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Tag: Politerapica

23 Maggio 2021
La pelle è una protezione da proteggere

La pelle è una protezione da proteggere. Crediamo di saperlo. Lo sentiamo dire in continuazione alla televisione. Lo ripete la pubblicità di questa o di quella crema, di questo o di quel sapone. Il punto è sapere se lo sapiamo davvero. Intendiamo dire: lo sappiamo in modo corretto? Ci è davvero chiara questa nozione?

23 Maggio 2021
Prevenzione e diagnosi precoce contro il Melanoma

La prevenzione e la diagnosi precoce sono le armi più efficiaci contro il melanoma. Lo abbiamo raccontato durante il Webinar Melanoma, conoscerlo per prevenirlo e agire in fretta, che abbiamo tenuto il 12 Maggio. E’ stato un incontro pubblico a distanza con i cittadini. Abbiamo parlato con loro di un tema serio in modo sereno. Eravamo in diretta sui canali YouTube e Facebook di Politerapica. Con noi c’erano le associazioni LILT Bergamo Onlus e Insieme con il Sole dentro. Molti spettatori hanno partecipato attivamente con domande, commenti e il racocnto di loro esperienze di vita.

8 Maggio 2021
Unite contro il Melanoma a Bergamo

Unite contro il Melanoma a Bergamo. Politerapica – Terapie della Salute, LILT Bergamo Onlus e Insieme con il Sole dentro agiscono insieme sul territorio nella Giornata contro il Melanoma 2021. Le tre strutture hanno messo in campo diverse iniziative per la prevenzione e la diagnosi precoce.

25 Aprile 2021
Il Dott. Perrucchini racconta le vene varicose

Il Dott. Giovanni Perrucchini racconta cosa siano le vene varicose sulla pagina della Salute dell’Eco di Bergamo del 25.4.2021. Qui si può scaricare l’articolo integrale, in formato .pdf: L’Eco di Bergamo – 25.4.2021 – Vene varicose – Dott. Perrucchini

Giovanni Perrucchini è un professionista di notevole esperienza, specialista in chirurgia generale che da tempo collabora con Politerapica. Qui svolge attività medico-specialistica di chirurgia vascolare e esegue visite, eco-colordoppler arteriosi e venosi e interventi di piccola chirurgia ambulatoriale. Svolge inoltre attività chirurgica presso la Casa di Cura Palazzolo di Bergamo.

Le vene varicose

L’articolo inizia in modo un po’ provocatorio: “Tutti sanno (o credono di sapere, che è ben diverso!) cosa siano le varici degli arti inferiori, ma è sempre utile fare chiarezza. Bisogna innanzi tutto dire cos’è la patologia varicosa: una dilatazione delle vene superficiali delle gambe e delle cosce”.

E’ una patologia molto frequente nell’età adulta e arriva addirittura a colpire il 70% delle persone che hanno più di 60 anni. Interessa uomini e donne anche se si manifesta in modo maggiore nel sesso femminile. Ci sono alcuni fattori che predispongono alla malattia: fattori genetici, ambientali e lavorativi. Se per i primi le possibilità di intervento sono pressoché nulle, si può agire in modo significativo sugli altri due per prevenire l’insorgere di un disturbo che può portare problemi seri.

Peggiora in modo progressivo

Spiega il Dott. Perrucchini: “La malattia si manifesta inizialmente con una minima dilatazione superficiale cutanea, i cosiddetti «capillari». Progredendo, giunge a dilatazioni maggiori del tronco venoso, le vere e proprie varici. Si passa quindi da strie verdi-bluastre sottocutanee che crescono fino a vere e proprie estroflessioni della cute palpabili direttamente”.

“I sintomi della patologia varicosa” – prosegue lo specialista – “iniziano con pesantezza agli arti inferiori, comparsa di teleangectasie (ancora, i «capillari »), dolori durante la stazione eretta, crampi notturni, fino ad arrivare al gonfiore delle caviglie, che possono poi degenerare in flebite, trombosi e ulcere, creando problemi ancora più seri”.

E ancora: “Come sempre, è fondamentale intervenire in fase precoce. Arrivare tardi, infatti, significa spesso dover correre ai ripari su situazioni complesse che si sarebbero potute evitare”.

Diagnosi e cura

Bisogna innanzi tutto dire che per valutare correttamente un quadro di varici è necessario esaminare bene il sistema venoso profondo. Attraverso questo sistema avviene il trasporto maggiore di sangue dalla periferia al cuore. Lo si studia in modo approfondito con l’eco-color-doppler. Questa è una tecnica che “utilizza solo ultrasuoni e serve a verificare sia la normalità del circolo venoso profondo (e quindi l’assenza di trombosi e/o flebiti, che controindicano eventuali trattamenti), sia la presenza di varici e incontinenza del circolo venoso superficiale”.

“Alla diagnosi” – spiega ancora il dottor Giovanni Perucchini – “si arriva con una visita specialistica e l’ecocolordoppler. Da qui si definisce il  piano dei trattamenti che possono essere preventivi, para-estetici e terapeutici”.

“Gli interventi preventivi e para-estetici includono trattamenti con laser transdermico e iniezioni sclerosanti. Con questi si porta notevole beneficio alle gambe con ottimi risultati anche estetici, senza la necessità di procedure più pesanti e maggiormente aggressive. Quando le vene varicose hanno invece raggiunto dimensioni ragguardevoli si deve ricorrere a trattamenti terapeutici che si dividono in chirurgici tradizionali e mini invasivi endovasali con laser. L’intervento chirurgico tradizionale viene praticato solo in casi estremi. Prevede un’anestesia di solito spinale e lo «stripping» o rimozione della grande safena stessa. Sono però necessarie incisioni cutanee maggiori ed un decorso post-operatorio un po’ più pesante”.

Bisogna prevenire!

“La prevenzione” – conclude il dott. Giovanni Perrucchini – “rimane un’arma potentissima per una patologia così diffusa che spesso deve essere curata in modo chirurgico. Stili di vita corretti, alimentazione sana e giusto movimento sono la ricetta ideale, insieme a controlli periodici”.

 

Il Dott. Giovanni Perrucchini visita in Politerapica.
Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93.
Per informazioni e puuntamenti: tel. 035.298468.

 

 

23 Aprile 2021
Bergamo Salute - Aprile 2021 - Politerapica - Immagine paziente al centro

In Politerapica la persona sta al centro dell’attenzione del team multidisciplinare. Specialisti e terapisti, insieme, prendono in carico il paziente e non la malattia, lo accolgono e lo accompagnano attraverso tutto il percorso di diagnosi e cura. Poi… continuano a restare un riferiemento per lui e per i suoi cari. Questo e pure di più scrive Bergamo Salute in un articolo pubblicato sul numero di Marzo-Aprile 2021.

Il paziente è una persona

Pare un’affermazione ovvia ma forse non è sempre così. Il paziente non è la sua malattia e non è neppure semplicemente un “paziente”: il paziente è una persona fatta di corpo, di mente, di emozioni, di sentimenti, di relazioni. Quando ha un problema, soffre per quel disturbo ma quel disturbo è una parte della sua vita e della sua quotidianità. Questa è la convinzione di Politerapica.

“Il paziente per noi è una persona nella sua interezza, non limitata al suo specifico disturbo. Su questo principio si basa il nostro approccio multidisciplinare, in cui il paziente è accolto, preso in carico posto al centro dell’attenzione della struttura dove professionisti delle diverse specialità medico-chirurgiche, professionisti sanitari, sicologi e collaboratori lavorano insieme per assicurare un percorso di diagnosi e cura attento e completo”. Lo racconta nell’articolo Pasquale Intini, direttore di Politerapica – Terapie della Salute, struttura sanitaria che
opera dal 2008 a Seriate.

Politerpica sta nel territorio

Il secondo punto chiave della missione aziendale di Politerapica è il ruolo della struttura sul territorio. Un ruolo fondato su principi di responsabilità sociale di impresa e sulla necessità di rispondere ad esigenze dei cittadini. Ne deriva una relazione costante col territorio, le amministrazioni pubbliche, le strutture socio-sanitarie e, soprattutto, con le persone.

Continua Pasquale Intini: “La nostra attività è incentrata su tre pilastri: il primo è la responsabilità sociale di impresa, cioè non poniamo attenzione al solo profitto ma svolgiamo un ruolo nel tessuto socio-economico in cui operiamo, attraverso il secondo pilastro che è la sinergia con strutture, enti e professionisti socio-sanitari presenti sul territorio. Il terzo pilastro è la risposta alle esigenze di salute dei cittadini e del territorio: la struttura deve avere la capacità di organizzarsi rapidamente per far fronte in modo efficace alle esigenze dei cittadini. Le nuove attività nate durante la pandemia ne sono una prova tangibile”.

Ambulatori Covid

L’articolo di Bergamo Salute spazia sulle diverse attività di Politerapica

  • ambulatorio polispecialistico Medicina Vicina
  • riabilitazione neuromotoria
  • riabilitazione pelvi-perineali
  • sostegno gravidanza e neonatalita. bambini e genitori
  • ambulatori multidisciplinari specifici

e si concentra poi sugli ambulatori avviati durante la pandemia per contribuire a combarrete il Covid.

Ancora, la rivista riporta le parole di Pasquale Intini: “…sono nati l’ambulatorio test Covid-1,9 in collaborazionecon Synlab, per offrire diversi esami (tamponi ed esami sierologici) e l’ambulatorio di recupero e riabilitazione dopo Covid-19. È ormai chiaro che la malattia in forma grave non si esaurisce con la dimissione dall’ospedale o un test negativo. I pazienti che sono stati affetti da Covid-19 hanno bisogno di assistenza per favorire un più rapido ed efficace recupero, in primis attraverso un supporto psicologico esteso anche ai familiari che hanno vissuto lutti o sono stati coinvolti nella sofferenza del malato.

Il team multidisciplinare di questo ambulatorio comprende diverse figure professionali: anestesista rianimatore, fisiatra con esperienze di riabilitazione cardio-polmonare, fisioterapisti, dietologo e psicologo”

Ambulatorio Chirurgia Pediatrica

Tra i diversi ambulatori multidiciplinari specifici di Politerapica, quello dedicato alla Chirurgia Pediatrica è un fiore all’occhiello. Bergamo Salute lo pone in evidenza in un box a margine dell’articolo principale.

“Sono diversi i problemi che dalla nascita all’adolescenza possono colpire il neonato prima, il bambino poi e infine il ragazzo. Possono essere patologie congenite o acquisite, presenti già alla nascita o evidenziate nei primi anni di vita. Spesso si tratta di patologie relativamente comuni ma da non sottovalutare perché, se non trattate, possono avere conseguenze anche gravi nel presente e poi nell’età adulta. Tra queste:

  • reflusso gastro esofageo nel lattante e nel bambino più grande
  • ernia inguinale o della parete addominale
  • idrocele
  • fimosi ed aderenze balano-prepuziali
  • testicolo ritenuto
  • varicocele
  • neoformazioni cutanee o sottocutanee
  • molluschi contagiosi
  • onicocriptosi.

A questi disturbi si aggiungono quelli del pavimento pelvico: incontinenza, enuresi, stipsi per citarne alcuni. Questi problemi devono essere  0pportunamente affrontati anche per prevenire la perdita di autostima del bambino, con ripercussioni fino all’età adulta.

Sono problemi che devono essere curati in équipe, anche in questo caso con un corretto approccio multidisciplinare. Le principali figure coinvolte sono il chirurgo pediatrico, lo psicologo, il fisioterapista riabilitatore pelvico e l’ostetrica riabilitatrice pelvica ai quali si possono
affiancare pediatra, fisiatra, dietologo, endocrinologo, dermatologo  tutti gli altri specialisti di Politerapica.

L’ambulatorio si pone come struttura di primo livello per le patologie trattate, prendendo in carico il paziente pediatrico in sinergia con le strutture di livello superiore presenti sul territorio. In particolare, l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dotata di un’équipe di eccellenza”.

Non bastano due pagine

Per parlare di Politerapica, della sua missione aziendale e del suo approccio, delle sue attività e dei suoi professionisti non bastano certo due pagine. In questo spazio, però, Bergamo Salute è riuscita ad esprimere bene l’idea di quello che è la nostra struttura e la sua visione.

Trovate qui l’articolo: Bergamo Salute_59_doppie 36

 

Politerapica è a Seriate, in Via Nazionale 93
Per informazioni e prenotazioni, tel. 035.298468

 

20 Aprile 2021
Acufene e cause angiologiche, scrive Gabriele Alari

Acufene e cause angiologiche. Ne scrive il Dott. Gabriele Alari, uno straordinario medico con una profonda esperienza nella diagnosi e cura della malattie vascolari, quelle che riguardano vene, arterie e vasi linfatici. Il Dott. Alari collabora da tempo con Politerapica nell’ambito del progetto Medicina Vicina.

20 Aprile 2021
Acufene e Otorinolaringoiatria, scrive Alessandra Brevi

Acufene e Otorinolaringoiatria, scrive Alessandra Brevi medico-chirurgo, specialista in Otorinolaringoiatria, che collabora con Politerapica. Il suo contributo per comprendere questo terribile disturbo è fondamentale. L’otorinolaringoiatra è il team leader nella gestione dell’acufene. La prima visita specialistica è eseguita da questo specialista quando è presente questo disturbo.

20 Aprile 2021
Acufene. Larsen per Caparezza

Acufene Larsen per Caparezza. Ne scrive la Dott.ssa Valeria Perego, Psicologa che collabora con Politerapica nell’ambito del progetto Medicina Vicina. Lo fa partendo da qualcosa che solo apparentemente non ha nulla a che fare con l’acufene: una canzone. Una canzone scritta e cantata da Caparezza che di questo disturbo soffre da tempo e a cui ha deciso di dare un nome, Larsen appunto.

3 Aprile 2021
Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid

Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid possono sembrare strani. Possono sembrare stonati a chi li riceve e a chi li fa.

E un anno fa

Eravamo nel pieno della pandemia, tutto taceva, un silenzio irreale circondava le vite di tutti noi. Per chi abita nei paesi, l’unico suono era quello degli uccelli. Non si sentiva neppure più l’abbaiare dei cani: non c’era nessuno in giro contro cui lanciare i latrati di guardia. Nelle città, a rompere il silenzio c’erano anche le sirene delle ambulanze. Tante. Un suono, un ritornello ripetuto quasi in continuazione nelle vite di chi abitava nei pressi degli ospedali con pronto soccorso. Nelle case l’angoscia per quei cari portati via dagli uomini e dalle donne del soccorso e che non si sapeva se sarebbe stato più possibile vedere.

L’incertezza e la solitudine

In molti casi, una partenza verso il buio della morte, il vuoto del ricordo di un volto che, forse, si sarebbe potuto solo immaginare nella bara che sarebbe transitata sotto casa, in quelle rare circostanze in cui le condizioni lo avrebbero permesso, nell’ultimo tragitto verso il crematorio.

Vivevamo in una condizione ovattata, immersi nell’incertezza di ciò che sarebbe potuto essere. Appesi al destino. Saremmo riusciti a contenere il virus? Avremmo trovato il modo di difenderci? Si iniziava a parlare di vaccino ma chissà quando sarebbe stato disponibile. Intanto ognuno restava chiuso nella propria abitazione. Nei casi più fortunati, con la compagnia dei propri familiari. In molti altri, nella solitudine di un’età in cui tutti gli altri sono già andati.

Ci dicevamo che non avremmo mollato, che ce l’avremmo fatta e che ne saremmo usciti migliori.

Siamo alla seconda Pasqua

Sono cambiate molte cose e non ne sono cambiate molte altre, in questo anno. Sembra che ce la faremo ma probabilmente non siamo diventati migliori. Abbiamo avuto bisogno di cercare dei colpevoli che spiegassero la sofferenza e giustificassero il non rispetto delle regole. E’ lo sport dell’uomo: cercare un responsabile su cui proiettare le nostre paure e le ragioni delle nostre fusghe. In molti si sono scoperti esperti virologi ed economisti. E’ lo sport nazionale: scoprirsi esperti di calcio, di terremoti, di virologia e di tutte quelle cose che, di volta in volta, occupano l’attenzione dell’opinione pubblica.

La capacità di ascoltare con umiltà e senso della collettività, quella spesso non ce l’abbiamo, non è ancora diventata uno sport cui dedicarsi con la stessa passione di quelli che pratichiamo in modo assai poco probabile.

E’ arrivato il vaccino. La pandemia non è ancora finita. Abbiamo preteso che dopo il miracolòo della scoperta dei vaccini in così poco tempo, assolutamenete inimmaginabile un anno fa, fossero in sol colpo disponibile, nello stessso momento, migliardi di dosi. E che nello stesso momento fossero inoculate a tutti. Salvo, contemporaneamente, scoprirci immunologi er avere la pretesa di spiegare che questo prodotto va bene mentre quell’altro va male. L’orgia delle parole a vuoto, dei negazionisti e dei pretesi esperti, dei complottisti e di coloro che lamentano questa o quella ingiustizia, è esplosa, incontenibile, spesso alimentate in modo irresponsabile da questo o quell’esponente politico.

La pandemia non è ancora finita

Prima era silenzio, ora chiasso. Il chiasso ancora più intenso di quello gioioso che riescono a realizzare gli uccellini, nelle albe di Primavera. Ognuno detentore di una verità da affermare, dichiarare, far rimbalzare. Ognuno alla ricerca del riconoscimento, in fondo. Spettacolo triste dagli effetti pericolosi cui hanno partecipato in tanti. Troppi. Dalla gente comune, agli esponenti politici, ai giornalisti, addirittura a membri del mondo scientifico. La rincorsa alla notizia, allo scoop, all’attenzione mediatica.

Vediamo la luce in fondo al tunnel ma non è ancora finita. Molti non ci credono o non ci vogliono credere. E’ così. Mai come in questi momenti sono necessari comportamenti responsabili e la corretta applicazione delle disposizioni che vengono date. Pericolosissimo per tutti, avanzare pretese corporative sulla precedenza nelle vaccinazioni. Ne va del successo del piano vaccinale e della salute dell’intera comunità. Pare così strano ma in molti non capiscono che da questa situazione si può uscire solo tutti insieme o non si esce. E per uscirne tutti insieme bisogna necessariamente seguire un percorso disegnato su ragioni scientifiche e logiche.

Pericolosissimo anche l’abbassare la guardia. Lo strepitare contro le norme di contenimento che ancora dobbiamo seguire. Nascondersi dietro la pretesa di sapere, ognuno, quale sia la verità e trovare alibi per non rispettare quanto è ancora necessario per non ammalarsi, per non morire, per rendere ancora più difficile e lontana la soluzione.

Si dice e si ripete che si è stanchi. Qualcuno risponde che il virus non tiene conto della stanchezza delle persone. Molti si ostinano a non volerlo capire.

Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid possono sembrare strani

Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid noi li vogliamo fare. Non li sentiamo strani né stonati.

Sono rivolti ai nostri pazienti che per noi sono persone da prendere in carico nella loro interezza. Persone e non malattia che noi accogliamo e mettiamo al centro della nostra attenzione.  Perché possano trovare una medicina di qualità vicina a loro, noi siamo Medicina Vicina: prestazioni medico-specialistiche e riabilitative senza liste di attesa, a costi contenuti e erogate da professionisti di alta qualità. Soprattutto, professionisti che lavorano insieme iintorno alla persona che non si sente “rimbalzata” da una parte all’altra ma accompagnata durante tutto il percorso di diagnosi e cura.

Facciamo gli auguri anche ai familiari delle persone che si rivolgono a noi, ai loro cari, a quelli più prossimi e a quelli più lontani. A coloro che condividono la sofferenza di chi sta poco bene e partecipano con lui alla vita di tutti i giorni e alla cura.

Mandiamo i nostri auguri ai molti amici che abbiamo intorno a noi. A quelli che ci sostengono con la loro stima e la loro simpatia. Tra questi, cui sono coloro che realizzano con noi progetti e attività per la promozione dell’educazione della salute tra i cittadini. Ci sono anche quelli che non ci fanno mancare la loro attenzione e qui non possiamo non nominare l’Eco di Bergamo, il più importante organo di informazione della provincia.

Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid anche ai nostri professionisti

In un momento in cui le persone faticano a rivolgersi agli ospedali per le prestazioni medico-specialistiche e riabilitative, Politerapica rappresenta un punto di riferimento per il territorio e i suoi cittadini. Siamo a pert e forniamo servizi di diagnosi e cura di primo livello di notevole qualità. Lo facciamo e lo possiamo fare perché i nostri profesisonisti sono straordinari. Lo sono ssul piano professionale ma soprattutto su quello umano.

A loro, ai nostri

  • medici specialisti
  • psicologi e psicologhe
  • terapisti e terapiste
  • colleghe amministrative

mandiamo gli auguri pieni di gratitudine. Lo facciamo con l’orgoglio di avere il privilegio di lavorare con loro, con ognuno di loro.

Gli auguri nella seconda Pasqua nel Covid sono particolari.

Auguri perché ognuno possa trascorrere qualche giorno di serenità nel modo che riterrà migliore. Perché possa in questi giorni trovare un po’ di pace e un po’ di silenzio non opprimente ma libero. Auguri per il tempo che verrà poi e perché possa questo portare un po’ di benessere. Nel corpo e nello spirito.

28 Marzo 2021
Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina

Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina sulla Pagina della Salute dell’Eco di Bergamo del 28.3.2021. E non solo questo. La Dott.ssa Maria Enrica Daniela Pina è un chirurgo di notevole esperienza. Opera presso l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Alzano Lombardo che fa parte dell’ASST Bergamo Est e visita in Politerapica per convenzione tra l’Azienda ospedaliera e la nostra struttura. Svolge attività professionale da oltre vent’anni, curando sempre il rapporto diretto con le persone che si rivolgono a lei. Grande competenza, dunque, la sua, e anche grande umanità. Sono questi gli ingredienti che le permettono di scrivere articoli su temi complessi della chirurgia con cognizione di causa, per le persone comuni.

Dott.ssa Maria Enrica PinaColecisti o cistifellea?

Colecisti e cistifellea sono sinomimi e indicano un organo dell’apparato digerente. Parte da qui la Dott.ssa Pina. La sua funzione – continua – è quella di “immagazzinare la bile prodotta dal fegato e di rilasciarla nel duodeno durante il processo della digestione”.

Fin qui tutto bene. Il fatto però è che, come tutte le altre parti del corpo umano, anche questa si può ammalare. “La calcolosi della colecisti è una malattia che colpisce quest’organo. E’ dovuta all’aumento della concentrazione di colesterolo nella bile con formazione di cristalli (microcalcoli). Questi successivamente aumentano di volume, da pochi millimetri fino a 4-5 cm”. Parliamo di una malattia che “colpisce maggiormente le donne, 4 volte di più rispetto ai maschi. Le gravidanze, l’obesità, le malattie infiammatorie dell’intestino e l’ereditarietà sono fattori che predispongono a questa patologia”.

135.000 nuovi casi all’anno

“Una malattia diffusa”, spiega la dott.ssa Maria Enrica Pina. “La malattia è presente in circa il 10-15% della popolazione adulta nei Paesi occidentali e ogni anno una parte di queste persone (tra l’1 e il 4%) diventa sintomatica. In Italia ci sono 135.000 nuovo casi all’anno per un totale stimato di 2,5 milioni di persone portatrici di calcolosi della colecisti”.

Finché rimane silente, la calcolosi della colecisti non dà problemi. Quando però cominciano a manifestarsi i sintomi, possiamo ben dire che sono dolori! “Può manifestarsi improvvisamente – scrive la Dottoressa – con colica biliare caratterizzata da dolore alla bocca dello stomaco e sotto l’arcata costale destra. A volte può manifestarsi direttamente con una malattia più complicata come la colecistite acuta, cioè l’infiammazione della colecisti. Oppure con l’ittero, dovuto alla migrazione dei calcoli dalla colecisti nella via biliare che si ostruisce; ciò provoca aumento di bile nel sangue (itterizia). O, ancora, con la pancreatite acuta, una grave infiammazione del pancreas, dovuta alla migrazione dei calcoli nella via pancreatica”.

A quel punto si opera

Quando ci sono i sintomi, si opera. L’intervento chirurgico consiste nell’”asportazione della colecisti e dei calcoli in essa contenuti. Si rimuove così l’organo malato evitando complicanze per la possibile migrazione dei calcoli”. La colecistectomia, come si dice in termini medici.

Questo è un intervento che viene eseguito da oltre un secolo. Può essere praticato “con tecnica tradizionale, attraverso un taglio sull’addome, o per via laparoscopica, detta tecnica mininvasiva. Fino agli anni 90 si adottava la sola tecnica tradizionale. Dal 1990 in poi si è iniziata a diffondere la tecnica laparoscopica che oggi rappresenta la metodica migliore e più adottata per l’intervento in elezione, cioè programmata”.

La laparoscopia una rivoluzione

Vent’anni di esperienza professionale presso l’UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Alzano Lombardo, diretta dal Dott. Pierpaolo Mariani. Circa 5.000 interventi eseguiti. Con questi numeri, la Dott.ssa Pina può descrivere in modo semplice e chiaro una procedura che ha rivoluzionato la chirurgia generale.

“Si esegue in anestesia generale. Si insuffla anidride carbonica nella cavità peritoneale in modo da poter ottenere uno spazio necessario ad operare dal suo interno. Sulla parete addominale si praticano quattro piccoli tagli: uno da 1 cm sovraombelicale e altri tre da 5 mm nella parte superiore dell’addome. Qui si inseriscono una particolare telecamera e gli strumenti necessari per procedere. Si isola quindi la colecisti, sezionando il dotto cistico e l’arteria cistica che la collegano al nostro corpo; successivamente la colecisti viene staccata dal fegato ed estratta, con tutti i suoi calcoli all’interno, attraverso il taglio sopra l’ombelico”.

Dura di meno e guarisce prima

La tecnica laparoscopica è più rapida di quella tradizionale e guarisce prima. “È poco invasiva” – racconta ancora la Dott.ssa Pina – “procura minore dolore, permette un decorso più rapido e una ripresa migliore. La rapidità del decorso ha raggiunto livelli notevoli. Nel reparto in cui opera, per esempio, da circa un anno, in casi selezionati, la dimissione può avvenire anche il pomeriggio successivo all’intervento. Di regola avviene comunque in seconda giornata post-operatoria”.

Cistifellea e laparoscopia spiegati dalla Dott.ssa Pina

Qui è possibile scaricare l’articolo integrale in fomrato .pdf: L’Eco di Bergamo – 28.3.2021 – Cistifellea, Marika Pina – Def