosa parliamo.
Qui l’articolo completo L’Eco di Bergamo – 25.02.2024 – Diverticolosi, Signorelli – D
Conoscere i diverticoli per curarli e evitarli
Comiciamo col dire che i diverticoli del colon sono estroflessioni della mucosa intestinale a forma di piccola sacca che attraversano lo strato muscolare nel punto di minor resistenza. Questa è la definizione di una malattia sempre più diffusa. I diverticoli si formano per un aumento della pressione all’interno del lume del colon prodotta dalla contrazione della muscolatura intestinale. Ciò avviene soprattutto nel sigma, la parte inferiore sinistra dell’addome.
La diverticolosi è una malattia molto rara nell’infanzia ma si fa più frequente con l’età. Infatti, oltre il 50% della popolazione occidentale presenta diverticoli sopra i 60 anni. La progressiva debolezza della parete colica spiegherebbe l’aumento dei diverticoli con l’età. In particolare, quando è associata ad una maggior pressione causata da rallentato transito intestinale dovuto a maggiore consistenza delle feci. I cibi raffinati e poveri di scorie favoriscono la comparsa di diverticoli. Non a caso, questi sono più frequenti nelle popolazioni ad alto livello economico come quelle dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. In Italia, recenti studi hanno dimostrato un incremento del 30% dei ricoveri ospedalieri per diverticolite, negli ultimi 15 anni.
La possiamo evitare
Su come si riconosca la diverticolosi nelle sue diverse forme e su come si curi, rimandiamo all’articolo di cui abbiamo indicato il link più sopra. Qui ci vogliamo fermare sulle possibilità di prevenzione di questa malattia. Sì perché si può fare molto per prevenire la malattia diverticolare. E dipende solo da noi. Si possono consumare regolarmente verdure, ortaggi e frutta. Masticare a lungo il cibo e mangiare lentamente e di bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno a temperatura ambiente. Il movimento poi aiuta a mantenere i muscoli della parete addominale, migliorando la motilità colica e riducendo il ristagno delle feci nei diverticoli.
Il Dott. Sergio Signorelli riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Si chiama pubalgia e sono dolori! Sono i dolori che colpiscono la zona pubica. Hanno diverse cause e queste devono essere capite per scegliere la cura giusta. Sì, perché la pubalgia si cura. Anzi, si deve curare, altrimenti può diventare cronica. Lo spiega in modo molto chiaro all’Eco di Bergamo il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra in Politerapica.
Chi volesse scaricare l’articolo completo, lo trova qui: L’Eco di Bergamo – 28.01.2024 – Pubalgia, Agostini – D
Molte cause
Nella maggior parte dei casi, la pubalgia è dovuta a microtraumi da movimento intenso, ripetuto troppe volte. Da qui la ragione per cui spesso si manifesta negli sportivi (agonisti e dilettanti) ma anche in chi svolge quotidianamente attività che necessitano della ripetizione continua di alcuni medesimi movimenti. Vi sono poi molte altre possibili cause, aggiunge il dott. Agostini. Tra queste, l’artrosi dell’anca, problemi ai piedi o agli arti inferiori, problemi lombari o del bacino, disfunzioni muscolari e, nelle donne, anche la gravidanza, soprattutto dal sesto mese.
Tra le molte cause della pubalgia, il Dott. Agostini si concentra su tre di esse (che sono tra le più frequenti), per capire da cosa possono essere a loro volta prodotte, quali siano i loro disturbi, come si riconoscano e come si curino
- la tendinopatia inserzionale, anche associata a infiammazione dell’inserzione inferiore dei muscoli addominali e che è chiamata anche sindrome addomino/adduttoria
- la presenza di una punta d’ernia che produce un ingombro del canale inguinale dell’intestino
- l’infiammazione del nervo ileo-inguinale
Si chiama pubalgia e sono dolori
Publagia è un’espressione che significa dolore alla zona del pube. Quindi, quando si parla di publagia, si parla di dolore, indipendentemente da quale ne sia la causa. La questione è ancora un po’ più complessa. Ogni causa dei publagia, infatti, può essere provocata a sua volta da altre cause. E il Dott. Agostini spiega tutto in modo molto chiaro e semplice così come spiega quali siano le cure possibili delle diverse forme di questo problema. Soprattutto, però, racconta che la pubalgia è un problema che potremmo facilmente evitarci.
La pubalgia, infatti, si può prevenire. O si può evitare che si manifesti nuovamente. Ci vuole qualche attenzione che sappiamo non è sempre facile avere. Gli sportivi, per esempio, dovrebbero fare riscaldamento e allungamento muscolare prima e dopo l’attività sportiva. In realtà dovrebbero farlo anche, idraulici, piastrellisti, muratori per citare alcune delle professioni a rischio. Si risparmierebbero così, oltre alla pubalgia, anche altri frequenti disturbi a carico della schiena, delle anche e pure delle spalle.
Poi sarebbe opportuno mantenere un buon equilibrio posturale e muscolare nel corso delle attività quotidiane che interessi in particolare dorso, bacino e arti. Certo qui si va un po’ sul difficile, conclude il dott. Pietro Agostini. Sappiamo quanto la cura della salute non sia cosa così comune. Eppure, prendersi cura della salute prima di perderla, può risparmiare davvero tanti dolori. Anche quelli della pubalgia.
Il Dott. Pietro Agostini, medico fisiatra, riceve in Politerapica a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere rivolti alla cittadinanza. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato alle Politiche Sociali insieme a Politerapica. E l’Eco di Bergamo ne parla. Qui l’articolo L’Eco di Bergamo – 12.01.2024 – Pensa alla Salute – D
L’obiettivo è quello di promuovere la cultura della salute per vivere bene e anche per favorire prevenzione e diagnosi precoce. Perché la salute è un bene prezioso di cui ci si deve prendere cura prima di perderla.
E poi, diciamolo: stare bene serve a noi ma anche alle persone che ci stanno intorno. E serve pure alla comunità. Una persona in salute è una risorsa preziosa per tutti. Anche quando si è anziani. Bisogna quindi imparare a vivere e a diventare anziani in salute.
Ancora sei incontri a Seriate su salute e benessere
Diciamo che ci sono ancora sei incontri perché in realtà l’iniziativa è già in corso da ottobre 2023 e gli incontri, in tutto, sono nove. Tre li abbiamo già tenuti. Tutti molto partecipati e apprezzati e tutti presso la sede del Centro Diurno Anziani di Via Paderno. Un incontro al mese, sempre di venerdì, sempre alle 16. E continueremo così fino a giugno.
Abbiamo cominciato a ottobre, appunto, parlando di mal di schiena (che tormento!). Abbiamo proseguito a novembre, parlando del cuore (che, abbiamo detto, non è solo amore). Poi, a dicembre, è stata la volta del diabete (una dolcezza amara).
Ora proseguiamo. Già venerdì 19 gennaio, saremo lì a parlare di digestione (quando non va giù). A febbraio toccherà all’artrosi (chi non ce l’ha?). L’incontro di marzo lo dedicheremo a vene e arterie (una questione idraulica). Quello di aprile all’attività fisica e al cammino. Poi ci sarà maggio con la tiroide. Infine, giugno con il mal di testa (soprattutto, quando non passa più).
Qui la locandina con il programma completo che avevamo pubblicato già qualche tempo fa:
La piccola chirurgia ambulatoriale deve essere eseguita bene, con la stessa attenzione alla sterilità, alle procedure da seguire e alla disponibilità di attrezzature e di farmaci d’emergenza che si mette nella chirurgia ospedaliera. La piccola chirurgia ambulatoriale, infatti, è una cosa seria come quella più “grande”. Allo stesso tempo, però, permette di eseguire gli interventi indicati, senza le liste di attesa e degenza, comodamente in ambulatorio. E potendo tornare a casa al termine della procedura chirurgica.
Lo spiega a l’Eco di Bergamo, il Dott. Annibale Casati, sepcialista in Chirurgia generale e in Chirurgia Plastica, ricostruttiva ed estetica che collabora con Politerapica.
Qui l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 24.12.2023 – Piccola chirurgia, Dott. Annibale Casati
La chirurgia ambulatoriale – Cos’è
Il Dott. Casati inizia spiegando che la «chirurgia ambulatoriale» detta anche «piccola chirurgia» è la cura e il trattamento di lesioni che necessitano non solo di cure mediche ma anche di interventi chirurgici. Parliamo di quegli interventi che possono essere eseguiti in anestesia locale, in massima sicurezza, in un ambulatorio medico attrezzato, senza dover ricorrere ad un ricovero. I pazienti così operati, dopo un breve periodo di osservazione, possono tranquillamente rientrare al loro domicilio sapendo che possono contattare la struttura o lo specialista in caso di bisogno o di imprevisti.
La chirurgia ambulatoriale eseguita bene
Ogni intervento, grande o piccolo che sia, deve assicurare al paziente una metodica corretta basata su professionalità, deontologia e rispetto del paziente stesso da parte del chirurgo e della struttura in cui viene svolta la prestazione, dice subito il Dott. Casati. Questo significa anche massima attenzione alla sterilità e alle procedure da seguire e disponibilità di attrezzature e farmaci d’emergenza per ogni evenienza.
Per questo la Piccola Chirurgia Ambulatoriale deve essere gestita e considerata al pari di quella «maggiore » che prevede interventi in anestesia generale o altro, a livello ospedaliero. E dovere del chirurgo rimane sempre quello di fare il meglio per la salute del paziente.
Tre ambiti di intervento
La Chirurgia ambulatoriale ha tre ambiti principali di intervento:
- Chirurgia generale
- Chirurgia dermatologica
- Chirurgia plastica/estetica.
Nell’ambito della Chirurgia generale, ci sono i trattamenti per cisti sebacee, lipomi, unghie incarnite, rimozione di corpi estranei superficiali (vetro, schegge…), angiomi e condizioni simili.
Nella Chirurgia dermatologica rientrano i trattamenti per tutte le «macchie» cutanee. Queste possono variare da una banale patologia benigna (Cheratosi) ad altre lesioni benigne come papillomi, dermatofibromi, nevi semplici pigmentati o no, fino ad arrivare ai tumori cutanei maligni (carcinomi basocellulari, spinocellulari, squamocellulari, cheratoacantomi, eccetera). Questi termini spaventano ma non devono destare preoccupazione. Infatti, se l’esame istologico, che in questi casi deve sempre essere eseguito, dice che la lesione cutanea è stata asportata completamente e i suoi estremi non sono intaccati, il paziente è da considerarsi guarito perché sono lesioni he non danno metastasi a distanza.
Discorso diverso se si tratta di melanomi. In quel caso si deve eseguire un allargamento chirurgico e ulteriori approfondimenti e si esce dal campo della chirurgia ambulatoriale.
Chirurgia plastica ed estetica
In questo settore potrebbe rientrare tutto quello che si è descritto ai punti precedenti. In particolare, tutte le lesioni del viso, zona molto delicata, sono di competenza del chirurgo plastico. Ed è facile spiegare il perché: il viso è la parte più «in vista» ed è la parte del corpo che per prima guardiamo e che ci guardano. Ne consegue una particolare attenzione ed esigenza del paziente ad avere una cicatrice non visibile o il meno visibile possibile. Questa richiesta è la croce e delizia di tutti i chirurghi perché la cicatrice esterna è la sua firma ed è la prima cosa che si nota indipendentemente dalla complessità di ciò che c’era sotto.
Tra gli interventi di chirurgia plastica ed estetica ambulatoriali, si possono inserire almeno due interventi prettamente estetici: la blefaroplastica per il trattamento di cadute e borse adipose delle palpebre, e l’otoplastica per il trattamento delle orecchie a ventola. Questi due
interventi possono essere eseguiti tranquillamente a livello ambulatoriale, con le dovute attenzioni, e con soddisfazione dei pazienti.
Il Dott. Annibale Casati riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468.
Non ci si deve rassegnare di fronte alla sofferenza perché le malattie reumatiche si curano. La cosa più importante è la diagnosi precoce. Non si devono sottovalutare i primi segni di sofferenza articolare. Bisogna invece rivolgersi tempestivamente al reumatologo. Infatti, farmaci, chirurgia, riabilitazione e un corretto stile di vita, se adottati opportunamente fin dall’inizio della malattia, possono spesso rallentarne l’evoluzione e garantire una migliore qualità di vita.
Lo racconta il Dott. Agostino Sammarco, Reumatologo in Politerapica, in un bell’articolo pubblicato sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo. Lo potete scaricare qui: L’Eco di Bergamo – 26.11.2023 – Malattie reumatiche, Sammarco – D
Le malattie reumatiche si curano
Artosi, Artrite reumatoide, Gotta, Osteoporosi, Fibromialgia sono malattie reumatologiche o reumatiche, se preferiamo chiamarle così. Le malattie reumatologiche sono patologie che interessano le articolazioni e le strutture anatomiche ad esse correlate: ossa, muscoli, tendini e guaine tendinee, legamenti, inserzioni tendinee o legamentose (entesi), borse e fasce. Il sintomo più evidente di queste malattie è rappresentato dal dolore a carico di una o più di queste strutture. Se non controllate farmacologicamente, in maniera adeguata, possono portare a disabilità crescente con una progressiva perdita di autosufficienza, compromissione della qualità di vita e elevati costi sociali.
Sono oltre 150 le malattie reumatologiche. Per la maggioranza di esse la causa è sconosciuta. Le forme più diffuse sono, appunto
- Artrosi
- Artrite reumatoide
- Gotta
- Osteoporosi
- Fibromialgia
Queste ultime cinque sono oggetto di approfondimento da parte del Dott. Sammarco nell’articolo. Per ognuna. il Reumatologo descrive quali parti del corpo umano colpiscano e come si manifestimo, oltre ad alcune note su quale sia il loro possibile decorso.
Di queste malattie si occupa la Reumatologia. E, come abbiamo visto, questa branca della Medicina si dedica a molte malattie, diverse tra loro, che interessano l’apparato muscolo-scheletrico e possono anche coinvolgere altri organi e apparati.
Il Dott. Agostino Sammarco riceve in Politerapica, a Seriate, in Via Nazionale 93. Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468
dunque
quindi
infatti
E’ utile eseguire un esame ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene. Non vogliamo dire che adesso tutti e a tutte le età debbano preoccuparsi di fare questo esame. Intendiamo invece dire che è molto utile che lo si faccia ad una certa età. Soprattutto se ci sono ragioni per pensare di essere un soggetto a rischio per malattie cardiovascolari. Anche se si sta bene. Lo spiega il Dott. Davide Foresti, Chirurgo vascolare in Politerapica, con un bell’articolo, chiaro e preciso, sulla Pagina della Salute de l’Eco di Bergamo.
Qui si può scaricare l’articolo completo: L’Eco di Bergamo – 22.10.2023 – Carotidi, Dott. Foresti – D
Carotidi e ictus
Per capire bene la ragione per cui è utile eseguire un esame ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene, bisogna fare una premessa. Le carotidi sono le arterie che portano il sangue al cervello. Il restringimento patologico (stenosi) di una di queste è strettamente collegato, oltre determinati valori, alla possibilità di avere un ictus. E l’ictus è responsabile di disabilità anche grave e permanente e, nei casi ancora più gravi, di morte. Nei Paesi industrializzati come l’Italia, l’ictus è la prima causa di disabilità e la terza causa di morte nelle persone oltre i 65 anni d’età.
Ecco perché le persone oltre i 55 – 60 anni di età dovrebbero sottoporsi ad esame ecocolordoppler. Soprattutto se hanno familiarità con aterosclerosi (la placca delle arterie che produce il loro estringimento) o ne soffrono loro stessi. E pure se hanno familiarità o soffrono di ipertensione (pressione alta), dislipidemia (colesterolo alto), diabete, abitudine al fumo di sigaretta e sovrappeso. Questi sono fattori di rischio che – comunque – dovranno essere corretti con farmaci quanto più precocemente possibile. Va fatto anche se l’esame con ecocolordoppler non rilevasse la presenza di aterosclerosi nelle carotidi. Proprio per evitare che questa si formi.
Ecocolordoppler per le carotidi anche quando si sta bene
Dopo questa premessa, il Dott. Foresti prosegue spiegando cosa sia un esame ecocolordoppler e come sia importante per valutare bene la placca dell’aterosclerosi. Indica poi quali sono i trattamenti terapeutici e, quando necessario, quelli chirurgici per evitare le sue complicanze a carico del cervello. E conclude con un messaggio molto chiaro.
“Il ruolo della prevenzione” – dice – “è fondamentale. Un intervento su una placca che ha avuto sintomi è molto più rischioso di uno su una placca asintomatica. Scoprirla prima che dia segnali fa quindi la differenza.E basta un ecocolordoppler!“
Il Dott. Davide Foresti riceve in Politerapica a Seriate, in Via Nazionale 93.
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Quando diciamo che i grani di miglio sono fastidiosi ma innocui non ci riferiamo certo a quel cereale privo di glutine che si chiama, appunto, miglio. Parliamo invece di quelle piccolissime “palline” che abbiamo a volte sotto la pelle e che non hanno nulla a che fare con i punti neri o con l’acne. Per la precisione, ne parla il Dott. Giambattista Manna, Dermatologo in Politerapica sull’ultimo numero di Bergamo Salute.
Qui è possibile scaricare l’articolo completo: Bergamo Salute – 10.10.2023 – Grani di miglio, Manna
I grani di miglio sono fastidiosi ma innocui
Spiega il Dott. Manna che i grani di miglio sono microscopiche “papule”, ovvero lesioni cutanee rotondeggianti, lievemente sporgenti e palpabili, di colore tendenzialmente biancastro e con un diametro che può variare dal sub-millimetrico ai circa due millimetri al massimo. Per questo si chiamano così: ricordano infatti i piccolissimi semi rotondi della pianta di miglio. Possono presentarsi un po’ ovunque, anche se la loro sede più tipica è il viso, in particolare le zone attorno agli occhi.
Non si conosce la causa per cui si formino. Sembra che possano essere favoriti da ma fattori genetici e microtraumi (es. sfregamento, abrasione). Succede che si formino anche dopo la risoluzione
di alcune patologie dermatologiche. Alcune persone, poi, sono più predisposte di altre alla loro formazione, che può iniziare già in età infantile. Tuttavia la loro presenza, è importante dirlo, non è sintomo di alcun disturbo o infezione in atto. Si tratta solo di una questione estetica.
Meglio ricorrere al Dermatologo
Per rimuoverli non si deve ricorrere alle “spremiture” fai-da-te perché di solito pè difficile, senza strumenti adeguati, rimuoverli senza danneggiare la cute circostante. Inoltre, come si è detto, lo sfregamento pare possa essere tra le cause di ricomparsa e va dunque evitato.
E’ opportuno invece rivolgersi al dermatologo che potrà individuare la strategia più adatta per eliminare il problema. Si possono infatti applicare creme per favorire nel tempo il ricambio cutaneo (come quelle con derivati della vitamina A) e/o blandi cheratolitici ed esfolianti, caratterizzati da diversi tipi di acidi delicati appositamente studiati. Esistono anche terapie fisiche, come la laserterapia o il curettage (raschiamento con uno strumento simile a un bisturi), che consentono di eliminare questi inestetismi pressoché senza segni e con una guarigione molto rapida, senza controindicazioni rilevanti.
Successivamente, il dermatologo si occuperà di consigliare prodotti per lavare e idratare la pelle che non favoriscano la ricomparsa dei grani di miglio, quindi delicati e leggeri nella texture (simili a quelli dedicati alle persone allergiche).
Il Dott. Giambattista Manna riceve in Politerapica, a Seriate in Via Nazionale 93.
Per informazioni e appuntamenti, tel. 035.298468